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Migranti: il delirio e l’insufficienza delle risposte razionali

Poche vicende lasciano così esterrefatti come il pandemonio del tutto spropositato suscitato dalla vicenda Sea Watch.

Dal momento che si è trattato dello sbarco di un numero pressoché irrilevante di persone, sfugge a qualsiasi mente razionale come un paese intero possa spaccarsi nel modo furioso che le cronache raccontano, fino alle offese pesantissime rivolte da un ministro della repubblica (che, per il solo fatto di ricoprire tale carica, dovrebbe usare modi e toni istituzionalmente corretti) verso due giovani donne; la prima accusata di crimini gravissimi al momento tutt’altro che confermati e l’altra, di professione magistrato, colpevole di non averne convalidato l’arresto secondo i desiderata del vicepremier leghista.

La rilevanza sociale e politica di una questione che di per sé sarebbe davvero irrilevante (a fronte di un problema che fra decenni potrebbe invece diventare davvero serio se non ci si decide a “aiutarli a casa loro” sul serio e non solo a farfugliamenti pro domo propria) si spiega solo con l’uso politico che il ministro in questione fa della vicenda.

Ma alle stesse menti razionali sfugge come si possa trascurare una quantità immane di problemi ben più pressanti (economici in primo luogo) facendo sprofondare il paese – e il dibattito politico – nel falso problema sollevato da Salvini secondo un’agenda estremamente remunerativa per il suo partito e devastante invece per le opposizioni, almeno quanto per i suoi inetti alleati di governo (che sarebbe ormai più corretto definire leghisti minor).

Tutto vero, ma il problema è che tutto ciò sfugge, come detto, a menti razionali.

Cioè a menti che non si capacitano di aver a che fare con un pensiero delirante – cioè non suffragato da fatti e vittima di un “disturbo dell’interpretazione della realtà” (Treccani) – alimentato fino a essere diventato ormai, mi si passi il termine, una paranoia di massa.

Gente normalissima e altrimenti sensata affronta l’argomento parlando sovreccitata di “invasione” e di “sostituzione etnica” come se costituissero davvero un indiscutibile pericolo incombente per un paese di 60 milioni di abitanti, in costante calo demografico da anni e che di forze giovani, che si accontentano di poco e desiderose di impegnarsi per creare a se stessi un’opportunità di vita, ha estremo bisogno.

La domanda è: perché argomentazioni ragionevolissime non riescono a contrastare il palese delirio che sta infettando un paese? Perché citare numeri, statistiche, dati ufficiali non intacca la certezza granitica di un pensiero che crede in una realtà alterata?

Non basta indicare il complottismo (che peraltro esiste) sul fantasioso piano Kalergi o sulle trame oscure dell’ “ebreo” Soros per mettere a fuoco il problema. Perché il problema non è l’esistenza del complottismo, ma il fatto che tanta gente – normalmente intelligente e generalmente in buona fede – creda in maniera palesemente acritica a tante ricostruzioni a dir poco fantasiose.

La storia ci è di supporto: lo stesso meccanismo di pensiero delirante di massa si è sviluppato progressivamente nella società europea a cavallo tra Otto e Novecento – si ricordi il successo dei falsi Protocolli dei Savi di Sion – alimentando una critica feroce al mondo liberale e finendo con un furore antisemita progressivamente sempre più esasperato fino a che, per tanta brava gente più o meno normale, deportare gli ebrei per liberarsi di un inesistente problema e non sentirne più parlare, divenne non solo accettabile, ma addirittura auspicabile e doveroso. E chi si opponeva veniva zittito con uno sprezzante “pietista”, oggi sostituito dall’altrettanto sprezzante “buonista”, rivolto a chi non si beve le farneticazioni contemporanee sui migranti.

In molti si sforzano di spiegare “razionalmente” che i problemi sono altri – le mafie, la corruzione, gli intrallazzi, l’evasione fiscale, la speculazione, i baronati più o meno occulti e via enumerando – e che l’arrivo di migranti non solo non procura danni, ma al contrario è, almeno per ora, indispensabile per tante ragioni anche economiche, che non portano particolari problemi sanitari, né specifici problemi di sicurezza (e quelli che ci sono derivano in buona misura dall’impossibilità di inserimento causata da una legge, la Bossi-Fini, a dir poco demenziale che solo i Radicali tentarono di eliminare, senza successo, con una delle loro proposte referendarie). Tutte cose note, ma… ma sono parole al vento.

Perché sono parole razionali che, in quanto tali, non hanno alcuna possibilità di scalfire (se non, forse, solo superficialmente) – e nonostante tutto vanno dette e ridette – la “narrazione” sovranista.

