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La sinistra del "compagno" Renzi

Il movimento operaio incomincia a ribellarsi, la gente di sinistra incomincia ad abbandonare il PD, le piazze sono piene, gli scioperi continui, le contestazioni sempre più frequenti, il calo di consensi sempre più marcato... e questo fa paura al compagno Renzi.

E allora eccolo con il pugno chiuso alzato a rivendicare, su Repubblica la sua appartenenza alla sinistra, nel vano tentativo di frenare lo smottamento di iscritti, ed elettori, che è ormai in atto. Ma si arrampica sugli specchi.

Sono mesi che Renzi offende e disprezza la sinistra. Sono mesi che i suoi amici offendono e disprezzano i lavoratori e quelli che li rappresentano o difendono.

"II sindacato s' inventa gli scioperi", i lavoratori utilizzano lo sciopero per fare i weekend, occorre limitare il diritto di sciopero", frasi come queste sono schiaffi che bruciano ancora sulle guance di chi lotta per sopravvivere.

E allora è intollerabile che chi contrasta i lavoratori in lotta e liscia il pelo a Serra e Marchionne, nuove icone de PD, affermi impunemente di essere di sinistra.

"La mia sinistra non bisogno di esami del sangue", dice il segretario del PD. E questo chi l’ha certificato, gli elettori traditi di questa legislatura, i 400mila iscritti che non hanno rinnovato le tessere, il milione di manifestanti di piazza San Giovanni?

E d'altra parte emerge in tutta evidenza, in questa affermazione l’ignoranza di fondo e del pensiero e della storia sinistra. L’esame del DNA della classe dirigente di un partito significa democrazia. E' stata per anni l’attività principale delle sezioni del PCI. Le proposte, le iniziative della segreteria e della direzione nazionale sono state sempre sottoposte al vaglio degli organismi periferici del partito. Nessun leader di sinistra si è mai sognato di sottrarsi alla valutazione e al giudizio alle critiche e agli attacchi dalla sua gente.

Il fatto è che quest’uomo ha la mente e il cuore di destra.Ma qual è la sinistra rivendicata da Renzi?

Non si è mai fermato il segretario del PD nella lotta contro i lavoratori, nella costruzione di ragioni e motivi di contrasto e di odio, tra i precari e i lavoratori. E ciò in funzione degli interessi e del capitale che richiede sempre più sacrifici di diritti e dignità dei lavoratori ,e deleghe sempre più ampie di investimenti.

E al servizio di questa linea politica ultraliberista un partito che è diventato un comitato elettorale, in cui idee ed iniziative non nascono da una convinzione profonda, figlia di un'analisi e di un confronto dialettico nel Parlamento e nel partito, ma dalla voglia di poteri e di voti. Una sinistra che insegue il capitale e i consensi, a cui sacrifica tutto anche la razionalità delle scelte .Ecco la sinistra di Matteo Renzi. 

Rivendica l'identità plurale del PD: ma qual è il limite di questa pluralità?

Possono convivere chi vuole un regime e un partito autoritario, e chi non lo vuole, chi vuole lo statuto dei lavoratori e chi non lo vuole?

Si vanta di aver portato il PD nel PSE. Ma stare nel PSE non significa stare a sinistra, se il PSE non persegue politiche di sinistra. Se la BCE ci chiede di diminuire i diritti dei lavoratori, e il PSE tace, stare nel PSE non significa stare a sinistra.

Il PSE come il PD, non sta dalla parte dei più deboli, se è l'alleato occulto del PPE, se persegue una politica rigorista, che espropria la sovranità popolare e rende i deboli ancora più deboli.

La Grecia è al limite della sopravvivenza, la gente non ha i soldi per curarsi e la dignità delle persone sta per perdersi nelle nebbie di una politica UE, matrigna e crudele verso i poveri.

E tutto ciò è stato consentito dal PSE, che non ha fatto opposizione, non si è ribellato a questo abominio. No, il PSE non è un partito di sinistra. 

Il segretario di un partito di sinistra si deve sporcare le mani deve stare con i lavoratori dell'AST, con gli sfollati di Genova, nei luoghi di sofferenza e di lotta. Ma che volete che ne sappia di queste cose chi è stato ed è vicino al padrone e lontano dai poveri, che li inganna con 80 euro, elargiti da una parte e sottratti dall’altra. Carta vince, carta perde, ma perdono sempre gli allocchi.

E, un partito personale il PD? Per Renzi, è un progetto collettivo di milioni persone, nel PD non c’è un uomo solo al comando. Ma se ciò è vero quali e quanti direzioni di partito sono stati luoghi di dibattito dialettico e non di ratifica do soluzioni già prese? Quali e quante le sintesi tra maggioranza è minoranza sono state definite dal segretario?

Piangeva Livia Turco "all'aria che tira”, mentre invocava il rispetto per la sinistra umiliata e vilipesa. Ma le tue lacrime, cara Livia, se li porta il vento se tu e i compagni restate nel limbo dell’indecisione e non vi decidete a lasciare il PD o a cacciare quest’uomo dal partito.

Come? isolandolo. Disertate le direzioni, votate contro le sue leggi, ad alta voce disprezzate chi disprezza i lavoratori. Restituite gli schiaffi che avete ricevuto, e che ogni giorno ricevete, evitate che dopo il dramma ci sia la beffa. Non ripetete gli errori del passato, non ostinatevi a chiamare di sinistra gente di destra, non ripetete con Renzi gli errori fatti con Craxi e Blair.

Foto: Palazzo Chigi/Flickr

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