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Le nuove generazioni web dipendenti

Se negli anni ’80-’90 gli adolescenti erano teledipendenti, oggi li possiamo definire web dipendenti. Che cosa è cambiato nel frattempo ?

In questi anni si sono sprecati davvero fiumi d’inchiostro (scusate la banalità…) per descrivere la nuova generazione di ragazzi computer-dipendenti. I termini per definirli od etichettarli hanno varcato i confini della migliore e più spregiudicata creatività. Quelli più semplici e che ci convincono di più sono secondo me, "net generation" e "E-generation".

Da uno studio del "Ciber research team" dell’University College di Londra, il ritratto che viene fatto della "Net generation" che comprende i giovani nati dagli anni ’90 in poi, non è idilliaco. Essi sarebbero sapienti soltanto in apparenza, avendo invece problemi di reale comprensione della realtà. In poche parole essi vagherebbero da un motore di ricerca ad un altro senza possedere una struttura mentale in grado di elaborare una piena e definita analisi critica delle cose. Scoverebbero molte informazioni nel web, ma non sarebbero capaci di aggregarle. Questa è la principale accusa di quell’equipe di studiosi.

Spende invece una parola favorevole alla "Net generation" Wim Veen, professore della semi sconosciuta Università di Delft in Olanda. Egli ha elaborato la teoria dell’Homo zappiens in contrapposizione con il vecchio Homo sapiens. Alla prima tipologia apparterrebbero i giovani dai 10 ai 18 anni, alla seconda tutti gli altri. L’Homo zappiens sarebbe più fantasioso, estroverso e collaborativo del suo rivale Homo sapiens, in quanto immerso totalmente nel clima rivoluzionario del web 2.0. Egli riesce a svolgere più funzioni contemporaneamente, ovvero navigare su Internet, ascoltare l’MP3 e parlare al cellulare. Cosa che non farebbe parte del bagaglio culturale del cosiddetto homo sapiens, che avrebbe un approccio più riflessivo, analitico e solitario del Web, affascinato si dal social networking, ma incapace di interiorizzarlo completamente.

Facendo questa distinzione si ammette inevitabilmente che esista una visione preistorica del mondo (quella dell’homo sapiens) e una moderna ed evoluta (quella dell’homo zappiens). E qui forse sta l’errore…In realtà si tratta soltanto di due punti di vista diversi.

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