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La prima marcia sulla sicurezza per il lavoro

Gli infortuni sul lavoro in Italia, è noto purtroppo, sono numerosi. E numerose sono anche le morti, decisamente troppe. Devono assolutamente diminuire. Per ottenere questo obiettivo è necessario garantire una maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro. E tale obiettivo è stato al centro della prima marcia nazionale, organizzata dall’Anmil (l’associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), svoltasi il 30 giugno ad Assisi.

Come e perché si è tenuta questa manifestazione?

Lo si può evincere leggendo una nota emessa dalla stessa Anmil:

“Ha avuto luogo oggi ad Assisi la 1ª Marcia nazionale per la sicurezza sul lavoro, alla quale hanno preso parte circa 3.000 cittadini provenienti da tutta Italia per sottolineare con l’Anmil, insieme a esponenti istituzionali, associazioni e organizzazioni che operano nel mondo della prevenzione e della sicurezza in ambito lavorativo, nonché rappresentanti del mondo sindacale, che non ci deve essere né disinteresse né accettazione verso eventi troppo spesso ritenuti – a torto – frutto di tragiche fatalità, mentre il sistema di tutela delle condizioni di lavoro, le norme antinfortunistiche, ogni possibile strumento o iniziativa in grado di preservare la salute e la vita dei lavoratori e l’assicurazione pubblica contro gli infortuni, non possono essere sacrificati…”.

E anche in un articolo pubblicato su www.lettera43.it si riferisce di quanto avvenuto ad Assisi:

“I numeri dei morti sul luogo di lavoro, sebbene in calo, sono infatti ancora troppo alti: secondi i dati Inail, hanno spiegato ad Assisi, nel 2010 sono stati denunciati 775.000 infortuni, in calo dell’1,9% rispetto ai 790.000 del 2009. Sono diminuite anche le morti: nel 2010 sono state 980 contro le 1.053 dell’anno precedente, in discesa del 6,9%.

Ma secondo l’Inail i dati si sono stabilizzati nel 2011 e così l’Anmil ha deciso di chiedere ai sindacati di marciare insieme ogni anno, per far diventare questa camminata contro le morti bianche un appuntamento fisso da aggiungere alla giornata già dedicata a chi ha perso la vita lavorando, la seconda domenica di ottobre.

Prima della marcia ha preso parola il presidente dell’associazione, Franco Bettoni, secondo il quale per evitare gli infortuni sul lavoro ‘non bastano le leggi, gli investimenti e i sostegni alle aziende, non bastano i controlli, non basta perseguire imprenditori che sfruttano il lavoro nero, disattenti o anche colpevoli’ ma anche, ha aggiunto, ‘non basta pretendere macchine sicure, protezioni dai rischi ben utilizzate, non basta la formazione. Occorre anche promuovere una cultura della sicurezza che entri nel tessuto produttivo delle imprese, nella stessa compagine dei lavoratori’”.

Concordo pienamente con quanto dichiarato dal presidente dell’Amnil. Effettivamente sono diversi gli interventi che è necessario realizzare per migliorare, in misura considerevole, la sicurezza sui luoghi di lavoro. E non c’è dubbio che tale obiettivo deve essere assolutamente perseguito. Non ci si può certamente accontentare del fatto che nel 2011 il numero degli infortuni e delle morti sul lavoro sembra non essere aumentato. Quel numero deve diminuire notevolmente. Non può che essere questo l’obiettivo. E ben vengano anche iniziative nuove, come la marcia organizzata ad Assisi, perché si potranno rivelare senza dubbio utili. Ed è auspicabile che il prossimo anno siano molti di più i partecipanti e che anche i mass media si occupino di questa manifestazione. Infatti ogni giorno purtroppo si verificano infortuni e morti sul lavoro e, per sviluppare quella cultura della sicurezza di cui ha parlato il presidente dell’Anmil Bettoni, è indispensabile una notevole partecipazione dei cittadini alle iniziative sulla sicurezza nel lavoro e una diffusa attenzione a tali problematiche da parte dei mass media.

