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Lecce: la battaglia del "Frecciarossa" tra principio, orgoglio e futuro

Nel Salento cresce la protesta per la decisione di Trenitalia di limitare a Bari il nuovo Frecciarossa che da Milano raggiungerà il capoluogo pugliese in sole sei ore. Una battaglia di principio ma che guarda al futuro di un territorio spesso emarginato.

Frecciarossa

Nel tacco d'Italia, il Salento, terra così amata dai turisti, si sta consumando una battaglia di principio.
Fino a qualche settimana fa erano le proteste per la costruzione del gasdotto nell'Adriatico a tenere banco. La preoccupazione che un'opera così importante possa impattare negativamente con l'ambiente e avere ripercussioni negative sul turismo in una delle spiagge più belle d'Italia (San Foca di Melendugno) è certamente una questione su cui tenere alta l'attenzione.


Eppure in questi giorni un'altra vicenda sembra avere offuscato tutto il resto. Sul banco degli imputati è finita Trenitalia, "rea" di aver deciso di prolungare la corsa dell'attuale Frecciarossa Milano-Ancona fino a Bari. Il treno più evoluto del mondo collegherà dal 20 settembre Milano a Bari in poco più di sei ore, nonostante la linea adriatica non sia stata ancora adattata a velocità importanti.
E fin qui tutto bene, anzi no. A Lecce e dintorni non l'hanno presa per niente bene. Perchè fino a Bari e non fino a Lecce? La domanda dei salentini è lecita e Trenitalia risponde che portare il Frecciarossa fino a Lecce è una perdita economica per l'azienda.

La protesta cresce tra politici, cittadini, media e associazioni. E' partita pure una raccolta firme che ha già sfiorato quota 20mila. La Regione Puglia si dice disponibile a pagare la somma del tratto "antieconomico" Bari-Brindisi-Lecce ma non è cosa facile: occorre un bando pubblico e bisogna stare attenti a non violare le leggi sulla concorrenza.

Ricordiamo che fino a pochi mesi fa anche Italo NTV (la società concorrente a Trenitalia) forniva un ottimo servizio di treni veloci sulla tratta Milano-Ancona. NTV fu costretta a interrompere il servizio, nonostante la mobilitazione della politica e degli utenti soprattutto di Rimini, Pesaro e Ancona, perché (a suo dire) i costi che la società doveva pagare a RFI, la società che gestisce le reti e che fa parte del gruppo FS come Trenitalia, erano insostenibili e antieconomici. Quella delle ferrovie è quindi una concorrenza mal riuscita dove il proprietario delle reti appare in conflitto di interessi.

Non è quindi semplice risolvere la questione e Lecce rischia di rimanere servita "solo" dai Frecciabianca, treni ugualmente costosi ma più lenti e spesso problematici per via di frequenti guasti soprattutto agli impianti di riscaldamento e aria condizionata.

Ma torniamo alla battaglia di principio. Perché tanto rumore per un treno che alla fine si può prendere lo stesso facendo un breve scalo a Bari Centrale? Il Salento è una terra potenzialmente ricca ma ha bisogno di cure. Tali cure non possono essere sostenute tutte dalla gente locale che spesso si sente emarginata non solo dalla politica nazionale ma anche da quella regionale. Occorre un intervento dall'alto che per prima cosa si occupi di infrastrutture.

Il Salento è ormai una meta turistico-culturale conosciuta a livello internazionale ma i servizi non sono sempre all'altezza del nome e delle aspettative, a partire dai traporti dal trasporto locale. Se anche il Frecciarossa arrivasse a Lecce come la mettiamo sul fronte spostamenti in provincia? Le Ferrovie Sud-Est, società a gestione privata ma in quota al Ministero dei Traporti, che gestiscono una rete di collegamenti "diesel" tra le località del Salento è del tutto scoordinata dagli orari Trenitalia e offre un servizio inadeguato, insufficiente, per non dire imbarazzante (nei festivi non circolano treni per esempio e i tempi di percorrenza sono lunghissimi rispetto alle strade). E per non parlare degli scandali recenti relativi alla cattiva gestione, in particolare per dei convogli acquistati al doppio del prezzo di mercato. E gli autobus? Alcune aziende private offrono dei servizi ma manca totalmente un servizio pubblico efficiente e soprattutto molta informazione per chi arriva. Il servizio di autobus "Salento in Bus", messo a disposizione dalla Provincia di Lecce durante l'estate, è identico da molti anni e, secondo le testimonianze di molti turisti, è ormai insufficiente.

Il Frecciarossa quindi potrà anche raggiungere Lecce anche se rischia di apparire comunque come la realizzazione di una cattedrale nel deserto.

Ma Frecciarossa, orgoglio della tecnologia italiana nel mondo intitolato al campione pugliese Pietro Mennea, è simbolo di futuro, quel futuro a cui i salentini vogliono giustamente rimanere ancorati e in cui sperano di poter fare la loro parte. Nonostante il boom turistico di questi anni, troppi sono ancora i giovani che lasciano la propria terra per cercare lavoro al nord o all'estero, troppi quindi sono ancora i treni che partono e pochi quelli che tornano.

Per questo è importante che Frecciarossa ci sia, che sia veicolo di speranza, a patto però che da oggi vengano raccolte le firme anche per tutto ciò che giace immobile da molti anni, dalle strade al traporto locale, alla formazione professionale nell'accoglienza, alla tutela ambientale e così via. E' da queste cose che ripartirà il Salento e tutto il sud Italia.

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