• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > La prescrizione breve e il malcontento generale

La prescrizione breve e il malcontento generale

In un articolo sul quotidiano "La Repubblica" il giornalista Alexander Stille, sulla tanto discussa legge sulla "prescrizione breve", attualmente all'esame del Parlamento italiano, ha sostenuto che il vero scandalo di tale provvedimento è semplicemente il fatto che la prescrizione può scattare a processo già iniziato. Egli scrive: "La prescrizione esiste per i reati minori in tutti i sistemi per un buon motivo: impedire ai procuratori di pescare nel passato lontano per colpire un avversario. Ma una volta iniziato il processo non ci può più essere la prescrizione: così funziona in USA, in Gran Bretagna, in Olanda e così via. Altrimenti si cercano degli incentivi perversi per allungare i processi".

In altre parole, sostiene Stille, questa anomalia tutta italiana incoraggerebbe strategie di dilazione tramite mille cavilli che farebbero finire i processi in un modo che non ha niente a che fare con la giustizia.

Non si vuole qui criticare l'articolo, né tanto meno entrare nel merito del problema sostenendo una tesi piuttosto che l'altra, tanto più che la legge, come detto, dovrà ancora essere approvata dal Parlamento. Si vuole però attirare l'attenzione sui numerosi commenti che hanno accompagnato l'articolo e che dimostrano quanto il problema sia sentito dagli italiani.     

Sono quasi tutti dello stesso tenore e colpiscono soprattutto frasi di questo genere: "E' una democrazia l'Italia? Mi vuole prendere per i fondelli? Spiace tanto per gli italiani onesti, ma questo Paese è lo schifo più grande che esiste al mondo". E ancora: "Sarebbe un'offesa per gli Africani paragonare l'Italia all'Africa. Non esiste proprio paragone se non con Hitler e Mussolini". Altre frasi sconcertanti: "Io me ne andrò da questa feccia, state pure con un criminale abituale malato di mente! Addio ad un Paese che ora fa solo schifo, schifo, schifo...". Oppure: "La parodia della democrazia è peggio della tirannia. Oggi appenderò alla finestra un Tricolore con nastro nero, a lutto. Spero che lo facciano anche altri, molti".

Insomma una serie di commenti (anche più spinti e triviali di quelli riportati) al seguito di un articolo su un grande giornale come "La Repubblica" (ma possibile che non vi sia un solo commento di speranza per il futuro?), certamente esagerati e di parte, ma che esprimono un tale disprezzo per l'Italia e le istituzioni, con tale cinismo e rabbia, da lasciare seriamente sgomenti. 

Si tratta certamente di un segnale che non lascia prevedere niente di buono e che dovrebbe fare riflettere la classe politica italiana, sia essa di destra, di sinistra o di centro, molto più seriamente di quanto abbia fatto sinora. Anche se, come la storia insegna, ci consola il fatto che gli italiani hanno sempre dimostrato, nei momenti difficili, di avere in serbo grandi riserve di dignità, tenacia ed energia patriottica.       

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares