La solita Casta: abolire le province? Tutte bugie. Aumenteranno da 108 a 250

Incredbile. Il tanto annunciato “taglio delle province”, che ora è un disegno di legge costituzionale, è una solenne presa in giro. Già lo si immaginava, per una semplice questione di tempi tecnici: un Ddl costituzionale richiede molto tempo per la sua approvazione, tempi praticamente biblici che ne lasciavano intendere il (triste) destino.
Ma a parte questo, il taglio delle province è una solenne presa in giro. Perché? È presto detto. Le competenze delle attuali province passeranno alle regioni, che per non farci mancare niente che faranno? Istituiranno nuovi enti, cioè nuome forme di “associazioni tra Comuni per il governo di aree vaste”.
Capito? Praticamente le province stesse. Quindi, il gioco è questo: aboliamo le province? Sì, ma al loro posto istituiamo le… province. Capito?
Sono senza vergogna. E visto che spetterà alle Regioni scegliere l’area territoriale di queste nuove “province”, è facile immaginare che il loro numero si moltiplicherà.
Secondo il Presidente della Provincia di Rieti, sul Corriere della Sera, si passerà
“da 108 province alle 200-250 associazioni tra Comuni”.
Più del doppio. Chiaro? D’altronde Calderoli durante il Consiglio dei Ministri è stato chiaro, fin troppo chiaro:
“Molte province sono amministrate dal centrodestra, là ci sono i nostri elettori, non possiamo abolirle”.
Infatti. E allora non ditelo.
Commenti all'articolo
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox