• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Lezioni di vita e di politica dalla Carfagna

Lezioni di vita e di politica dalla Carfagna

Non ho nessun pregiudizio verso la carriera televisiva di Mara Carfagna, né intendo alimentare nessuna insinuazione sul motivo del suo ingresso in politica. Vorrei però soffermarmi sulle riflessioni che ha voluto condividere con i lettori di Repubblica, con la sua lettera al direttore.

 

La libertà di parola è concessa a ogni cittadino italiano dalla nostra Costituzione, l’uso che se ne fa è una responsabilità individuale, anche se chi ricopre cariche pubbliche dovrebbe avere ben presente la posizione privilegiata in cui si trova e la conseguente maggiore responsabilità che ne consegue. Quindi ben venga che un ministro della Repubblica possa esprimere la sua opinione. Certo sarebbe stato più interessante che la Carfagna avesse parlato del “lavoro svolto, in soli dodici mesi, con impegno ed autentica passione in favore e a tutela dei soggetti più vulnerabili di questo Paese” e di quanto ancora ci sia da fare in questa direzione. Ma evidentemente sono altri i temi che al momento le premono.

Il rispetto e la stima si guadagnano con la propria azione politica. Le esperienze passate, anche se non sono preclusive di un agire politico consono, costituiscono un bagaglio culturale di riferimento, una risorsa da mettere in campo per dare un contributo allo sviluppo e al benessere del nostro Paese. Ad essere in discussione non è il suo passato televisivo, ma l’opportunità di mettere a capo di un dicastero una persona che non abbia fatto la gavetta politica, in cui si acquisiscono le conoscenze di base e gli strumenti propri della politica, né che abbia mai studiato e affrontato quelle problematiche così delicate a cui oggi cerca di fornire risposte da ministro. Sporcarsi le mani va bene, ma anche sapere come e dove non è da poco.

 

Rivendicando di non voler essere giudicata per i propri trascorsi televisivi, passa da accusata a giudice. Il primo affondo è verso quelli che chiama “pseudo-intellettuali”, espressione con cui sembra indicare coloro che si permettono grazie alle proprie “presunte” conoscenze di parlare e giudicare quanto accade. Ma la conoscenza e la cultura non sembra un distinguo fondamentale tra le persone, basta rimanere nella “decenza” e nel “buon senso”. Termini un po’ vaghi, spesso sinonimi di ignoranza e di appiattimento acritico al pensiero comune. Un attacco quindi non troppo velato alla libertà di pensiero e di stampa.

Il secondo affondo è al Parlamento. Miei cari cittadini, le persone che avete eletto con il vostro voto sono un branco di gente poco raccomandabile: ladri, assassini, “facinorosi violenti”, prostitute, persone dai gusti sessuali insulsi. Voi, popolo italiano, non vi siete mai scandalizzati di tutto questo e ora perché questo accanimento immotivato contro Berlusconi? La ragione di ciò, secondo la Carfagna, è ricondotta a un diffuso voyeurismo, con il rischio di tornare ai criteri del censo e del sesso per l’accesso alla politica. Il problema non è quindi di porre rimedio alle falle del sistema, di eliminare dalle proprie liste elettorali personaggi dall’incerto passato giudiziario, di fugare ogni dubbio sull’onestà dei propri politici sottoponendoli alla legge come tutti gli altri cittadini. Voyeurismo diffuso? Si, esiste; è un fenomeno che sta dilagando come non mai attraverso la televisione, con programmi come il Grande Fratello, Uomini e Donne, la Talpa  e così via, e attraverso giornali scandalistici. Forse alimentare un fenomeno e poi sentirsene vittime è un po’ un controsenso.

