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Le leggi che non servono più all’Italia

 Ci sono ancora molte leggi in Italia che andrebbero abrogate perchè datate e risalenti ad epoche lontane. Eliminarle potrebbe voler dire risparmiare molti soldi.

 

Il quotidiano economico "Milano Finanza", qualche mese fa stimava in cinquemila le norme assolutamente inutili e ormai prive di rispondenza con il presente, che il Ministro per la semplificazione legislativa, Roberto Calderoli, avrebbe tranquillamente potuto "rottamare". Se leggiamo il titolo di alcune di queste rischiamo di rimanere esterrefatti, o addirittura farci una scorpacciata di risate. C’è un Regio decreto del 1905 sulla repressione della tratta delle bianche, una legge del 1888 sul riordino del collegio cinese a Napoli, una legge sull’impiego della biacca nella pittura, una sull’abolizione del monopolio di Stato sulle banane. E poi una legge sui sussidi ai lebbrosi, una sulla bonifica dei campi minati, e un paio sui non meglio specificati ruoli di "aiutante di battaglia" e "Sorvegliante idraulico".

La prima domanda che andiamo a porci è questa: come mai queste leggi sono ancora in vigore? Risposta impossibile. L’Italia ci ha abituato a continue sorprese (scusate il paradosso), tra cui i famosi "Enti inutili", ovvero quegli organismi che continuavano a stare in piedi nonostante non ce ne fosse la necessità. Perché dovremmo allora indignarci per le tante leggi anacronistiche presenti ? Resta un unico cruccio che in realtà delinea una chiara responsabilità a carico della società civile italiana. Si doveva, insomma, attendere la cattiva congiuntura economica per sbarazzarsi di questi residui e rottami del passato?

Concludiamo allora con un aneddoto, accaduto durante la prima guerra mondiale. Il ministro degli esteri Sidney Sonnino, per ripianare i bilanci statali decise di fare alcuni tagli. Quello più discusso riguardò la trippa per i gatti, che veniva loro distribuita quotidianamente. Interrogato sui motivi di questa improvvisa decisione, Sonnino rispose senza indugi: "Se i gatti si mettono a mangiare i topi non hanno bisogno di trippa. Se i topi invece non se li mangiano, allora non c’è bisogno di gatti".

Forse in questo aveva ragione…

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