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Le "ganasce fiscali" di Equitalia: tutto quello che c’è da sapere

Anche senza arrivare alla "massima punizione", rappresentata dalla svendita all'asta della propria abitazione, esser bastonati duramente da dis-equitalia, è più facile di quanto si pensi. I metodi direi terroristici degli esattori di Stato sono tali, se non di rovinare la vita, da complicarla fortemente anche a chi deve allo stato somme davvero modeste; come vedremo in seguito, basta un insoluto di 50€ per fare scattare le ganasce fiscali! E per far rimuovere il provvedimento, è necessario (tanto per cambiare) mettere le mani al portafoglio e rimbalzare da un ufficio all'altro, perdendo talvolta diverse giornate.

Le "ganasce fiscali", ovvero il fermo amministrativo del veicolo (o dei veicoli, compresi - pazzesco - i mezzi da lavoro) sono una circostanza che in Italia riguarda riguarda oltre 6 milioni di autoveicoli.

I mezzi sottoposti alla misura restrittiva, ovviamente, non devono circolare: se si viene scoperti alla guida di un veicolo sottoposto a "fermo", la legge prevede una multa di oltre 2.500€, importo che può essere molto più alto della somma che ha causato il provvedimento.

Le ganasce fiscali tra assurdità, esagerazioni e conseguenze

Il fermo amministrativo è una misura prettamente punitiva che, in questi casi, è assolutamente fuori luogo: lo stato considera un crimine da sanzionare esser in difficoltà economiche, aggiungendo "disperazione alla disperazione";


a maggior ragione in questo periodo di crisi nera che, come sanno anche i muri, ha messo in ginocchio moltissimi cittadini. Equitalia si comporta come se tutti coloro che hanno degli insoluti fossero dei "furbacchioni" che non pagano per sport. 

In realtà, i "furbi" - che tanto astuti non sono, visto che alla fine pagano l'importo raddoppiato - sono una esigua minoranza; chi rimane indietro con i pagamenti nella stragrande maggioranza dei casi non ha a disposizione i soldi necessari per saldare il dovuto, e non sono certo le "ganasce fiscali" ad aiutare le persone in difficoltà a trovare i soldi, come evidenziano i dati, che dimostrano che la maggioranza delle persone che subiscono queste misure non pagano lo stesso, o comunque lo fanno nei tempi di cui hanno bisogno, indipendentemente dalle sanzioni.

Le conseguenze di questa misura sono devastanti: se consideriamo l'assoluta inadeguatezza del trasporto pubblico* - ennesimo servizio che vede l'Italia fanalino di coda a livello europeo, sia per qualità del servizio che, di conseguenza, per numero di utenti che ne usufruiscono - è facile intuire come per buona parte dei cittadini risulti impossibile recarsi a lavoro senza utilizzare la macchina, e coloro che hanno la possibilità di farlo, devono compiere sacrifici enormi, tra tempi di attesa, tempi di percorrenza, e magari vari cambi, con le ulteriori perdite di tempo che ne conseguono.

Senza poter utilizzare la macchina in molti casi diventa estremamente problematico affrontare molti aspetti della vita quotidiana: andare al supermercato per fare la spesa, accompagnare e andare a riprendere i figli a scuola, etc. La maggioranza delle persone il cui automezzo è sottoposto a fermo, continuano, per una situazione di reale necessità, ad utilizzarlo, rischiando sanzioni elevatissime.

* Curiosità sul trasporto pubblico in Italia - Il trasporto pubblico in Italia, non solo non è mai stato incentivato: ma è stato persino storicamente osteggiato: il motivo è probabilmente da ricercare nella forte influenza che ha sempre esercitato sulla politica la FIAT, che oltre ad aver ricevuto ingentissimi "aiuti di stato", ha operato nelle condizioni migliori per vedere auto agli italiani. In Italia la media delle "auto circolanti ogni cento abitanti" è tra le più elevate in Europa e nel mondo: Italia circolano 60,78 automobili ogni cento abitanti, contro le 50 di Germania, Spagna e Francia, in Gran Bretagna 49. La media europea è di 46 veicoli ogni 100 abitanti.

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