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Le menzogne sul Gabon

Si dice che bisogna imparare dalla storia. Io che la storia l’ho insegnata per tutta la vita non ci ho mai creduto, per due ragioni. La prima è che dalla storia ognuno impara solo quello che gli fa comodo. La seconda è che spesso i presunti insegnamenti vengono stereotipati in frasi fatte, buone per tutte le minestre.

di  Antonio Minaldi

(Image by Augusta 89 derivative work: Nnemo, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons)

Prendiamo una recente notizia di cronaca. “colpo di Stato militare in Gabon abbatte regime democratico”. Detta così non è una informazione ma un giudizio di merito. Il pensiero corre subito a Pinochet che occupa la Moneda e uccide Allende, o ai colonnelli greci che usurpano il potere. Ma la realtà di oggi è altra cosa.

In Gabon la presunta democrazia era in mano della famiglia Bongo dal 1967 e si trasmetteva di padre in figlio. (Altro che “ricambio delle élites” come vero valore della democrazia, al di là delle frasi fatte sul presunto “potere del popolo”). La corruzione la faceva da padrone, le opposizioni perseguitate e i brogli elettorali erano pressoché certi. L’unico vero punto di forza della “democratura” dei Bongo era la difesa dell’imperialismo francese. Un imperialismo, se vogliamo ridicolo e straccione e già cacciato di recente dal Niger con modalità molto simili, ma con le mani bene in pasta nel petrolio e nel manganese, le vere ricchezze del paese.

Al momento non possiamo sapere cosa farà la giunta militare e non possiamo dare giudizi, ma la motivazione addotta per l’atto di forza, che dice come le elezioni che sancivano la vittoria di Omar Bongo al suo terzo mandato, “non erano credibili”, è più che condivisibile. 

Tutte le potenze mondiali condannano, anzi “condannicchiano”, quanto avvenuto, con l’evidente intento di capire come e quando potere intervenire per accaparrarsi un posto in prima fila per una (da loro) auspicata nuova spartizione della torta africana.

Dal punto di vista della radicalità antimperialista che ci caratterizza, riteniamo un bene che le acque siano mosse e non stagnanti, ma in prospettiva la sola soluzione è quella di una nuova primavera dei popoli. Speriamo che i fatti di oggi siano solo un annuncio. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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