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Laureati in Giurisprudenza al giogo

 

Non è una grande novità il constatare l’assoluta inflazione della laurea in Giurisprudenza ma può essere utile fare il punto della situazione sull’assurda situazione in cui si trovano i laureati in Giurisprudenza per alcuni anni dopo il conseguimento della laurea.

Ai neolaureati si prospettano diverse possibilità tra cui frequentare la scuola di preparazione al concorso d’accesso in Magistratura, ma la stragrande maggioranza onde tenersi aperte più strade possibili decide d’iniziare il praticantato di due anni necessario per poter partecipare al concorso d’accesso all’Avvocatura, questo anche in concomitanza alla frequentazione del corso per Magistrato o ad altre scuole per l’accesso a posizioni pubbliche.

Ora prima di continuare sulla trattazione della situazione dei giovani laureati in Giurisprudenza è doveroso segnalare che in Italia c’è la maggior percentuale di avvocati per abitanti al mondo, percentuale superiore di ben dieci volte a quella di altre nazioni Europee; in Italia c’è un’offerta di avvocati eccessiva rispetto alle necessità con tutte le conseguenze che si possono facilmente intuire.

Fatta questa brevissima precisazione possiamo tornare al nostro giovane brillante laureato che decide di trovare uno studio ove effettuare i due anni di praticantato,  vista l’inflazione di cui sopra può essere addirittura problematico trovare uno studio che sia disposto a prendere un ulteriore praticante, ma con una certa perseveranza il nostro brillante e speranzoso laureato può iniziare il suo praticantato. Bene, qui comincia la parte più inquietante della questione poiché non vi è alcuna norma che regolamenti la retribuzione del praticante e quindi i titolari degli studi non hanno nessun obbligo. Da notare che in qualsiasi professione, anche quelle che richiedono la sola licenza media, è previsto un periodo di apprendistato retribuito mentre per i laureati in Giurisprudenza no. Per questi Dottori non c’è alcun compenso se non un piccolo e spesso offensivo rimborso spese, variabile tra i cento ed i seicento euro mensili a discrezione del titolare dello studio che comunque non è tenuto a dare nulla ai giovani praticanti.

Quindi ricapitolando un Dottore in Giurisprudenza per due anni è tenuto ad effettuare un forzoso volontariato per otto ore al giorno rimettendoci anche i soldi per eventuali spostamenti, rigorosamente fatti con mezzi propri.  Non mancheranno occasioni in cui al praticante verrà chiesto di dimostrare tutta la propria competenza rendendosi utile come lavamacchine o garzone tuttofare.

Bene,si dirà, però una volta superato il concorso il nostro giovane avvocato inizierà ad essere retribuito in maniera consona ai sui titoli ! Ed invece non è così, una volta superato il concorso il nostro giovane avvocato si ritroverà senza un euro e senza alcuna retribuzione futura ed avrà la sola possibilità di cercare di mettersi in proprio dovendo sostenere le spese iniziali per l’apertura di uno studio con la relativa agguerrita concorrenza di una miriade di avvocati costretti a sbarcare il lunario per molti anni prima di farsi una qualche reputazione.

Ora il nostro giovane brillante avvocato divenuto quarantenne tra non pochi sacrifici e rinunce è pronto per iniziare la sua carriera che lo porterà ad un certo benessere verso i cinquanta e ad un certo agio poco prima della pensione………..

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