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 Home page > Attualità > Economia > La manovra fiscale e la tassazione delle rendite finanziarie

La manovra fiscale e la tassazione delle rendite finanziarie

Perché in Italia le rendite sono tassate meno della metà del reddito da lavoro? Quali sono le ragioni di questa situazione unica in Europa? Che impatto può avere la manovra di Tremonti che punta ad incrementare la ritenuta dal 12,5% al 20%, esentando però i Titoli di Stato?

L'articolo 53 della Costituzione Italiana recita: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività".

Ma allora perché Tremonti sta proponendo di alzare la tassazione sulle rendite finanziare esonerando i titoli di Stato, che ne costituiscono l'80%? E perché azioni e obbligazioni sono tassate al 12,5%, meno della metà dei conti correnti bancari e postali sui quali viene applicata una ritenuta del 27%?

In realtà il fenomeno della bassa tassazione delle rendite rispetto ai redditi da capitale è strettamente connessa al debito pubblico italiano, il terzo del mondo e il primo in Europa.


E' stato ampiamente scritto e dimostrato che nelle economie mature la stragrande maggioranza del debito serve a comprare il consenso degli elettori. E il debito si crea attraverso l'emissione di titoli pubblici da collocare mediante gli istituti di credito. Per fare ciò è necessario che i titoli siano economicamente appetibili, quindi abbiano un tasso di interesse alto e/o una tassazione conveniente. Se si aumenta la tassazione su tali titoli e non si vuole correre il rischio di un disinvestimento, è necessario alzare il tasso di interesse. In particolare in Italia, i titoli pubblici servono a pagare gli stipendi della Pubblica Amministrazione e a finanziare le più diverse misure a sostegno del consenso elettorale, quindi Tremonti non può permettersi di renderli meno appetibili rischiando il minimo disinvestimento.

Ma poiché la nostra economia non cresce a sufficienza, e le agenzie di rating ne danno giudizi ben poco lusinghieri, i tassi di interesse crescono comunque, per effetto dell'aumento del rischio che deve essere compensato con un maggior rendimento. Inoltre, una tassazione agevolata dei proventi derivanti da azioni e obbligazioni è una delle poche armi rimaste per attrarre capitali in un Paese a bassa crescita e afflitto da una burocrazia schiacciante. Tutto ciò spiega come mai Tremonti si trovi costretto ad alzare le tasse su qualunque reddito o introito tranne che sui titoli di stato, e mantenga comunque circoscritto l'incremento della tassazione su azioni e obbligazioni. 

Se ne deduce che una misura del genere ha l'effetto di un maquillage, un'azione più di forma che di sostanza. Una riforma fiscale seria, e degna di tal nome, non potrà mai prescindere dalle liberalizzazioni, dal taglio della spesa pubblica mirato, non orizzontale ed indiscriminato volto a ridurre come sempre alcune spese utili lasciando intatte tutte quelle inutili.

In soldoni, è necessario tagliare le voci di spesa che portano voti.

I commenti più votati

  • Di Strangelove (---.---.---.0) 30 giugno 2011 14:56
    Strangelove

    Ma non è così. Mi sorprende che una che si dica liberale dica simili baggianate. La tassazione italiana sulle azioni è particolarmente pesante per le persone fisiche (ossia per i piccoli risparmiatori).

    Per esempio in Svizzera, Belgio, Olanda i capital gain non vengono tassati. In Austria e Germania, se il possessore di un titolo è tale da un certo numero di mesi, allora anche in questi paesi non si paga nessun capital gain.

    Inoltre alla cosiddetta tassazione sulle rendite si aggiunge anche quella a livello aziendale. La tassazione totale sui dividendi è molto elevata per il piccolo azionista.

    Oltre a questo una persona che si dice liberale e che in qualche modo giustifica la tassazione del risparmio individuale fa nascere diverse perplessità.

    Liberale in che senso? In senso liberalsocialista?

    La realtà è che l’Italia per le persone fisiche è un inferno fiscale. E tassare il risparmio dei cittadini è probabilmente una delle cose più liberticide e schiavizzanti.

     

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.132) 30 giugno 2011 12:18

    se cotanti governanti italiani fossero stati all’opposizione le cosiddette rendite finanziarie, le avrebbero chiamate "i risparmi degli italiani", avendo però delle particolari abilità nel (s) governo dell’economia ora le chiamano rendite finanziarie, termine anche più aulico dal punto di vista economico...se non sbaglio si tratta dello stesso governo che non voleva mettere le mani nelle tasche degli italiani...beh in fondo in fondo, uno, i risparmi di una vita mica li tiene in tasca...

  • Di (---.---.---.158) 30 giugno 2011 14:04

    il sistema finanziario mondiale è destinato a soccombere alla rivoluzione dei cittadini di tutto il mondo. La prossima tappa evolutiva dell’uomo è costruire e vivere in una società senza denaro. vi propongo la lettura di questo articolo: http://wp.me/p19KhY-Dx

  • Di Strangelove (---.---.---.0) 30 giugno 2011 14:56
    Strangelove

    Ma non è così. Mi sorprende che una che si dica liberale dica simili baggianate. La tassazione italiana sulle azioni è particolarmente pesante per le persone fisiche (ossia per i piccoli risparmiatori).

