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Lo sconosciuto del lago

Nel film ci sono tre omicidi ma non è del genere poliziesco, sappiamo tutto, vediamo tutto e non della ricerca del colpevole si tratta. Si tratta dell’omosessualità maschile e il regista è apertissimo sul tema, la mostra diffusamente e con le dinamiche dei rapporti interpersonali, molto semplici in fondo, la ricerca del sesso. I sentimenti paiono non entrarci troppo, salvo la pretestuosa gelosia che si vede in un caso. Il set è un luogo di appuntamenti, una spiaggetta sassosa in riva a un lago, il bosco circostante e il parcheggio dove i frequentatori fermano le auto, ne scendono e cercano in spiaggia con chi accoppiarsi, gli sguardi di ognuno sono volti a cercarne un altro che dia segno d’intesa: tutto molto semplice e diretto, scarse implicazioni sentimentali, si “rimorchia”. Il film fa pensare in effetti alla differenza degli approcci tra uomo e donna e quelli tra persone dello stesso sesso: nei primi si cerca spesso, almeno all’inizio, un’intesa cerebrale, il corteggiamento, l’espressione e il racconto di sé, nei secondi sembra tutto finalizzato alla ricerca immediata del piacere. Il bosco è lì per questo.


 
L’unico sentimento vero è quello di uno dei tre maggiori protagonisti, Henri, circa 50enne, se ne sta appartato ed è preda di una profonda solitudine (“Sono solo perché nessuno mi parla”), non cerca rapporti omosessuali quanto piuttosto un’amicizia perché il tempo sembra non passargli, non ha nemmeno un lavoro. A lui si avvicina Franck, un nuovo frequentatore del lago, circa 30enne, l’unica amicizia vera. Questo però è attratto fisicamente da Michel, affascinante e atletico, misterioso (è lui “l’inconnu du lac”), a cui piace starsene – fuori da quel contesto – per i fatti suoi, non andare a dormire da Franck. “Star soli per il piacere di rivedersi”, dice. Potrebbe dirsi l’attrazione di Franck per il male, perché ha visto il male di cui Michel è capace.
 
Le riprese sono accompagnate dallo stormire degli alberi e dal rumore lieve dell’acqua, si soffermano sui magnifici disegni dell’acqua increspata e il vento a volte sembra minacciare una tempesta che si addensa negli animi. La fotografia è molto apprezzabile e le recitazioni molto ben condotte, da costruire rapporti discreti e un ambiente non troppo sboccato. Il regista mostra un coraggio non comune nel parlare così diffusamente dell’omosessualità maschile, con dovizia d’immagini anche troppo dirette, che possono risultare non graditissime se non si hanno quei gusti.

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