Storytelling capace di agire invece su un piano prettamente non razionale. Con argomentazioni surreali, con i complottismi esasperati, con “fake news” o “fake images” inventate di sana pianta, o con l’uso, entrato in vigore con Donald Trump, dei presunti “fatti alternativi della post-verità” (sic).

Del resto al presidente americano si deve l’uso spudorato di un linguaggio ruvidamente incorrect (che sarebbe perciò “popolare”) fatto proprio da Matteo Salvini, ma sdoganato a suo tempo dai Vaffa Day di Beppe Grillo.

La domanda pressante allora diventa: come si contrasta un pensiero delirante se qualsiasi argomentazione razionale serve a poco?

Come fermare una deriva che - potenzialmente - potrebbe ripercorrere certe tappe di un passato tragico nemmeno troppo lontano? Come opporsi alla crescita di un partito che fa dell’allarmismo continuo l’arma migliore per diffondere un’isteria di massa estremamente utile al suo progetto reazionario?

Gary Lachman, studioso dei movimenti esoterici, ha raccolto in un libro di pregevole fattura (se si sa distinguere il grano dal loglio) – La stella nera. Magia e potere nell’era di Trump, Edizioni Tlon, 2018 – le origini “occultiste” del percorso culturale dei due principali protagonisti della deriva irrazionalista che si sta affermando nel mondo contemporaneo, Steve Bannon e Alexandr Dugin, non a caso definito il “Rasputin” di Putin. Sui quali ho scritto più volte già dal 2016. https://www.agoravox.it/Antifascism...

Entrambi sostengono – imitati dal presidente russo solo pochi giorni orsono https://www.huffingtonpost.it/entry... - la necessità di abbattere il sistema liberale (leggi: il razionalismo illuministicamente determinato nel mondo occidentale) per ritorno alla “tradizione sacra”, vale a dire a quella presunta origine religiosa che pone l’uomo spirituale al centro dell’essere cosmico.

È il nucleo mistico che erompe con forza vulcanica dal guscio razionalistico della società contemporanea, come ebbe a scrivere – nel lontano 1980 – lo psichiatra Massimo Fagioli in una delle sue illuminanti sintesi teoriche.

A quei tempi era necessario analizzare la deleteria influenza del pensiero esistenzialista, di origine heideggeriana, sul movimento del ’68, esploso in contrapposizione sia all’utilitarismo capitalista sia all'iper-razionalismo comunista.

Oggi diventa indispensabile saper cogliere (di nuovo) il nucleo heideggeriano contro la modernità nel pensiero dei reazionari sovranisti, per cogliere la deriva “mistica” (tale è la proposta di ritorno alla “tradizione sacra”) contro la quale non c’è alcun ragionamento razionale che tenga.

Ebbene, questa che si presenta come una rivoluzione del pensiero – il pensiero “magico”, a tratti apertamente antiscientifico, che vuole sostituirsi a quello del razionalismo illuministico – non è affatto rivoluzione, come non fu rivoluzione quella fascista, nonostante certa storiografia lo affermi, ma reazione.

E questa reazione va fermata perché si pone non solo come pericolo letale per le libertà democratiche ottenute proprio con la sconfitta del nazifascismo, ma anche come annullamento della possibilità che si determini, in un prossimo (per quanto indeterminato) futuro, un superamento evolutivo di quel pensiero razionalista che, come appare evidente anche in questi giorni, non sa dare risposte adeguate, piene, soddisfacenti agli esseri umani.

(Photo: Nick Jaussi / Sea-Watch)

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.49) 9 luglio 2019 18:33

    Con l’auspicio di non essere annoverato tra i soggetti affetti da delirio, tanto meno mistico, o infognato in pratiche esoteriche, osservo quanto segue:

    1. L’attenzione posta sul problema dell’immigrazione non esclude, come tu affermi, che questo governo non si stia occupando di altro o comunque che dovrebbe dedicarsi di più ad altre emergenze (che ci sono). Lo testimoniano i risultati che stanno emergendo. Il troppo ripeterlo in forma ossessiva, quasi pavloviana, poi rischia di diventare un boomerang.
    2. La Sea watch, o più in generale le ONG, pongono un problema distintivo proprio in termini di razionalità. Per esempio se si sostiene che una nave è territorio della nazione di cui batte la bandiera, è conseguentemente del tutto logico e razionale che essa identifichi il primo paese di approdo e quindi, secondo il trattato di Dublino, la nazione medesima dovrebbe preoccuparsi di come sistemare i migranti. Nel caso della Sea Watch avrebbe dovuto essere l’Olanda. Ossia il governo olandese avrebbe dovuto farsi carico di trovare il porto sicuro più vicino. E non fregarsene come invece ha fatto. Idem per tutte le altre anime belle misericordiose che girano per il meditteraneo, battendo bandiere tedesche, francesi, spagnole ecc. Tutti uniti nel fregarsene e allora che Dio ci conservi il Cazzaro verde proprio perché sta tutelando dei principi sovrani di razionalità, al netto di tutto il resto.