    Per esempio in Svizzera, Belgio, Olanda i capital gain non vengono tassati. In Austria e Germania, se il possessore di un titolo è tale da un certo numero di mesi, allora anche in questi paesi non si paga nessun capital gain.

    Inoltre alla cosiddetta tassazione sulle rendite si aggiunge anche quella a livello aziendale. La tassazione totale sui dividendi è molto elevata per il piccolo azionista.

    Oltre a questo una persona che si dice liberale e che in qualche modo giustifica la tassazione del risparmio individuale fa nascere diverse perplessità.

    Liberale in che senso? In senso liberalsocialista?

    La realtà è che l’Italia per le persone fisiche è un inferno fiscale. E tassare il risparmio dei cittadini è probabilmente una delle cose più liberticide e schiavizzanti.

     

    • Di (---.---.---.132) 30 giugno 2011 15:22

      l’unica tassazione aggiuntiva comprensibile dopo il recete (S) governo della crisi economica sarebbe la tassazione sui grandi patrimoni ed eventualmente sulle GRANDI rendite finanziarie speculative...da questo punto di vista la tassazione dei capital gain ( che non è una rendita finanziaria ma patrimoniale...) può essere giustificata, come la tassazione di particolari investimenti finanziari di borsa particolarmente speculativi...(!)


      Io sono convinto però che chissà perche ma cotanto governo andrà a tassare il piccolo risparmiatore con obbligazioni o con titoli di Stato...essere liberal socialisti ( laddove l’autrice dell’articolo lo fosse...sarebbe eventualmente un pregio, per come la vedo io ...). 
    • Di Strangelove (---.---.---.137) 30 giugno 2011 16:35
      Strangelove

      Fatto sta che la tassazione dei capital gain colpisce solo la rivalutazione di fondi, prodotti bancari e azioni posseduti dalle persone fisiche. Ossia dai piccoli risparmiatori.

      Nessun grande patrimonio viene colpito.

      De Facto quindi la tassazione sui capital gain è completamente una farsa che finisce per colpire solo il risparmio dei ceti medio bassi.

      Quanto poi al liberalsocialismo è una contraddizione in termini che serve solo a presentare il socialismo in una maniera più edulcorata. La denominazione più adatta sarebbe socialismo alla vasellina.

    • Di Alessia Berra (---.---.---.217) 5 luglio 2011 12:53
      Alessia Berra

      Vedo solo ora i vostri commenti. Probabilmente non mi sono spiegata bene: non ho mai detto che la strada da percorrere sia tassare il risparmio, tanto che ho posto l’accento sulla disparità di trattamento tra la tassazione dei conti postali e bancari, dove tipicamente famiglie e pensionati ripongono i risparmi di una vita, e quella di azioni e obbligazioni, preferite dagli speculatori. I primi sono tassati il doppio dei secondi, alla faccia della progressività dell’imposta. Dato che abbassare le tasse non si può, sarebbe auspicabile avere almeno la stessa ritenuta per tutti. Di fatto non è ciò che accade, e ho cercato di spiegare perchè (spiegare, non giustificare)

      In ogni caso due considerazioni sulla tassazione del risparmio vanno fatte, a mio avviso:

      - distinguiamo il risparmio dei piccoli risparmiatori e le modalità con cui questo viene investito, dai giochi e le alchimie finanziarie a puro scopo speculativo; chiamatemi pure socialista, ma nella tassazione delle seconde non trovo nulla di eretico, anzi
      - tassare i redditi da capitale meno della metà dei redditi da lavoro dà un messaggio distorto e porta chi può farlo a smettere di produrre e cercare di vivere di rendita: è questo di cui questo Paese ha bisogno?

  • Di (---.---.---.132) 30 giugno 2011 15:28

    tagliare le voci di spesa che portano voti...tanto per incominciare tagliare quanto meno gli incrementi di certe pensioni pubbliche e non , ingiustificate nella loro entità e magari calcolate con il metodo retributivo...quelle di certi dirigenti o quadri ad esempio...

  • Di Geri Steve (---.---.---.193) 1 luglio 2011 00:10

    come ha scritto strangelove, e’ completamente falso che le rendite da capitale in Italia siano tasssate piu’ che all’estero. in USA mi pare che siano al massimo il 15%.

    Il punto fondamentale e’ che i capitali possono cambiare nazionalita’ e gli stipendi no. Se si alza ancora la tassazione delle rendite, chi ha capitali consistenti li spostera’ all’estero e quindi verranno colpiti soltanto i piccoli e medi risparmiatori.

    Le tasse sul reddito (irpef) in Italia sono gia’ le piu’ alte del mondo, anche piu’ alte che nei paesi scandinavi, perche’ li’ ci sono molte possibilita’ di detrazioni, perche’ li’ non ci sono molti altri balzelli italioti, perche’ li’ l’assistenza sanitaria e sociale esiste davvero...

    Il punto -stranoto- e’ che per abbassare le tasse bisogna abbassare l’evasione, ma noi abbiamo sempre qualche imbecille che sostiene che invece le si devono aumentare a chi gia’ paga le aliquote piu’ alte del mondo, attizzando una guerra fra i tartassati, mentre gli evasori se la ridono di tanta imbecillita’.

    Geristeve

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