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La satira delle vignette di Allegra tra Sicilia e attualità

Per anni – attraverso le pagine de La Reppublica - ha disegnato una classe politica siciliana raffigurandola con le fattezze di topi e un sindaco (quello di Palermo, Diego Cammarata, da poco dimessosi) completamente invisibile, di cui si nota la presenza solo attraverso una racchetta sospesa nel vuoto. Lui è Gianni Allegra - pittore, illustratore e autore satirico – oggi ospite virtuale nelle pagine di AgoraVox.

Salve Allegra, onorati di ospitare un maestro della satira. Lei ha lavorato per anni per redazioni come Comix, Linus, L'Unità, Avvenimenti, Cuore e poi Tango e Smemoranda. Adesso le sue caustiche vignette possono essere assaporate nelle pagine di Repubblica Palermo. Quale rivista ricorda con più affetto?

Ho un ricordo bello di tutte le collaborazioni. Quella per I Siciliani è legata a Pippo Fava, al suo sacrificio, alle sue idee. E anche ad una sua frase che mi colpì moltissimo. Appena ricevuti i miei disegni, era l'aprile o il maggio del 1983, mi chiamò e mi disse: "Mai visti mafiosi disegnati così". Nacque una collaborazione istantanea! Ma ricordo con affetto il compianto quotidiano del pomeriggio L'Ora, che pubblicò per otto anni tutti i giorni le mie vignette antimafia. E come non ricordare Linus che nel 1985 mi lanciò come nuovo autore del sud?

Le dimissioni di Diego Cammarata da sindaco di Palermo hanno offerto nuovi spunti?

Ho imparato a fare satira anche in condizioni non propizie: lavorando con i quotidiani devi trovare un'idea anche quando non accade nulla di particolarmente interessante. Certo, la perdita della racchetta sospesa del sindaco, mi mancherà, ma vedrete che ci saranno altri spunti che cattureranno la mia attenzione.

 

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Chi fa satira ha un occhio più attento ai cambiamenti, perciò lo chiediamo a lei (che sicuramente attraverso le sue vignette si appresta già a raccontarlo) cosa ci si aspetta nel futuro di Palermo e della Sicilia?

Nell'immediato non mi aspetto nulla di particolarmente significativo. La mia parte, la sinistra, boccheggia ed è frantumata più che divisa: mi costringe a farle fare da bersaglio per i miei strali satirici. Un bersaglio immobile, direi. Poi, a destra, non si finisce mai di trovare appigli piccoli e grandi per fare satira anche piuttosto facile. Preferisco le situazioni più ambigue, più torbide. Non che mi piacciano nella vita: anzi. Nella satira, per quanto mi riguarda, il guizzo scatta nelle situazioni "paludose".

La sua vasta produzione satirica è raccolta in sette libri: “I gattopardi”; “La prima repubblica non si scorda mai”; “Centonove vignette”; “Poveri ma brutti”; “Lo statuto dei disoccupati”; “L’isola di Cuffaro”; “Contro la mafia a vignette”, con il quale ha vinto il premio per la satira politica “Pino Zac” a Forte dei Marmi. La sua matita non si ferma mai… Sta pensando già a nuove produzioni editoriali?

No, non mi fermo: almeno fino a che avrò idee che mi consentano di realizzare nuovi progetti. Per adesso langue la pittura. Ma presto, spero, di ripropormi con altre mostre in Italia e all'estero. Sto lavorando alle ultime tavole di un graphic novel scritto da Marcello Benfante, "Diario della pioggia", che uscirà in primavera.

 

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Con la caduta di Berlusconi sembra chiudersi la seconda repubblica, quella più mediatica, forse anche urticante e grottesca. Qual è stato il personaggio politico che l’ha più intrigata (nel bene o nel male) in queste due tormentate repubbliche?

Senza dubbio Andreotti, Cuffaro e Berlusconi.

Dove trovarla sul web?

Facebook è un ottimo veicolo. Ma adopero un blog a cui tengo molto che si chiama Il Sole e le Nuvole.

Prossimi appuntamenti che la coinvolgono e che vuole condividere con i nostri lettori?

Venerdì 20 aprile alla Feltrinelli di Palermo presenterò con Benfante, "Diario della pioggia". Non mancate!

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