    Quindi altro che eccesso di enfasi o delirio, qui sono in gioco principi e valori fondanti di una nazione, almeno se tale vogliamo essere, ma comincio a dubitare che tutti spingano in questa direzione.

    E per favore non si pongano sullo stesso piano i barchini di straforo con il traffico delle ONG. Sono due fenomeni non equiparabili, indipendentemente dai numeri che essi rappresentano, proprio per le diverse implicazioni di carattere giuridico e normativo che comportano.

    ciao

  • Di pv21 (---.---.---.75) 9 luglio 2019 19:41

    Punto fermo > Consiglio di leggere il mio post titolato “Protervia” del 6 luglio u.s. ore 19,37. Non serve disconoscere la natura e le modalità di azione di certe Ong.

    Saluti

  • Di Marina Serafini (---.---.---.66) 11 luglio 2019 08:09
    Marina Serafini

    La vita e’ un pendolo, diceva un noto pensatore, tra la noia e il dolore, e il mondo si dà come Volontà e rappresentazione. Tralasciando gli aspetti più metafisici della questione, direi che il punto e’ proprio questo: l’uomo, nella sua fragilità e grazie alla sua ottusità, oscilla costantemente - di generazione in generazione - tra la necessita’ di fare qualcosa che lasci il segno della sua impronta e la scia di dolore prodotta dal modo stupido di porre in atto questa esigenza. Le Bon scriveva che per poter realizzare alcuni intenti - per concretizzare, storicizzandola, la Volontà di cui sopra -é necessaria la forza umana, traducibile nel termine usato notoriamente come "massa". E questa massa, come ogni forza, va saputa orientare. E allora, scriveva Le Bon, serviamoci di un leader, uno che sia muscolare, che sappia rivolgersi alle emozioni, agli istinti più bassi e immediati, e lasciamo che faccia il suo trascinamento, illuso a sua volta, mentre inganna gli altri. La storia dell’umanità non é fatta da eroi, da saggi e da santi, ma da strategie ben architettate e attuate, come anche da strategie fallaci e mal curate. Ci crediamo sempre i più furbi e attuiamo scorciatoie irrispettose verso il mondo che ci ospita e nei confronti di chi, come noi, respira su questo suolo. Inganniamo anche noi stessi nella frenesia di esserci e di far sentire la nostra voce. Più forte, più forte di altri. E poi ce ne andiamo, e di quello che resta... Chissà. Come i campi di battaglia, coperti di corpi distrutti. Chi verrà poi inizierà a sua volta a fare e disfare. Non é il discorso di un leader politico, non é una ong, non é il migrante: é l’architettura di un modo di espressione della volontà di esserci di esistenze non evolute, limitate, affette da miope nanismo che legge ottusamente nelle proprie misure un gigantismo assente - non riconosciuto, non compreso, non contemplato. Viviamo in un mondo che non siamo in grado di comprendere e cosi lo sostituiamo a favore della nostra rappresentazione distorta, lo rivestiamo di teli illusori e lo vendiamo agli occhi del pubblico nella parvenza che più ci aggrada in quel frangente. Per cosa, poi? Per noia, per Volontà, per reagire al dolore che noi stessi creiamo...

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.96) 11 luglio 2019 13:54
    Fabio Della Pergola

    Solo protratte difficoltà di connessione mi hanno impedito di rispondere finora all’esilarante commento dell’amico Paolo.

     

    Esilarante perché cianciando di navi battenti bandiera di paesi dove poi sarebbe, secondo lui, “logico” trasferire i naufraghi (in barba al codice della navigazione che parla di “più vicino porto sicuro” come sanno ormai anche i sassi) ci dice implicitamente che se per caso un cargo giapponese dovesse mai salvare un velista romano in difficoltà davanti al litorale di Torvajanica, dovrebbe poi circumnavigare mezzo globo al fine di sbarcare il malcapitato nel territorio dove la bandiera della nave è registrata, farlo identificare lì dalle autorità preposte che poi dovrebbero imbarcarlo sul primo volo transcontinentale per riportarlo, finalmente, sano e salvo in patria. Cioè a poche miglia dove il naufrago è stato, ahilui, tratto in salvo.

