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La sinistra e la sindrome di Wile Coyote

Perdonino gli amici, i compagni, i conoscenti, i lettori insomma, se mi permetto di ironizzare sulla “odierna” sinistra e sulla sua incapacità propositiva che si riflette nella inconsistenza rappresentativa. Ho da sempre considerato l’autoironia il miglior antidoto alla “depressione da trauma post-elettorale” ed essendo particolarmente esperto in materia, data l’età, mi permetto di farne uso anche in questo frangente, nella speranza che non me ne vogliano da un lato i duri e puri pronti a combattere chiunque, ma prima di tutto se stessi senza neppure rendersene conto, dall’altro lato coloro i quali la sinistra l’hanno affossata scientemente ma fingono di farne ancora parte. Lasciamo, invece, alle loro riflessioni gli elettori già pentiti di essersi affidati a novelli “agitatori” appartenenti alla famiglia degli insetti ortotteri per poi scoprire che si trattava solo di palloncini gonfiati d’elio (la prima stesura dell’articolo citava un gas meno “nobile” e meno neutro d’odore).

Qualche giorno addietro, facendo zapping per sfuggire all’apparizione sullo schermo TV delle poco gradevoli facce di Salvini e di Di Maio contornati dalle rispettive coorti, sono incappato in un canale dedicato ai ragazzini che mette in onda cartoni animati “h24” (artificio linguistico per non apparire datati), detti anche cartoons (scritto in inglese fa più figo, per non apparire datati).

Ebbene, uno di questi canali riproponeva alcuni episodi dell’epopea firmata Warner Bros in cui il coiote di nome Wile (Will a casa nostra) tenta di acciuffare il superveloce struzzo Beep Beep (Bip Bip a casa nostra, Road-Runner per gli estremisti anglofoni) senza mai riuscirvi, andando a “sbattere” regolarmente contro se stesso e le proprie artificiose invenzioni, comicamente inefficaci.

La metafora di Wile Coyote che tenta di catturare lo struzzo Beep Beep illustra bene gli sforzi spesso inconcludenti, a volte perfino comici, di certa sinistra nostrana impegnata a rincorrere l’irraggiungibile Beep Beep simboleggiante di volta in volta il più becero capitalismo come anche l’avversario politico dimostratosi capace di fare man bassa di voti in casa sua. Ecco allora assistere all’ex ministro Minniti che si pavoneggia nel dichiarare di aver concorso ad allontanare il PD dai concetti base della sinistra (beato lui). All’altro capo si annoverano quelli alla Stefano Fassina e alla Michele Emiliano impegnati a lisciare il pelo ai grillini o, peggio, al grillismo partendo dalla constatazione che il M5S si è gonfiato di voti provenienti da sinistra, ma senza riuscire ad analizzare, ahi loro, le ragioni profonde dell’esodo, peraltro facilmente invertibile se solo ci si ragionasse sopra.

Ma c’è di peggio. Ecco lo struzzo Beep Beep vestire i panni del “sovranismo” (leggi nazionalismo). Allora, una parte della sinistra indossa le vesti di Wile Coyote nel tentativo di rincorrere l’irraggiungibile struzzo sovranista (senza fortuna, meno male!). Costoro arrivano persino a recuperare il deleterio, divisivo, preistorico, giurassico concetto di “patria”.

Quando l’ex presidente della Repubblica Napolitano (do you remember?) da buon Dinosauro sdoganò la nozione, chi scrive provò un senso di ripulsa, che ancora oggi lo avviluppa, nei confronti dell’uomo citato. Dov’è finito l’internazionalismo secondo cui ogni persona è data per uguale? Dov’è finita la lotta per la liberazione dei popoli dalle tirannie, comprese quelle più subdole e per ciò più pericolose? E sì! Perché sempre di più oggi, accanto alle immancabili bombe di metallo farcito d’esplosivo, piovono ordigni non meno nocivi camuffati in maniera da apparire innocui, ma i cui effetti deleteri si fanno sentire col tempo, pesanti e pervasivi sin nei più minuti capillari della società.

Quando la sinistra riuscirà a “parlare” ai Millennials (coloro che voteranno o non voteranno per la prima volta nel corrente secolo) avrà finalmente imboccato la strada giusta. Ma facciamo attenzione ai tanti Wile Coyote sparsi per i vari rivoli della sinistra. L’ottima analisi di Federico Rampini nel suo recente saggio “Le linee rosse”, secondo cui la paura determina il voto, la stiamo verificando giorno dopo giorno. Saremo capaci di ribaltare il concetto sostituendo la speranza alla paura? Matteo Salvini, che della paura ha fatto la propria religione, ha aderito a The Movement, il gruppo fondato da Steve Bannon, il fascista ex capo stratega del presidente Donald Trump, convinto che proprio il vicepremier italiano farà crescere il movimento della destra estrema in vista delle elezioni europee di maggio 2019. Facile immaginare al soldo di chi. Assisteremo passivamente alla sfida o la accetteremo replicando per le rime?

Ce n’è abbastanza per convincerci ad adottare le opportune contromisure. La sinistra metta da parte le divisioni, almeno per l’occasione, e vada unita a proporre all’elettore un programma progressista chiaro, senza troppi riccioli e angoli bui. I duri e puri della sinistra continuino pure a sognare di raggiungere prima o poi il “nemico del popolo” Beep Beep.

Chissà se le loro neppure tanto artificiose invenzioni li porteranno ad agguantare qualche risultato concreto. C’è di che dubitarne. Se Wile Coyote la smettesse di inventare soluzioni autolesionistiche e lavorasse d’intelletto anziché di furberie o di banalità, forse ci ritroveremmo a ignorare il vetusto concetto di “patria” e a valorizzare la supremazia dell’umanesimo sulla sterile cultura del Vil (Wile?) Denaro, con tanto di cordiali saluti a Beep Beep.

Commenti all'articolo

  • Di Diogene (---.---.---.49) 29 settembre 2018 14:23

    Doveva finire così. Non si può andare contro la storia.

  • Di Sergio Fissore (---.---.---.113) 30 settembre 2018 08:23
    SerFiss

    ottima analisi, ahinoi

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