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Lettera aperta a Fini, Farefuturo e Generazione Italia

La scissione nel Pdl tra i due fondatori Berlusconi e Fini è ormai già storia. Nell’aria c’era già qualcosa da tempo, ma solo negli ultimi 20 giorni la situazione è precipitata. Soprattutto quando Fini, ma anche parlamentari a lui vicino, hanno puntato il dito sul tema della legalità e della questione morale. Io ritengo che Fini non abbia chiesto né sante inquisizioni né ghigliottine rivoluzionarie, ma semplicemente trasparenza, evitare di difendere ad oltranza personaggi invischiati in loschi affari, scindere per una volta per tutte il giudizio penale da quello politico, pretendere eguaglianza di fronte alla legge per tutti e quindi certezza del diritto.

Ma che il Cavaliere, abbia usato la giustizia per “accomodare” certe sue pendenze penso che sia vero e provato come Pasqua vien di domenica. E allora mi domando. Dove erano Fini e gli uomini a lui vicino quando in Parlamento si votava il lodo Maccanico, la depenalizzazione del falso in bilancio, la legge Frattini sul conflitto di interessi, la legge sulle rogatorie internazionali, la legge sul legittimo sospetto (cosiddetta legge Cirami) la legge sulla riduzione dei termini di prescrizione (legge ex-Cirielli), la legge sulla sistema tv (legge Gasparri), il lodo Schifani, il lodo Pecorella, il lodo Alfano e il legittimo impedimento? Dove erano Fini e gli uomini a lui vicino quando in Parlamento si votavano i vari condoni tremontiani e altre facilitazioni fiscali? E potrei anche andare più indietro ma preferisco fermarmi qua.

Erano lì in Parlamento, a votare gli obrobi giuridici partoriti dallo staff del Cavaliere. Ma c’è dell’altro ancora. In data 26 luglio Fini ha ribadito che gli indagati non possono ricoprire incarichi politici. Vale solo per i pesci piccoli o anche per quelli grossi? Perché Berlusconi ricopre cariche pubbliche ma ha ben 5 procedimenti in corso (processo Mills, Mediatrade, fondi neri Mediaset, corruzione di senatori per far cadere Prodi, caso Innocenzi – Agcom). Procedimenti tutti sospesi, prima per lodo Alfano e ora per il legittimo impedimento, leggi votate anche dalla parte “dissidente” del Pdl. Capisco che Berlusconi è eletto democraticamente dal popolo che sapeva già da prima lo status penale dal Cavaliere e quindi ha deciso in tutta libertà mentre la nomina dall’alto non ha ipoteticamente nessun filtro, ma tale questione è un cane che si morde la code e rimane così in sospeso.

Scrivo tutto ciò con un pizzico di rammarico, perché ritengo giuste e sacrosante le parole di Fini (ma anche quelle di Granata e di Bocchino), parole che in uno Stato “normale” dovrebbero essere le regole fondamentali, mentre invece qua in Italia dobbiamo sempre ripeterle e la maggior parte della volte veniamo tacciati di giustizialismo. Argomenti nuovi, su cui rilanciare un tema, per parlare di qualcosa che non siano miracoli o cifre da capogiro sparate a sproposito. Ed anche un forte input per il centro sinistra, per svegliarlo un po’ su alcuni principi per i quali sembra aver perso la memoria. La dicotomia destra – sinistra (nella concezione del termine aggiornata al presente) funziona alla grande quando tutte e due le componenti sono nel loro pieno vigore. L’una rinforza l’altra. Al momento in Italia non funziona così.

Il Presidente Fini ha cambiato opinioni su tante cose, ma non è questa la sede appropriata per fare un elenco e dare i voti. Ma io sinceramente stendo a vedere la coerenza in questa situazione: si parla in un maniera, si vota in un altra.

Chiedo quindi al Presidente Fini di spiegare il perché di tutto ciò. Io capisco benissimo che la politica spesso è un puro calcolo di opportunità, ci sono degli accordi di partito e per stare in Parlamento qualcosa bisogna pur concedere, ma la forza che un ideale (e perché no, anche una speranza) crea in una persona, non ha prezzo. Il meglio tardi che mai purtroppo non basta più.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.112) 4 agosto 2010 15:41

    Provo a spiegartelo io, anche se naturalmente la mia è solo una supposizione.

    Il cavaliere, da buon padrone, ha per abitudine quella di "ungere" i suoi adepti. Probabilmente Fini non è stato "lubrificato" a sufficienza. Questo fatto ha riempito di risentimento il co-fondatore che ha deciso di vendicarsi.

    Naturalmente, in questo contesto, il paese si trova ad anni luce di distanza.

    Cristiano

    • Di Andrea Carpitelli (---.---.---.79) 4 agosto 2010 21:14

      Io invece credo più che questo salto del fossato da parte di Fini sia dovuto alla sempre più esponenziale perdita di potere. Il ruolo di Presidente della Camera gli è stato dato proprio per dargli un ruolo più istituzionale che politico, super partes, come se fosse un capo classe, come fu per Bertinotti nel Governo Prodi, memori di quello che successe nel Governo Prodi nel ’98. Bertinotti è scomparso, vediamo che farà Fini.

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