     

    E figuriamoci se si fosse trattato poi di un vascello cileno che salva un velista finlandese! Oh poveri noi!

     

    Siamo a considerazioni davvero comiche presentate, figuriamoci, come esempio di razionalità esente da “delirio”. Davvero, non ci si rende conto…

     

    Questo alterato rapporto con la realtà addirittura segue di giorni la presa di posizione di un magistrato della Repubblica, unica figura istituzionale autorizzata a dichiarare se Tizio ha commesso o meno un reato; cosa che NON spetta a un ministro, sia chiaro, figuriamoci a un commentatore da social…

     

    Magistrato che, come è noto, NON ha confermato l’arresto di Carola Rackete (e questo dovrebbe pur dire qualcosa anche alle orecchie di un inesperto).

     

    In sintesi il commento conferma in pieno l’assunto del mio articolo. Si tratta di delirio (non intendo offendere, mi riferisco alla definizione della Treccani già riportata nel testo) che ha investito, partendo da balle ripetute a iosa per banalissimo tornaconto politico, anche persone “altrimenti intelligenti”, avviluppandole nelle spire di ragionamenti privi di qualsiasi valore.

    Un po’ di dati. Sbarchi in Italia nel 2019: 2779. Persone salvate e portate in Italia dalle ONG: 297. Sbarchi in Italia non effettuati dalle ONG: 2482. Morti nel Mediterraneo nel 2019: 667.

     

    In poche parole si scomoda il patriottismo (alla lettera “qui sono in gioco principi e valori fondanti di una nazione”, si afferma con assoluta serietà e senza, pare, il timore di farsi ridere dietro da mezzo mondo) per sentirsi autorizzati a infamare una giovane donna che, invece di cercare di diventare una sciacquetta da retequattro, si fa un mazzo tanto rischiando in proprio, ritenendola colpevole di aver salvato, insieme a altri, meno di 300 (dicasi trecento) persone! Dopo che già da varie parti era stata offerta loro disponibilità ad accoglienza e integrazione.

     

    Ma no, sono in gioco i destini della Patria (60 milioni di abitanti in costante calo demografico al punto da impensierire l’Inps…).

     

    Paolo, perdonami, vai a metterti l’elmetto di latta, imbraccia il fucilino, gonfia il petto e marcia impettito su e giù per il corridoio di casa intonando la canzone del Piave, rimarcando a gran voce “non passa lo straniero, no no”.

    E auguri di pronta guarigione.

     

    Nel frattempo vedi di renderti conto che il Cazzaro verde (come definisci tu questo presunto salvatore della patria in sedicesimo) non solo è il capobanda di un partito i cui massimi esponenti hanno firmato (insieme al tutore della nipote di Mubarak) quel trattato di Dublino che impedisce di distribuire i migranti fra i vari paesi europei, ma è anche uno che non si è mai visto alle riunioni appositamente convocate a Bruxelles proprio per ridiscutere quel trattato….

     

    Inoltre, per ricordarsele tutte quel partito di salvatori dell’Italietta (che fino a ieri si pulivano il deretano con il tricolore), ha fatto fallire una banca, chiuso una radio e un quotidiano (ma riassumendo tutti i giornalisti in Regione pagandoli alla fine con i soldi dei cittadini tutti), quotidiano che, nel frattempo, si era portato a casa 61 milioni di euro di contributi pubblici.

     

    Poi si sono intortati in strane storie di diamanti africani e si sono sparati per fini privati una cinquantina di milioni di contributi pubblici (restituibili in comodissime rate pluridecennali come da accordo sottoscritto dalla Lega stessa) e, dulcis in fundo, si sono fatti beccare – pare – con le mani nella marmellata di centinaia di migliaia di rubli provenienti come finanziamento (lecito o illecito lo dirà la magistratura, ma di sicuro politicamente mooooolto rilevante) da una nazione che il nostro paese – quello del Piave – avrebbe sottoposto a sanzioni… questo dice niente?

    Non so se ci si rende conto: stiamo parlando di 300 morti di fame salvati in mezzo al mare nell’arco di sette mesi da gente che non costa allo Stato un solo euro... mentre un ministro e vicepremier della Repubblica.... mah!

    E tu lo definisci difensore della patria e dei "principi sovrani di razionalità"?! Sì, la sua forse...

     

    Ma su, amico Paolo, ci faccia il piacere e si riprenda; la conoscevo come persona normalmente intelligente, l’ho letta come “altrimenti intelligente”, ora la scopro “diversamente intelligente”… non vada oltre, la prego.

     

     

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