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.179) 7 luglio 2012 21:59
    Renzo Riva

    Dottor Borrelli,

    Mi sono prefisso di farle concorrenza nel "piangere il morto per imbrogliare il vivo".
    Per cui faccio anch’io la mia lista della spesa.


    Indice Mortalità per TWh prodotto
    .
    Fonte................Morti/TWh........% Energia Elettrica..........................Del totale consumi elettrici
    ...........................................................Prodotta nel Mondo...................mondiali morti per fonte

    Carbone.........................161........................26......... ......................................586’000

    Olio Comb.......................36........................36............... .................................181’000

    Natural Gas......................4.........................21................. .................................11’760

    Bio/massa
    e biocombustibile.........12.........................0,0X

    Torba..............................12..........................0,0X

    Idroelettrica...................1,4........................2,2........ ................................................431

    Nucleare..........................0,04....................5,9......... ................................................33
    .
  • Di Renzo Riva (---.---.---.146) 8 luglio 2012 23:37
    Renzo Riva
    Dott. Borrello,
    Perché non si degna di darci i suoi pareri nel caso dei morti nel terremoto in in Emilia, visto che non "dialoga" sulle cose che le contrappongo?

    Non tanto quei 7 dovuti alla prima scossa delle 4 del mattino quanto per gli altri 16 operai morti alle ore 9 del 29 maggio 2012.
    Quale scellerata decisione degli imprenditori e conseguentemente degli operai che hanno accettato di lavorare in strutture gravemente lesionate e che poi non potevano reggere nemmeno una magnitudo inferiore alla prima scossa?
    È questa la famosa civiltà di chi si ritiene sempre di sopravanzare di una spanna tutto il resto del Paese?
    Adesso assistiamo alla messa in sordina di tutte le notizie e non come a l’Aquila dove la politica dei sinistri ha fatto scempio delle esigenze delle popolazioni locali portandoli alla lotta dura e pura senza paura col risultato che Bersani & C. hanno dimostrato di saper fare bene gli invertiti con il sedere degli altri.

    In Emilia invece? SILENZIO ASSOLUTO, ripeto sillabando: AS-SO-LU-TO.

    Perché allora non organizzare una marcia contro un’imprenditoria miope
    e pure successivamente assassina?

    Un’imprenditoria che per risparmiare qualche centinaia di migliaia di Euri nelle strutture dei capannoni ha messo a repentaglio e perso vite umane, milioni di macchinari e di merci e soprattutto quella sedicente superiorità amministrativa che oggi mostra la corda con gli scandali economici a livello comunale e regionale e che, nonostante tutto, riescono a filtrare attraverso la coltre mediatica del politicamente corretto.

    Voglio darle uno spunto che ho recentemente portato come intervento ad un convegno sui rischi industriali.

    Legge Seveso e le oltre 1’300 aziende che operano con sostanze altamente tossiche e pericolose nei cicli di lavorazione di categoria A e B.
    Pensi solo al monovinilcloruro MVC di Porto Marghera e a quali disastri ci esporremmo in casa un terremoto mettesse alle corde i sistemi di sicurezza e a repentaglio il territorio circostante.
    Dobbiamo attendere un’altra Val di Stava con i suoi 268 morti e le ingenti distruzioni?
    Dopo però vennero monitorate tutte le dighe esistenti sul territorio italiano.

    Possono le autorità preposte ordinare un monitoraggio per escludere o per ordinare interventi indispensabili per la sopravvenuta pericolosità dei siti a suo tempo non ricadenti in zone che oggi sono state ridefinite sismicamente sensibili e dalle nuove zonature della carta sismica dell’anno 2008 passate a indici di pericolosità superiori?

    Oppure dobbiamo ancora una volta attendere l’equivalente della Val di Stava in questo settore industriale soggetto alla cosiddetta normativa Seveso.

    Veda ora lei se vuole ancora continuare a trastullarsi col piangere il morto per fini non certo nobili.

    Mandi,
    Renzo Riva
    .

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