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Manifestazione Riforma Gelmini e la mala informazione

Oggi 22 dicembre a Roma ci sarà una nuova manifestazione studentesca in occasione del voto per la riforma Gelmini. La notizia pone diversi spunti di riflessione su cui dibattere, descritti qui appresso.

Il primo dubbio riguarda l'opportunità di autorizzare una manifestazione contro una riforma nello stesso giorno in cui la riforma stessa viene discussa e votata in Parlamento. Probabilmente, non è bastata la lezione del 14 dicembre, in cui si è avuta l'ennesima conferma che a queste manifestazioni non partecipano solo coloro che vogliono dissentire ma anche quelli che vogliono caos e distruzione. Farla in un altro momento forse avrebbe procurato meno rischi.

Il pensiero, poi, si sposta all'informazione. L'eco mediatica che avrà questa protesta sarà significativa e i commenti e le interviste si sprecheranno. Così come è stato per la manifestazione del 14 dicembre scorso, caratterizzata dai tumulti al centro di Roma. I commenti contro gli atti di vandalismo sono stati numerosi, come è giusto che sia, peccato però che il pulpito da cui provenivano avesse, nell'esposizione degli argomenti, lo stesso stile dei teppisti. Da tali pulpiti, vale a dire dai vari programmi di approfondimento, dove sia politici sia giornalisti non rinunciano a dare mostra di se, si è assistito a furiose litigate tra personaggi di diverse posizioni politiche, i quali non hanno risparmiato ai propri interlocutori e a chi li guardava, lo sfoggio di parolacce di ogni tipo e, quando è andata bene, di un tono a dir poco aggressivo, da cui non si è potuto prendere certo lezione di equilibrio e sobrietà.

Pur riconoscendo negli autori di offese ed espressioni indecenti i primi responsabili di una cattiva comunicazione, è opportuno evidenziare qualche responsabilità nella catena editore - presentatore, il cui precipuo interesse è l'accalappiamento di ascolti a qualunque prezzo. Dimenticando il ruolo pedagogico che un'informazione seria e corretta dovrebbe avere (e in passato ha avuto) propedeutica al fine principale cui dovrebbe tendere, vale a dire la (in)formazione dello spettatore.

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