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Milano, polemica sulle case popolari ai Rom. Tettamanzi, intanto, passerà il Natale al campo rom di Via Triboniano

La Lega Nord da stamattina presidia con banchetti propagandistici le entrate di Palazzo di Giustizia a Milano. I giudici ricordano che in uno stato di diritto i contratti si onorano

A pochi mesi dalle elezioni per la nomina del Sindaco e per il rinnovo del Consiglio Comunale, a Milano la Lega Nord, insieme agli alleati del Popolo delle Libertà guidati dal grifagno Vice-Sindaco Riccardo De Corato, hanno da registrare una clamorosa sconfitta in punto di fatto e di diritto. Come noto, infatti, ieri il giudice del Tribunale Civile di Milano Roberto Bichi ha imposto a Letizia Moratti, al ministro degli interni Roberto Maroni ed al prefetto del capoluogo lombardo Gian Valerio Lombardi di dare attuazione, entro il prossimo dodici gennaio, alla prima parte del piano nomadi che prevede la sedentarizzazione, mediante consegna di dieci alloggi popolari semidistrutti e ristrutturati dalla Curia ambrosiana con fondi propri, di dieci famiglie di etnia rom e di cittadinanza italiana o, comunque, comunitaria. Nessun riconoscimento di diritti ad immigrati clandestini extracomunitari, dunque. Lo scorso mese di luglio, dopo aver ricevuto da Bruxelles i fondi per l’integrazione degli zingari con cittadinanza dell’Unione europea, il Comune di Milano in mano da decenni al centro-destra, nella persona dell’assessore ai servizi sociali Mariolina Moioli, il Prefetto della città meneghina, in rappresentanza del governo, e Mons. Virginio Colmegna della Caritas Ambrosiana, che da una vita svolge la propria missione occupandosi di emarginati, hanno siglato un contratto per l’assegnazione di venticinque alloggi popolari a famiglie nomadi che abbracciassero un progetto di vita legale. Quegli alloggi, semidistrutti da anni di occupazioni illegali, nessun italiano li voleva più e l’Aler, molto probabilmente, li avrebbe abbattuti prima o poi.

La Curia li ristrutturò a proprie spese e, poi, ecco la sorpresa: una volta riportati all’onor del mondo il Ministro degli Interni Maroni, lo scorso ventisette settembre, dichiarò che non sarebbero certi stati assegnati ai rom ma a venticinque dei ventottomila italiani in graduatoria per un alloggio popolare a Milano. Il capoluogo lombardo ha fame di case, qui gli affitti sono alle stelle, ma la responsabilità dell’emergenza casa, in quella che una volta era la capitale morale d’Italia, è tutta da assegnare al centro-destra che governa la città ininterrottamente da vent’anni durante i quali non è stato costruito neanche un quartiere di edilizia popolare. La condanna espressa dai giudici civili meneghini, dunque, era un dato scontato in uno stato di diritto. Nonostante ciò da oggi la Lega ha deciso di presidiare con banchetti tutti gli ingressi del Palazzo di Giustizia milanese. “I giudici italiani sono una vergogna del paese e fanno del razzismo ai danni degli autoctoni ”, ha sentenziato il segretario provinciale del carroccio Igor Iezzi; “…sono tutti comunisti ed in mano a Futuro e Libertà” hanno aggiunto altri politici del centro-destra. “In uno stato di diritto i contratti si onorino, non cerchino di tirarci per la giacchetta, non ci stiamo più a questo sporco gioco al massacro” commentano, feriti nell’orgoglio, alcuni magistrati meneghini che si aggirano stamattina tra le aule d’udienza del Tribunale del capoluogo lombardo.

Il giochetto è sempre il solito: delegittimare chi, in pericolosa solitudine, nell’Italia d’oggi cerca ancora di affermare la supremazia della Legge contro le barbare idee populiste che allignano nelle teste dei politicanti di questa strana Nazione che sembra voler dare un calcio a duemila anni di civiltà giuridica. In Arcivescovado intanto quella che ormai è rimasta una delle poche autorità morali di Milano, e cioè il Cardinale Tettamanzi, desidera che alla fine sia la Verità a prevalere, quella Verità con la V maiuscola che la Chiesa cerca, da due millenni, di far prevalere. Il giorno di Natale, oltre che alla clinica ginecologica Mangiagalli ed al carcere di San Vittore, il Cardinale sarà al campo di Via Triboniano in mezzo a seicento rom e, soprattutto, in mezzo ai loro bambini. Per la gran parte di essi, siano essi cristiani di confessione cattolica, gli italiani, o di confessione ortodossa, i romeni, il venticinque Dicembre si ricorda la Natività del Bambin Gesù. In Romania infatti anche gli ortodossi, come i cattolici ed i luterani, celebrano quel giorno il Natale, retaggio dell’antica tradizione latina.

Una decisone, quella del Cardinale Tettamanzi, che sicuramente non mancherà di accendere polemiche soprattutto nelle fila dei cosiddetti cattolici benpensanti che vedono nel Popolo delle Libertà, e soprattutto nella Lega Nord, l’ultimo baluardo a difesa dei loro assurdi privilegi. Una decisone, però, coerente con quella che dovrebbe essere l’antica missione della Chiesa che Monsignor Tettamanzi ben conosce e pratica e che lo indusse, durante una visita in Palestina, a recarsi nei campi profughi dove è rinchiuso quel popolo senza terra e dignità. 

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