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La videoarte di Milkyeyes

Donato Sansone, in arte Milkyeyes, è un artista che si divincola tra il disegno, la pittura e la videoanimazione. E’ nato a Bella, un paesino in provincia di Potenza, trentacinque anni fa ma è artisticamente trapiantato ia Torino. Si è diplomato prima all’Accademia di Belle Arti di Napoli e poi al Dipartimento di Animazione del Centro Sperimentale di Cinematografia di Torino.

Nel 2004 il “Bellaria Film Festival” gli ha dedicato una personale con tutti i suoi corti realizzati fra il 2001 e il 2003 (Milkyesyes, Donnalbero, Manigirevoli, Mutadinafina, Love Cube, SNC Video, Milkyeyescazzone, Natalemilky che trovate normalmente su YouTube o sul suo spazio in MySpace). Tra i suoi lavori più noti ricordiamo i video musicali La Vedova Bianca degli Afterhours, Red in My Eye dei LNRipley e la sigla di presentazione del “Torino Traffic Festival 2009”.

Il suo ultimo e famosissimo lavoro, Videogioco - loop experiment, è un disegno animato in 2D realizzato con l’idea del ‘flip book’ dove l’animazione è realizzata attraverso strisce di carta che si aprono e si riavvolgono velocemente sulle musiche di Enrico Ascoli (potete guardarlo qui). Anche la rivista di cinema più prestigiosa al mondo, Cahiers du cinéma, nel novembre 2009 si è interessato a lui dedicandogli un articolo.

La prima domanda parte proprio da quest’ultimo lavoro che ha fatto il giro del mondo: quanto è importante il sesso per raccontare le storie o per rappresentare la realtà?

 Il sesso non è importante per raccontare le cose, è un qualcosa che in me c’è quasi sempre, per gioco (un po’ volutamente infantile), e anche semplicemente perché mi piacciono molto le donne. A tutto il sesso che c’è nei miei lavori non do nessuna lettura di tipo simbolica o interiore... è solo un elemento, a volte volutamente grottesco e ironico, ma anche un po’ ossessivo.

 

L’ironia può essere il nostro “effetto notte”, il filtro che ci fa indagare il mondo?

L’ironia non ci fa indagare il mondo, è un elemento che se abbiamo dentro è meglio perché più che farci indagare il mondo ce lo alleggerisce.

Io non voglio indagare proprio nulla.

 

Che rapporto c’è o può esserci tra pittura, cinema e animazione?

Il rapporto che c’è oggi tra queste cose è di uno scambio continuo, tutte e tre le cose comunicano ovviamente con l’immagine, e si cerca sempre più di mescolare le diverse tecniche tra loro per ottenere dei nuovi stili dell’immagine.


Oggi, soprattutto per il cinema, tutto sembra orientato al 3D, non ti tenta questa esperienza?

Mi tenta se può essere funzionale a qualcosa che voglio esprimere, alla fine ciò che conta è il risultato e se il 3d può servirmi per ottenere il risultato va benissimo. E’ una tecnica come le altre e le tecniche le utilizziamo all’occorrenza quando abbiamo l’esigenza di dire qualcosa in un preciso modo.

 

Quanto è importante la musica nel tuo lavoro.

Nel mio lavoro e nella mia vita la musica è fondamentale è ciò che genera in me idee e sensazioni e quando penso una cosa la penso molto spesso in termini musicali, di ritmo e suoni.

 

L’uomo diventa artista o sono necessarie attitudini innate? Puoi raccontarci brevemente il tuo percorso?

Entrambe le cose, ma fondamentalmente deve esserci un talento innato per fare la differenza, c’è poco da fare; il talento è una cosa che hai dentro da quando nasci, il talento è quella cosa che lavora d’istinto per farti realizzare delle cose... col tempo si acquisisce esperienza ma alla base se non si ha un talento innato non si arriva a fare grandi cose.

 

Perché Milkyeyes?

Perché la mia prima e reale fidanzata, con cui sono stato diversi anni e che amavo moltissimo, mi ha messo questo soprannome che io trovavo simpatico e che ho poi iniziato a utilizzare per firmare le mie cose.

 

Resterai un artista “da corto” oppure tenterai esperimenti di tipo diverso? 

No, io amo fare cose brevi e intense che somigliano a dei lampi di pensiero. Io mi vedo proiettato verso la video arte, credo che quella sia la mia vera natura, fare film non mi interessa e non è per me. Non sono bravo a raccontare storie, sono predisposto a raccontare emozioni e sensazioni fulminanti, spesso cariche di simboli emotivi, rapide come le idee che ti vengono in testa e che in un attimo si dissolvono lasciandoti una forte sensazione.

 

Cosa c’è nel futuro di Donato Sansone?

Non lo so, spero benessere fisico e mentale e un po’ di serenità interiore che mi manca tantissimo per superare delle paure, ma anche meno pigrizia che è una mia malattia.

 

Ultima domanda quasi ovvia, cosa ti porti sempre dietro della tua terra?

Della mia terra mi porto dietro tutto ciò che sono e cioè sincerità, spontaneità, umiltà, semplicità, cose che ho avuto dalla mia famiglia, dal mio piccolo paese e ovviamente sopra ogni cosa la mia famiglia è ciò che ho sempre con me, è ciò che sono.

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