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Lavitola al telefono con il generale Paolo Poletti, numero 2 dell’Aisi

Lavitola intercettato con il vicedirettore dell’AISI, il generale Paolo Poletti. Il nome di Poletti lo avevo incrociato (specifico che non era indagato in alcun modo) in un’inchiesta che realizzai più di un anno e mezzo fa. Quella sul caso Wind e l’inchiesta del Pm Bruni a Crotone. Ecco i link agli articoli dell’inchiesta e di seguito il link all’intercettazione (audio).

Dopo Telecom esplode il caso Wind. Politici e servizi coinvolti

(da questo articolo del 16 dicembre 2009 riportiamo alcuni brani dell'inchiesta che riguardano Poletti, ndr)

"La procura di Crotone, in relazione alle indagini condotte dal pm Pierpaolo Bruni che ha ereditato alcuni frammenti delle indagini condotte anni fa da De Magistris (Poseidone e Why Not), ha ordinato gli arresti domiciliari per Salvatore Cirafici, direttore della Asset Corporate Governance di Wind, responsabile, fra l’altro, dell’organizzazione con piena autonomia gestionale, delle richieste di intercettazioni telefoniche, di informazioni e ogni altra prestazione richiesta dall’autorità giudiziaria e dalle forze dell’ordine rivestendo di fatto il ruolo di pubblico ufficiale con funzioni di ausiliario di polizia giudiziaria e di consulente dei pm. Lo si accusa di aver abusato gravemente dei propri poteri utilizzando per altri scopi da quelli leciti le informazioni di cui, per il suo incarico, era entrato in possesso. Addirittura nascondendo informazioni, informando almeno un indagato che la sua utenza era sotto controllo (il maggiore dell’Arma dei Carabinieri, Enrico Maria Grazioli, ndr), creando utenze “coperte”, fuori elenco, non rintracciabili, di cui una a sua disposizione. Ex ufficiale dei carabinieri, commercialista e docente all’Università de L’Aquila, Cirafici sembra essersi posto al centro di un intreccio di interessi e di depistaggi per proteggere uno status quo e vari affari che coinvolgevano in Calabria, e non solo, politici, imprenditori, uomini delle forze dell’ordine e dei servizi. [...]

"Si legge nella richiesta di Bruni al Gip: "Il Cirafici rivelando tali fatti coperti da segreto al fine di evitare al Grazioli conseguenze pregiudizievoli e quindi una mancata attribuzione di un più prestigioso incarico pubblico presso i Servizi di sicurezza, che il Cirafici si impegnava procacciare al Grazioli, attraverso segnalazione favorevole al generale Paolo Poletti (vice direttore dell’Aisi, l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna), che già gli aveva garantito il buon esito del trasferimento al quale il Grazioli non avrebbe potuto accedere in caso di pendenze penali a suo carico". E poi bisognava distogliere l’attenzione dei pm da quella che a tutti gli effetti era una fonte d’informazione inestimabile, proprio perché Grazioli era uomo che faceva parte della polizia giudiziaria su molti casi. Lo stesso Grazioli ha dichiarato, infatti, di aver ricevuto l’assicurazione da Cirafici che questi si sarebbe mosso verso il generale Poletti e il senatore Pdl Giancarlo Pitelli per avere informazioni sulle inchieste in corso da parte del pm Bruni. A controprova di quante il sistema Cirafici fosse radicato".

Caso Wind, seconda puntata. Volevano fermare i pm di Why Not

Telecom e Wind, forse unica centrale

Wind, passo e chiudo

ECCO L’INTERCETTAZIONE

Alcuni sanno cosa m’è costata questa inchiesta interrotta bruscamente. Ma va a vedere che avevo citato cose che non dovevo citare… Vabbè, questa è dietrologia dovuta allo sfinimento.

La stanchezza mi fa pensare. E mi fa pensare in particolare a una cosa. Vista la situazione ne valeva la pena?

La mia risposta è no.

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