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La manifestazione scomparsa

Una risata.
E’ questa la reazione che sicuramente avranno avuto tutti i partecipanti della manifestazione in piazza Farnese del 28 Gennaio, dopo un po’ di sano zapping tra i vari tg.

Neanche l’informazione cartacea ha risparmiato il piazza Farnese Day.

Corriere della sera: "Di Pietro attacca Napolitano".
Repubblica: "Di Pietro attacca Napolitano". 
L’unità: "Di Pietro insulta Napolitano".
Skytg24: "Di Pietro contro tutti"
Il Giornale: "Di Pietro attacca Napolitano".
La Stampa: "Di Pietro attacca Napolitano, è bufera".

Verrebbe quasi da chiedersi cosa ne è successo all’evento. Qualcuno potrebbe farsi la malsana idea di un comizio di oltre 3 ore, con protagonista Di Pietro, che si è burlato di Napolitano accusandolo di essere mafioso.

Spiace quasi rompere questo quadretto "gioioso", per rendere noto che solo un analfabeta (o un furbetto) avrebbe potuto pensare che la parola "mafioso" nel discorso di Di Pietro fosse attribuita a Napolitano. Chi conosce l’italiano (ormai saranno in pochi), può tranquillamente leggere una piccola parte del discorso del leader dell’Idv:



"Stiamo semplicemente dicendo che non siamo d’accordo sul fatto che si lasci passare il lodo Alfano, che non siamo d’accordo sul fatto che si criminalizzino le persone che fanno il loro dovere, che non siamo d’accordo sull’oblio che hanno le istituzioni nei confronti di questi familiari delle vittime, che non siamo d’accordo nel vedere terroristi che vanno a fare gli insegnanti e informare a loro modo le cose, che fanno i saputoni e poi vediamo le vittime del terrorismo e della mafia che vengono dimenticate e abbandonate a se stesse. Lo possiamo dire o no? Rispettosamente, ma il rispetto è una cosa, il silenzio è un’altra: il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso. Ecco perché non vogliamo rimanere in silenzio".

Per chi avesse gravi problemi mnemonici, nonché una serie di difficoltà lessicali e grammaticali, per chi non riuscisse a tenere a mente il soggetto di una frase e si perdesse fra le subordinate e le pause dettate dai punti e dalle virgole, allora sappia una sola cosa: mafioso è il silenzio di chi, come l’informazione nostrana, dimentica la stragi di mafia, o di chi non si ribella agli scandali italiani.
O ancora, di chi strumentalizza una frase per nasconderne 100.

Se qualcuno ritrovasse per strada la manifestazione scomparsa, può tranquillamente fare un fischio; magari non ne siete a conoscenza, ma nell’evento organizzato dall’associazione nazionale familiari vittime di mafia (e non dall’Idv), si parlava di giustizia, ed oltre a Di Pietro c’erano Salvatore Borsellino, Marco Travaglio, Beppe Grillo, Carlo Vulpio, Sonia Alfano, e molti altri. 

Lo scopo è stato solidarizzare con tutti i magistrati e i giornalisti rimossi dal loro incarico, rei di essersi occupati di uno scandalo enorme che sta emergendo in Calabria. Per sensibilizzare le persone sono stati ricordati i più grandi magistrati, carabinieri, giornalisti, e via dicendo, che si son battuti fino alla morte per la giustizia.

Dove è finito l’intervento di Salvatore Borsellino, che ha mozzato il fiato ai manifestanti con il suo racconto della strage in cui è morto il fratello Paolo?
Chi di voi ha visto in televisione un frammento degli interventi dei familiari vittime di mafia? 

Che ne è stato dell’intervento di Marco Travaglio che ha denunciato uno scandalo di dimensioni abnormi, passato sotto silenzio davanti ai nostri occhi?
Infine, chi ha capito quale era il vero tema della manifestazione?

Questi comunisti han pensato, irresponsabilmente, di parlare di "stragi di mafia" e di "terrorismo", nonché di "attacco alla magistratura" e di "scandali oscuri"; fortunatamente il tutto è stato nascosto per non scandalizzare i più piccini. Potrebbero rimanere scioccati nel sentire parlare di magistrati saltati per aria, meglio far sapere che presto ad ogni bonazza italiana verrà assegnato un body-guard personale completo di pinzette, mascara e ombretto.

Commenti all'articolo

  • Di andrea (---.---.---.222) 4 febbraio 2009 15:20

    questo è lo stato dell’informazione in italia.. e finche berlusca la controlla non si può far nulla .. e non dite che con internet si risolve tutto, se anche beppe grillo fa 1 milione di contatti al giorno x ora l’informazione rimane nelle mani dei vari vespa, rossella, mimun e tutti questi altri mistificatori della realtà.. spiace dirlo ma è così s’impara più sull’italia con lo zoo di 105 che con i tg sudditi della politica.. smiley

  • Di Daniele (---.---.---.128) 4 febbraio 2009 15:57

    Se non avesse detto quelle parole, nemmeno l’avrebbero nominata la manifestazione.
    Lo saprebbero solo chi abita nella piazza e che usa internet.

    Daniele

  • Di Andrea Pisani (---.---.---.241) 4 febbraio 2009 18:03

     Se non avesse detto quelle parole, riferite alla piazza e non a Napolitano, avremmo assistito alla demonizzazione del Grillo di turno, sport preferito da Riotta e Mimun.
    L’informazione non può non trattare di una manifestazione di quella portata con quei personaggi, ne deve parlare per forza nascondendone i commenti più scomodi (quelli di Borsellino e Travaglio).

  • Di Paolo Praolini (---.---.---.220) 4 febbraio 2009 22:01

    La denuncia di Agoravox non è mancata sin dalle prime ore del giorno successivo alla manifestazione.
    L’evento è veramente drammatico, la maggioranza degli italiani non è informata dell’accaduto.
    Chi naviga su internet e frequenta i siti di libera informazione ed i blog ha potuto rendersi conto della portata di questo imbavagliamento.
    Se ci pensiamo la normalità per il cittadino medio è quello di informarsi dai quotidiani e anche questa volta non si è fatta notizia di Travaglio e C.
    Ma questo non ci frena nella nostra informazione e rende nel lavoro di Av ancora più intensa la sua funzione sociale.

  • Di mabo (---.---.---.184) 4 febbraio 2009 22:37
     
    Grazie ad AGORAVOX ho potuto seguire le fasi dell’evento in questione dall’annuncio del giorno precedente fino agli sviluppi dei giorni successivi (polemiche artificiose annesse).
     
    Uno squarcio di LUCE tra le tenebre informative.
     
    Un saluto
    Mauro Bonaccorso
     

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