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MAV di Ercolano. Se il museo lascia il posto ad un supermercato

Cresce la preoccupazione intorno al futuro del Museo Archeologico Virtuale di Ercolano. Una struttura unica al mondo, sita a pochi passi da uno dei più importanti siti archeologici rinvenuti dall'uomo, l'antica Hercolaneum che, a causa della mancanza di risorse, rischia la chiusura.

Cresce la preoccupazione intorno al futuro del Museo Archeologico Virtuale di Ercolano. Una struttura unica al mondo, sita a pochi passi da uno dei più importanti siti archeologici rinvenuti dall'uomo, l'antica Hercolaneum, in grado di sposare la Storia con il ricorso ad alcune delle tecnologie più avanzate nell'esposizione museale. Un centro di cultura e di tecnologia applicata ai beni culturali e alla comunicazione tra i più innovativi di Italia che rischia la chiusura.

Congelati, almeno fino a novembre e a seguito della manifestazione della Funzione Pubblica di Napoli dello scorso sabato ad Ercolano, i licenziamenti annunciati, che ammontano a circa un terzo dei lavoratori del museo, resta viva - secondo quanto afferma la direzione - la necessità di continuare ad adottare drastiche misure di contenimento della spesa in risposta alla mancanza di risorse dovuta all'inadempienza di Provincia e Regione che non hanno erogato i finanziamenti destinati alla struttura nel 2010 e non hanno stanziato nuovi fondi per l'anno in corso.

Per coprire le spese del 2011 mancano nelle casse della struttura di via IV novembre oltre mezzo milione di euro.

“Il budget annuale per la gestione del museo – informa la fondazione CIVES che gestisce il centro culturale di proprietà del Comune di Ercolano, Provincia di Napoli e Regione Campania – si aggira intorno al milione di euro. La copertura del 65% di questi, circa 600mila euro, dovrebbe essere assicurata dai soci; la restante parte, il 35%, dagli introiti derivati dalla vendita dei biglietti”.

Vendita che a tre anni dall'apertura dell'innovativo polo museale si è attestata intorno ai 200 mila ingressi, 70mila (in prevalenza) studenti e turisti all'anno che con il loro contributo di 7,50 euro per il biglietto intero e 6 per il ridotto non riescono comunque a coprire le spese dello spazio.

Il MAV intanto si è lanciato in partnership e collaborazioni con diverse università e con altri spazi museali. Corre voce dell'imminente sigla di un protocollo con il museo di Pechino. Pare che i cinesi vogliano riprodurre lo spazio di Ercolano e il suggestivo percorso virtuale da esso proposto.

“Noi smontiamo e i cinesi aprono” è stato il laconico commento di Gaetano Placido della Funzione Pubblica di Napoli che, scongiurato il pericolo del licenziamento di un terzo dei dipendenti del polo di via IV novembre, continua a fare i conti con il ritardo dei pagamenti degli stipendi (è da 90 giorni che gli addetti del MAV non percepiscono il salario), le ripercussioni sui lavoratori della riduzione delle ore di lavoro al 50%, che dura ormai da gennaio, e un futuro che resta tuttora incerto.

“Tutto ciò – continua Pagano - accade in conseguenza dei drastici tagli operati dalla Regione Campania e dalla Provincia di Napoli (principali Soci della Fondazione CIVES) ad una struttura giudicata, per il suo valore didattico culturale, unica al mondo: oltre 70 installazioni multimediali, ricostruzioni tridimensionali, ologrammi, laser, touchscreen, effetti multisensoriali, libri virtuali, riproduzioni di reperti e cave immersivi”.

“Un gioiellino” costato, nel 2008, cinque milioni di euro e che – come provocatoriamente affermato in un comunicato diffuso dalla Funzione Pubblica alcuni giorni fa – rischia di lasciare spazio al vecchio progetto che interessava la struttura ora di proprietà del comune e che prevedeva la creazione di un centro commerciale con annesso parcheggio. “Una prospettiva – come afferma il segretario della Camera del lavoro di Napoli Davide Pastore – assolutamente non concreta”. Ma, come ha anche detto l'ex sindaco di Ercolano e attuale presidente della Fondazione Cives, Nino Daniele “senza investimenti per aggiornare la tecnologia, il museo non ha senso”.

In realtà il MAV ha un credito con la Regione per 300 mila euro, assegnati nel 2010 dalla Giunta Bassolino. Fondi ridotti a 225 mila euro dall'attuale Giunta che restano congelati, così come i 300 mila euro in conto capitale promessi dalla Provincia. “Ci basta un altro anno di sostegno dei soci – raccontano dal Mav – poi saremo autonomi dal punto di vista finanziario”.

Intanto continua l'azione del sindacato a sostegno della struttura e dei livelli occupazionali.

“Ercolano – conclude Pagano della Funzione Pubblica - non può e non deve privarsi di un presidio di cultura e di legalità, capace di restituire identità e memoria del passato da tramandare alle nuove generazioni attraverso il connubio tra tecnologia e beni culturali. Ed è in nome di questi inderogabili valori da salvaguardare ad ogni costo che chiediamo un intervento urgente della Regione, della Provincia e del Comune per evitare che si scriva una brutta pagina di storia per il nostro già tormentato territorio”.

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