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Lucio Battisti, i concerti, la tv, eccetera

Di Girolamo Accardi

“Un artista deve comunicare con il pubblico solo per mezzo del suo lavoro”; questa la “magnifica ossessione” di Lucio Battisti. Detto e fatto. Con le sue canzoni ha lasciato un’ impronta indelebile nella storia della musica italiana, influenzando in maniera imprescindibile tutti coloro che vennero dopo di lui. Ma, a differenza di tanti suoi colleghi passati e futuri, Battisti non amò mai concedersi al pubblico, se non tramite i suoi dischi. Pochissimi i concerti effettuati nei suoi 28 anni di carriera ed un progressivo diradarsi nella concessione di interviste, apparizioni tv, pubblicazione di sue foto anche negli stessi dischi.

Il 23 settembre 1972 Lucio Battisti, all’ apice del successo, è ospite della trasmissione della Rai “Teatro 10” per presentare il nuovo 45 giri “I giardini di marzo”. Nella stessa puntata vi sarà lo storico duetto con Mina in un collage di canzoni a firma Mogol-Battisti. Ebbene, quella sarà l’ ultima apparizione di Battisti in una trasmissione della televisione italiana.

 
 

Sembra incredibile, pensando che la carriera di Battisti durerà ancora per oltre vent’ anni e che tanti dei suoi successi dovevano ancora vedere la luce; eppure da quel momento il rapporto tra Lucio Battisti e la tv si limita ad alcune sporadiche presenze in canali stranieri. Nel 1974 canterà, in playback, “Il mio canto libero” a “Top a Jacques Dutronc”, trasmissione della tv francese. Il filmato, reperibile anche su You tube, ci mostra un Lucio Battisti compassato e piuttosto a disagio, immerso nella pittoresca scenografia del programma. Nel 1976 è la tv tedesca ad ospitarlo con “Ancora tu”, sempre in playback. Nel 1977 è ospite del Canal 1 della tv spagnola e canterà dal vivo “Respirando”. Lo stesso anno è alla tv francese per presentare il nuovo singolo “Si, viaggiare”, con un video girato in uno scalo ferroviario. Nel 1978 è la rete tedesca ZDF, trasmissione Lieder Circus, ad offrirci Lucio Battisti in una struggente “Amarsi un po’” cantata dal vivo con l’accompagnamento della chitarra. Per “Una donna per amico” verrà realizzato una sorta di video alla buona, trasmesso nel 1979 dalla Tv svizzera-tedesca nel programma “Music e Gasle”; nella stessa puntata Lucio, chitarra classica in braccio, canterà anche “Al cinema”, ancora in playback.

 
 

E sempre la Tv svizzera tedesca, di nuovo con “Music e Gasle”, può vantarsi di aver trasmesso l’ ultima apparizione televisiva in assoluto di Lucio Battisti. Si dice che, in seguito ad una scommessa persa con un amico, Battisti abbia accettato quell’ “ospitata” in cui si esibisce in “Amore mio di provincia” - tratta dall’ album del 1980 “Una giornata uggiosa”, l’ ultimo con Mogol - peraltro abbigliato in maniera alquanto pacchiana con camicione hawayano e zoccoli.

 

 
 

Se in ogni caso non mancano le apparizioni televisive in cui possiamo ammirare Lucio cantare, ora dal vivo ora in playback, alcuni dei suoi immortali successi - anche se sono quasi tutte concentrate tra il ’70 ed il ’71 - quella di vedere un Battisti live è un’ opportunità toccata ad un numero davvero limitato di privilegiati. Solo due infatti le tournee realizzate da Lucio Battisti nella sua carriera; due brevi giri nelle estati 1969 e 1970 con la Formula 3 a supporto. Non si hanno notizie certe né sulle date né sulla scaletta, specialmente riguardo al primo tour. Si sa che il tour nel 1970 partì con una serata all’ “Altro Mondo” famoso locale di Rimini in cui a dispetto della capienza di 2000 spettatori, se ne presentarono almeno il doppio. Vi fu, ricorda Alberto Radius chitarrista della Formula3, anche un concerto a Poggio Bustone, comune in provincia di Rieti che diede i natali a Lucio. Il tour si concluse con due serate consecutive in una Bussola strapiena. Dopo niente più concerti. Chi assistette a quei concerti afferma ancora oggi che Lucio interpretava alla grande i brani anche live; cade cosi anche quella assurda diceria che vuole Battisti bravo solo in studio e perciò refrattario ai concerti. Dopotutto anche in tv ha cantato brani dal vivo, a dir poco alla grande. “Le serate, le interviste..sono solo un’ inutile perdita di tempo...che occupa almeno il 40% dell’ attività di un musicista. Meglio allora lavorare al 100% in sala d’incisione, fino a raggiungere la perfezione”. Così la pensava Lucio.

 
 

Al pubblico era dovuto esclusivamente il suo impegno massimo nella realizzazione dei dischi, che poi vengono ad essere la sostanza del lavoro di un cantante. Impegnarsi al massimo nel realizzare belle canzoni, magari che stimolassero anche il pubblico nell’ ascoltarle, provando a coinvolgerlo così nel processo creativo, invece che propinare sempre la solita pappina – questa l’ altra convinzione ferma di Lucio Battisti – era il suo unico dovere. Il resto era un in più. Lucio era consapevole che in tal modo perdeva anche possibilità di guadagno economico “con le serate potrei lavorare un anno e poi staccare e stare in santa pace per diversi altri anni” affermava. Ma non gli interessava, era più stimolante progredire, evolversi nella ricerca musicale in studio.

 
 

Lucio non amò mai nemmeno i giornalisti che a dir suo stravolgevano sempre ciò che lui dichiarava; peraltro interessandosi sempre più della vita privata che degli argomenti prettamente musicali. “Potrei concedere 1000 interviste al giorno – spiegò – ma cosa direi? Potrei parlare del mio lavoro, delle mie canzoni. Ma la musica bisogna ascoltarla”. Come non amava concedere autografi; i “santini” sono finiti era solito dire a chi gli chiedeva la classica foto autografata.

 

Chiudo una suggestiva considerazione. Quasi tutti i brani di Lucio Battisti, sicuramente quelli scritti dal 1971 in poi, non sono mai stati proposti dal vivo. Alcuni sono stati cantati non in concerto ma in tv dal vivo, anche se a volte su base; ad es. Pensieri e Parole o I giardini di marzo. Di tantissimi successi esiste solo la versione incisa in studio. Così: La canzone del sole, Il mio canto libero, Ancora tu, Una donna per amico. Ma se di questi esiste almeno una interpretazione tv (italiana o estera che sia) anche se in playback (quindi comunque identica al disco) altri sono disponibili solo ed esclusivamente su supporto discografico, vedi: Una giornata uggiosa, Con il nastro rosa, La collina dei ciliegi, La luce dell’ est, Innocenti evasioni. Lo stesso vale, ovviamente, per tutti gli album post Mogol da E già (1982) a Hegel (1994).

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