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Lo sviluppo dell’economia italiana passa attraverso una seria riforma fiscale

Carmelo Finocchiaro, Presidente della Federcontribuenti, commenta il via libera del governo nazionale sul disegno di legge recante modifiche agli articoli 41, 97 e 118, della Carta sulla libertà di impresa: «Annunciare la riforma della costituzione per dare libertà d’impresa, ci appare un modo per prendere tempo di fronte alla crisi che sta vivendo il nostro Paese».

Il governo nazionale ha presentato il dispositivo appena varato quale strumento per il rilancio dell'economia nazionale: «Abbiamo lavorato intensamente per questa nuova fase del lavoro di governo che è tutta tesa ai provvedimenti per il rilancio dell'economia, la crescita e lo sviluppo - afferma il premier Berlusconi, al termine del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi - Non è solo un fatto italiano, è una decisione di tutta l'Unione Europea e di tutti i governi di tutti i Paesi».

Proprio sullo sperato rilancio dell'economia che il presidente Carmelo Finocchiaro serra i pugni sul tavolo: «Si continua a parlare di riforma fiscale e di iniziative sullo sviluppo ma solo facendo annunci. Intanto le piccole e medie imprese continuano a restare sul mercato fortemente sotto capitalizzate, con nessun supporto alle esigenze di internazionalizzarsi, senza alcuna seria politica che disincentivi la delocalizzazione e con un peso fiscale che ormai fa dell’Italia il terzo Paese al mondo con le imposte più alte». A fronte del peso fiscale italiano molte aziende, un tempo bandiera del made in Italy, hanno alzato i tacchi e sono emigrate in Paesi a regime fiscale molto più basso del nostro producendo altra disoccupazione e impoverendo ulteriormente la nostra economia.

L'attenzione va rivolta, incalza Finocchiaro, anche verso: «Milioni di contribuenti in difficoltà che hanno difficoltà a rientrare dei debiti fiscali accumulati che non possono non rappresentare una emergenza per il governo. Senza un intervento legislativo coraggioso, ogni azione violenta di riscossione risulterà una inutile fuga in avanti. Urge un piano di ristrutturazione del debito attraverso il pagamento di rate che tengano conto del reddito di ognuno e senza ulteriori costi e sanzioni. Il limite di 72 rate per il rientro dei debiti tributari è una mannaia che spesso impedisce ai contribuenti in difficoltà a potere pagare e la morte per centinaia di piccole, medio, imprese. Il piano appena varato non basta, e su questa drammatica questione nulla viene detto, salvo l'annuncio di Tremonti del Codice Unico Tributario». Oggi è necessaria una riforma del sistema di riscossione di Equitalia che costituisce un serio problema per milioni di cittadini e di imprese, rendendo difficoltoso, per i debitori, la regolarizzazione della propria posizione fiscale. Inutile usare il metodo della riscossione barbara quando milioni di cittadini non vengono messi nella condizione di onorare i debiti. Ancor più inutile se si pensa che una ricca percentuale del debito rientrato va a finire nelle casse dell'agenzia di riscossione. Continuare con l'attuazione di misure cautelari quali i pignoramenti, ipoteche e fermi amministrativi oltre ad essere disumano è controproducente per lo stesso erario e per lo sviluppo del Paese. Inoltre, è necessario che Equitalia chiarisca meglio i dati sulla riscossione; spesso nei comunicati, come quello odierno, si parla di somme recuperate dalla lotta all'evasione.

Nel 2010 la somma recuperata è stata complessivamente pari a 25,4 miliardi di euro, tra imposte, tasse e contributi evasi. Il presidente della Federcontribuenti, Finocchiaro, si domanda se «in realtà, non si tratti di somme recuperate tramite quella parte di contribuenti onesti che stanno pagando o le rateizzazioni o le somme iscritte a ruolo». Conclude Finocchiaro: «Oggi, la questione della riscossione e piu' in generale della questione fisco necessità di una profonda riforma e del ritorno ad un sistema di regole che garantiscano ai contribuenti di poter esercitare i propri diritti ed allo Stato di poter riscuotere le tasse. Anche questo contribuirebbe al rilancio dell'economia italiana».

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