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M’ha buscari u’ pani: cronaca di un’estorsione annunciata


AnteprimaSe in una calda e spensierata mattina d’agosto, in cui liberi da impegni decidete di fare un salto al mare nel massimo relax, cosa può turbare la tranquillità di questo momento? Il posteggiatore abusivo! Una delle piaghe che affligge la nostra città, un problema al quale nessuna amministrazione ha saputo o voluto far fronte. Metti che arrivi col tuo motorino nei pressi della spiaggia libera e decidi di parcheggiare all’interno di una piazzetta, libera anch’essa da divieti. Appena il tempo di mettere la catena alla ruota posteriore, ed ecco che arriva da non so dove lui. Bello come il sole canottiera rossa con lo scollo che arriva a metà petto, bermuda verde, sandalo con fascetta che cinge l’alluce, cappellino con nome di candidato, regalatogli durante la scorsa campagna elettorale mentre esercitava la professione in prossimità di una convention politica, occhiali da sole a specchio, altezza 1,70 circa per 40 kg di peso o in alternativa 1,60 per 120 kg. Bene il dialogo che narrerò è frutto della pura realtà e si è svolto ieri. Ripartiamo dalla premessa. Dunque motorino appena parcheggiato, borsa da mare in spalla, comincio ad incamminarmi verso la spiaggia. Ma vengo subito raggiunta dall’ominide che con fare come si dice da queste parti “malantrinu” cerca di intimidirmi, ordinanandomi di spostare immediatamente la moto perché li ci lavora lui. Al che io,trattenendo il mio impulso di sferrargli un cazzotto sul naso, molto serenamente replico chiedendo se la piazzetta fosse di sua proprietà. Risposta ovvia. No, ma io “m’è buscari u pani e un vogghiu responsabilità ri mutura, picchì avissi a succeriri quacchi cosa lei veni a cerca ammia” (traduzione: non è di mia proprietà, ma io devo guadagnarmi da vivere (da intendere come una velata minaccia) e non voglio assumermi la responsabilità di sorvegliare la moto, perché se dovesse accadere qualcosa (altra velata minaccia), verrebbe a chiedere conto e ragione a me). Io replico dicendo che intanto non ho bisogno dei suoi servizi, dato che utilizzo catena ed antifurto proprio per essere autonoma, secondo che non mi sarei spostata invitandolo altresì ad allontanarsi immediatamente. Ma lui niente, continuava a rimarcare sul fatto che là era zona sua e che io non potevo permettermi di arrivare li e comandare. Io no, ma lui si ovviamente.

A quel punto il gestore dell’edicola adiacente che aveva seguito tutta la discussione, anche se io non mi ero accorta di nulla, visibilmente infastidito, è saltato fuori e mi ha invitata a non dare ascolto a quel tizio definito “u scimunitu” (lo stavo già facendo in realtà..) e mi ha messo a disposizione la zona a ridosso della sua attività per parcheggiare il mio mezzo ed evitare il prolungarsi di quella sterile discussione. Ho deciso di dargli ascolto. Se non fosse intervenuto probabilmente avrei chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, forse ho sbagliato a non farlo, quando sono tornata dopo qualche ora non c’era più, probabilmente aveva incassato abbastanza o magari era in pausa pranzo. Questi tizi sono tanto veloci nell’apparire che fulminei nel volatilizzarsi. E adesso ditemi voi se è lecito che un cittadino debba essere continuamente bersaglio di questi soprusi. Tutta la città è invasa da questi parassiti che si sentono padroni del bene comune ed esercitano continuamente questa soverchieria con atteggiamento mafioso nei confronti della gente. Allora mi domando: se io noto questa cosa girando per Palermo, chi dovrebbe vigilare e controllare nonché sanzionare pesantemente gli abusivi, dov’è? Sono tutti mentalmente così ciechi da non comprendere che il territorio va battuto a tappeto e con costanza per estirpare le radici di questo male? Non so trovare una risposta logica.

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