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“Maririna” di Alberto Castelli

“Era un riparo momentaneo, ma come spesso accade in Italia, non c’è nulla di più duraturo delle cose provvisorie”

Se cercate un libro locale, che racconta la vita quotidiana delle famiglie siciliane allora “Maririna" è il libro che fa per voi. È uno spaccato di realtà della Sicilia post-terremoto del Belice del 1968 che fotografa perfettamente la società di quel tempo. Ma anche quella contemporanea; perché la trama racconta più di trent’anni di storia. Figli che dal Sud scappano e si dirigono al Nord, a Roma, per studiare ed avere un futuro migliore dei propri genitori, figli che mantengono le radici del proprio luogo d’origine ma alberga in loro la speranza di iniziare una nuova vita e inevitabilmente si adattano alla città in cui vivono, insomma, il primo romanzo di Alberto Castelli racchiude senza dubbio tante emozioni capaci di catturare il lettore.

Tutto è cominciato il 14 gennaio del 1968 quando, sulla valle del Belice in provincia di Trapani in Sicilia, un boato ha fatto traballare tutto: era il terremoto di magnitudo 6.1. A quella scossa ne sono seguite altre, gli abitanti non sapevano più dove rifugiarsi e pregavano Dio che l’angoscia finisse presto. Quel terremoto, i siciliani, non se lo dimenticheranno mai perché fece centinaia di vittime e per anni in molti furono costretti a vivere in prefabbricati di 18 metri quadrati. E così anche Lucia e Luciano, i coniugi Cangemi, che avevano costruito la loro modesta casetta con non pochi sacrifici, videro sgretolarsela davanti. Ma la speranza era l’ultima a morire. Si rimboccarono le maniche e cercarono di abbellire più che potevano il prefabbricato freddo e angusto che era stato loro assegnato. Presto nacque Piero e poi, dopo quattro anni, anche Maria: la speranza di una vita migliore albergava in loro.

"Maririna" si divide a metà fra un romanzo e una storia vera perché l’autore aggancia sempre i suoi personaggi nella vita reale e così ci sono riferimenti temporali quali l’infinito potere della mafia, l’ascesa al potere di Berlusconi o l’attentato alle Torri Gemelle. Discorsi diretti e in dialetto siciliano – poi tradotto – rendono la trama immediata e coinvolgente e accompagna per intero la vita dei due fratelli, ma soprattutto di Maria, la vera protagonista. La vita si intreccia, si complica, ma Maria è il simbolo della soluzione ad ogni problema o disgrazia. "Maririna" è la rinascita, è l’inizio dopo la fine. "Un libro che coinvolge e emoziona, un libro che cattura l’animo. Alberto Castelli, siciliano doc, ha vissuto in prima persona il terremoto del Belice ed è per questo che riesce a metterci il giusto pathos.

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