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"Ma datti all’agricoltura". Renzo Bossi fa l’imprenditore agricolo

Allora. “Braccia rubate all'agricoltura” è un espressione ironica con cui si apostrofa una persona che svolge un lavoro intellettuale, senza essere all'altezza. Quasi sempre, questo “modo di dire”, si limita alla fase teorica, solo di rado, l'invito, trova applicazione pratica. 


Bene, Renzo Bossi, spesso deriso via web, questa volta ha “fatto centro”, applicando alla lettera l'invito ricevuto. Si è dato all'agricoltura: “Ora faccio l’imprenditore agricolo, si sta bene, mica faccio l’avvocato, devo pur mangiare e abbiamo una bella azienda agricola”.

Miracolo, un “uomo delle istituzioni” accetta il consiglio del popolo.

Ora, quello di non seguire le indicazioni del popolo è un caratteristica tipica dell'intera classe politica. L'intuizione di Matteo era “geniale”, “rottamare, rottamare, rottamare”. Alla fine non se n’è fatto nulla, ognuno rimare ancorato, ben saldo, al proprio posto.

A questo punto, esiste un solo modo per risolvere questo problemino di dimensioni bibliche, augurare a “lor signori” la fine di San Paolo. Secondo la narrazione biblica, Saulo di Tarso si convertì al Cristianesimo mentre recandosi da Gerusalemme a Damasco per organizzare la repressione dei Cristiani della città, fu “improvvisamente avvolto da una luce fortissima ed udì la voce del Signore che gli diceva: Paolo, Paolo, perché mi perseguiti?”. 

Ecco, folgorati in Piazza Montecitorio, i nostri rappresentanti, si convertono al loro mestiere naturale, l'agricoltura, in modo da evitare ulteriori atti di “violenza politica”, che giornalmente perpetrano nei confronti di noi cittadini, Cristiani e non. 

Ma i miracoli esistono ancora?

 

Foto: Marta Maria Fontana/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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