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La grande assente dei nostri tempi: la politica

Mai come oggi il vuoto lasciato nelle nuove generazioni irrompe nello spazio sociale italiano ed europeo.

Un generatore di vecchi cliché in stile retrò richiama alla mente immagini di un passato remoto, il movimento sociale del nazifascismo è ancora in fermento, si muove in silenzio nella massa, fabbrica il suo “soldato politico”: così Giovanni Fasanella e Antonella Grippo ne “L’orda nera” descrivono la cenere sopita nell’animo della nuova destra che si rinfiamma, nello scenario globalizzato e cosmopolita odierno.

Quali radici culturali, quali bisogni reali, quali idee e motivazioni attirano i giovani che si riconoscono in questi movimenti?

Sono nelle periferie cittadine, nella metropoli, negli stadi e navigano indisturbati nel web; non si riconoscono nella destra istituzionale, sfidano il mondo con la violenza e tra vecchie tradizioni e bisogno di un “ordine nuovo” odiano la democrazia, il consumismo e l’omologazione, figlie dell’America.

Non è un partito: nasce dal basso, nel disagio delle periferie locali e come un ragno tesse la sua tela lentamente, ma con cura, si annida nei centri sociali, si estende nei punti di aggregazione e nelle associazioni: non l’ideologia il suo cavallo di battaglia, ma le difficoltà quotidiane: il lavoro che manca, l’immigrazione, le speculazioni delle banche, lo sguardo incerto dei giovani al futuro.

Vogliono la giustizia sociale, un sistema di valori economici e morali in cui centrale sia la famiglia, la tutela del lavoro, gli assegni familiari e la previdenza per far rinascere lo Stato sociale.

É una nostalgica rivisitazione del passato o un nuovo fenomeno sociale cui far fronte?

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