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Le 9 proposte della Cgil per il lavoro

La Cgil il prossimo 3 dicembre a Roma, al Palalottomatica, a partire dalle 9:30, ha convocato l’assemblea nazionale delle delegate e dei delegati. Al centro dei lavori dell’assemblea “il lavoro, l’unica cura per il paese”.

In una nota la Cgil spiega i motivi della convocazione dell’assemblea. Una condizione del lavoro “drammatica” che registra più di 8 milioni di persone cadute in un'area di sofferenza. Si tratta delle oltre 3 milioni di persone costrette a lavorare in nero, dei 3,5 milioni tra disoccupati ufficiali e lavoratori scoraggiati. Un numero che schizza a 4,5 milioni se si aggiungono i precari e i lavoratori relegati in un part time involontario.

Per arrivare, infine, alle 500.000 persone da oltre tre anni stabilmente in cassa integrazione. Sono questi i numeri “allarmanti” che delineano un mondo del lavoro in “estrema sofferenza”. Per affrontare questa difficile situazione del mercato del lavoro, la Cgil ha elaborato 9 proposte:

1. Una nuova e strategica politica industriale contro la crisi, riaffermando la centralità manifatturiera del nostro sistema;

2. Ridurre drasticamente le 46 diverse forme contrattuali esistenti a poche unità senza pensare ad improbabili ulteriori riforme;

3. Riformare gli ammortizzatori sociali per garantire a tutti, specie ai giovani precari, tutele dignitose;

4. Attuare nella Pubblica Amministrazione politiche del lavoro che non penalizzino le nuove generazioni e favoriscano la qualità e l'universalità dei servizi;

5. Giovani non più precari, le nuove generazioni non devono essere ricattate: servono contratti veri, con pieni diritti e tutele;

6. Più donne al lavoro attraverso un piano straordinario per l'occupazione femminile e con la reintroduzione della legge contro le dimissioni in bianco;

7. Combattere e reprimere il lavoro nero recuperando le ingenti risorse economiche per estendere legalità e diritti;

8. Mettere al centro dell’attenzione il Mezzogiorno attraverso piani strategici di sviluppo e occupazione;

9. Lotta senza quartiere all'economica mafiosa che sottrae ogni anno 330 miliardi di euro al Paese.

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