Veniamo alla politica. Il censo? Ogni cittadino può decidere di candidarsi, ma certo un altro conto è essere eletti. Una campagna elettorale costa e come. I mezzi economici che si hanno a disposizione possono fare la differenza e come. Il sesso? Le donne subiscono ancora molte discriminazioni nel mondo del lavoro e hanno difficoltà ad affermarsi e ricoprire posizioni di successo nella maggior parte degli ambiti. Le quote rosa, però, non sono il rimedio; occorrerebbe rimuovere alla base gli ostacoli che non permettono una parità tra uomo e donna e il criterio di accesso dovrebbe rimanere sempre la meritocrazia. Forse il ministro delle Pari Opportunità potrebbe fare qualcosa in tal senso.

Il terzo affondo è contro l’ex ragazzo di Noemi, reo di aver rivelato particolari indigesti sulla vicenda. La Carfagna pronuncia parole forti: le insinuazioni su Berlusconi provengono da un ex rapinatore. Per il ministro, pagare il proprio debito con la giustizia quindi non basterebbe a riabilitare una persona di fronte alla società, rimarrebbe sempre la macchia indelebile del suo passato. Ne consegue che una donna che ha lavorato nel mondo dello spettacolo sia moralmente superiore ad un ragazzo che ha commesso una rapina.

Questo è un mondo “popolato da gran cafoni” e non stiamo in un Paese “normale”. Devo dire che su quest’ultima affermazione mi trovo d’accordo, ma le conclusioni che traggo sono un po’ diverse.

Commenti all'articolo

  • Di vincenzo smaldore (---.---.---.166) 29 maggio 2009 19:36
    vincenzo smaldore

    Condivido la riflessione dell’autrice dell’articolo, e credo che anche Berlusconi la pensi così: come ministro ( di facciata) mette una ex sobrette, una bella ragazza che piace e che colpisce " l’italiano medio" e le mette come capo-staff ( secondo me, il vero ministro ) una donna che ha sempre fatto politica, Isabella Rauti ( figlia di Pino Rauti, segretario MSI e moglie di Gianni Alemanno, sindaco di Roma )e che ha anche avuti incarichi di partito importanti come Portavoce della donne missine . 

  • Di paolo praolini (---.---.---.94) 29 maggio 2009 23:24

    Appassionata autodifesa e sentita protezione verso il premier, apparsa con una lettera anche oggi sul Corriere della Sera.
    Gli argomenti portati come dice l’autrice dell’articolo sono tenui, la sua battaglia la Carfagna la dovrebbe fare mostrando i dati ed i risultati di un anno di lavoro, ma purtroppo questi non ci sono.
    Allora parte un attacco a tutto campo verso i politici, verso la stampa, verso coloro che la affonfano da mesi, pur di salvaguardare il premier.
    No ministro questo è un atteggiamento autolesionistico e noi che stiamo ad ascoltare non siamo stupidi, non accettiamo atteggiamenti come questi, porti al suo popolo argomenti validi e risultati del duro lavoro ancora tutto da sbrigare.

  • Di kthrcds (---.---.---.107) 30 maggio 2009 07:12

    Ho letto la lettera di Carfagna sul Corriere della Sera. Fa pietà. Sembra il temino di un ragazzino delle medie. L’unico punto su cui si può essere d’accordo è quando il ministro definisce la sua carriera in tv come “assai insignificante”.

    Nel frattempo Jeff Israely, corrispondente da Roma per il settimanale americano Time, parla dell’Italia come del “Berlusconistan”.

    Mara Carfagna sembra davvero un ministro del Berlusconistan.

  • Di barbara (---.---.---.84) 30 maggio 2009 09:37

    dire che l’ex di noemi non puo’ parlare x’ ex rapinatore, non dice la verita’ fa sorridere:quanti pregiudicati, prescritti, ci sono a governare?quindi questa donna di cosa parla?

  • Di Carla Grassi (---.---.---.170) 3 giugno 2009 11:46

    Mi trovo d’accordo con l’amara conclusione del pezzo: il nostro non è un Paese «normale». E potremmo aggiungere da brechtiana memoria, «sventurata la Terra che ha bisogno di eroi».

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares