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Mafia: dati choc nel rapporto annuale di "Avviso pubblico"

Dove e come i clan colpiscono gli apparati dello Stato. Un'aggressione ogni giorno e mezzo, la Calabria è la "maglia nera".

“Nel 2010 si sono registrate in Italia più di 200 intimidazioni e minacce mafiose e criminali ai danni di amministratori pubblici e personale della Pubblica Amministrazione. Una ogni giorno e mezzo”. E’ la sintesi, lapidaria eppure perfettamente aderente alla realtà, del rapporto presentato quest’oggi dall’associazione “Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie”, nel suo studio intitolato "Amministratori sotto tiro. Buona politica e intimidazioni mafiose".

Colpiti anche i candidati e i loro parenti

In 145 casi (il 68% del totale) gli attacchi sono avvenuti nei confronti di amministratori locali, in 23 (l’11% del totale) nei confronti di personale della pubblica amministrazione, in 11 casi (il 5% del totale) nei confronti di candidati a ricoprire un ruolo politico, in altri 8 nei confronti di parenti degli amministratori in carica, in 6 casi nei confronti di ex amministratori. A questi dati vanno aggiunti i 19 casi (il 9% del totale) che sono stati registrati come atti vandalici nei confronti dei Municipi e di altre strutture/uffici comunali.

Le Regioni con il maggior numero di episodi di intimidazioni e minacce

“Ad essere più colpiti dalla violenza e dall’intimidazione mafiosa e criminale sono soprattutto amministratori locali delle regioni meridionali – si legge nel rapporto - in particolare: Calabria 87 episodi (41%del totale); Sicilia 49; Campania 29 casi (14% del totale)”. Non mancano le intimidazioni pesanti nei confronti di sindaci, assessori, consiglieri e funzionari della pubblica amministrazione anche altrove: si registrano infatti 25 casi in Sardegna, 11 in Puglia e, in numero più limitato, anche in alcune regioni del centro-nord, come il Lazio (5 casi), Liguria (3 casi), Basilicata, Abruzzo e Marche (1 caso ciascuna).

Le province sotto tiro: spiccano Cosenza, Napoli e Palermo

Esaminando la distribuzione provinciale delle minacce e delle intimidazioni all’interno di ciascuna regione, emerge che in Calabria la provincia che registra il maggior numero di casi è quella di Cosenza (25 casi); in Sicilia situazione analoga a Palermo (17 casi); in Campania la provincia di Napoli registra il dato in assoluto più elevato di minacce e di intimidazioni rispetto alle provincie di Caserta, Salerno e Benevento (20 casi contro un totale di 9). In Sardegna sono le province di Nuoro e di Cagliari quelle più a rischio con, rispettivamente, 9 e 6 casi, mentre in Puglia la maggior parte delle minacce e delle intimidazioni sono avvenute nella provincia di Barletta-Andria-Trani (4 casi).

I Comuni dove si rischia di più

Scendendo a livello comunale gli esperti di “Avviso Pubblico” scrivono: “La situazione appare particolarmente grave in Calabria dove ben il 13,7% delle amministrazione comunali (56 su 409) hanno subito almeno una minaccia, intimidazione o attentato nel corso del 2010. Sempre la Calabria – secondo Avviso Pubblico - è attualmente la regione più colpita anche dagli scioglimenti dei consigli comunali per infiltrazione mafiosa (7 comuni commissariati più la Asp di Vibo Valentia), un fenomeno che non poche volte si è incrociato con quello delle intimidazioni.

I comuni dove si sono registrati più episodi nel corso del 2010 sono stati quelli di Isola Capo Rizzuto (Kr), Sant’Agata d’Esaro (Cs), Fuscaldo (Cs), Rossano(Cs), Catanzaro, Lamezia Terme (Cz), Reggio Calabria. Anche in Sicilia percentuali molto alte. Ad esempio nella provincia di Agrigento risulta colpito almeno una volta il 16,3% dei comuni (7 su 43). Segue Caltanissetta col 13,6%. Plurimi casi ad Agrigento, Favara (Ag), Partinico (Pa), Caccamo (Pa), Gela e Niscemi (Cl).

In Campania dato molto significativo per la provincia di Napoli col 13%. In particolare, i fatti censiti in questo rapporto hanno evidenziato minacce e intimidazioni nei comuni di Portici, Castellamare di Stabia, Boscoreale”.

Intimidazioni anche al centro e al nord Italia: i casi di Ventimiglia e Follonica

Ma l’aggressione dei clan contro la pubblica amministrazione si è verificata anche nel centro-nord Italia. In particolare in Liguria, a Ventimiglia, e per la prima volta in Toscana, nei confronti del Sindaco di Follonica (Grosseto), Eleonora Baldi.

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