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Un progetto per aiutare i minori in gravi situazioni di disagio

Destinatario di cure e attenzione, oggetto primario dell'amore materno e paterno, portatore di diritti e bisogni per un sano sviluppo umano in ogni sua potenzialità, questa la nuova categoria sociale del bambino nella collettività.

Nei secoli scorsi il “minore” era considerato tale nel senso letterale del termine, un universo sociale e giuridico inesistente per il mondo degli adulti: nel 1874 una bambina americana per proteggersi dai maltrattamenti del patrigno trovò come unica tutela il ricorso ad una società protettrice degli animali, nel 1833 la Corte centrale criminale di Londra condannò all'impiccagione un bambino di 9 anni per aver sfondato una vetrina.

Storicamente infanzia ed adolescenza sono categorie nuove; solo negli anni '70 si riconosce il diritto del soggetto in età evolutiva, con la nascita di strumenti per sostegno, recupero e promozione dei minorenni in difficoltà. Il diritto accoglie e ascolta i bisogni del minore, si preoccupa di tutelare la persona nelle sue potenzialità.

Successivamente, l'art. 4 della Convenzione sui diritti del fanciullo, redatta a New York il 20 novembre 1989, stabilisce che gli Stati firmatari si impegnano ad adottare tutti i provvedimenti legislativi, amministrativi ed altri, necessari ad attuare i diritti riconosciuti ai bambini e ai ragazzi.

Tali diritti riguardano "il loro benessere, la loro autonomia, il diritto all'educazione, il diritto al riposo e alla attività ricreativa, il diritto alla partecipazione culturale ed artistica, la libertà di associarsi, riunirsi, esprimersi, ricercare, ricevere, e divulgare informazioni, la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, la libertà di essere ascoltato e di esprimere la propria opinione su ogni questione che lo interessa".

In Italia la Convenzione è stata ratificata nel 1991.

Nei casi di maltrattamento e di abusi sessuali sui bambini, essenziale è la capacità professionale degli operatori sanitari ed educativi che, se inadeguati possono provocare gravi danni nel complesso processo di sviluppo della piccola personalità in crescita già precedentemente traumatizzata, in famiglia o nella società.

Gli abusi sui minori e maltrattamenti in famiglia costituiscono nel nostro Stato un reato previsto dall'articolo 572 del codice penale.

Salvaguardare i diritti dei più piccoli in situazioni di disagio, in prima linea nell'identificazione del bisogno precoce del minore, dell'adolescente, della famiglia: il G.O.I. Gruppo Operativo Integrato, promosso dalla Provincia di Roma, si adopera nella prevenzione, diagnosi e trattamento nelle situazioni drammatiche che coinvolgono questi soggetti deboli.

Basato su un modello Multiagency prevede la condivisione del lavoro in rete tramite specifici protocolli operativi per ogni professionalità operante nel sistema.

Il Progetto “Dal Gruppo che progetta al gruppo che opera...” della ASL RM H6 di Anzio e Nettuno, organizzato dalla Dott.ssa Diana Di Pietro, Neuropsichiatra infantile, Carla Bonacini Assistente sociale, Alberto D'Orso Psicologo dei Servizi Sociali sarà presentato il 20 Aprile 2012 nella Sala Consiliare del Comune di Nettuno, in piazza Cesare Battisti alle ore 17,00, alla presenza del sindaco di Nettuno Alessio Chiavetta, del sindaco di Anzio Luciano Bruschini, del Direttore Generale della ASL RMH Alessandro Cipolla, del Direttore Sanitario Amedeo Cicogna, delll'Assessore alle politiche sociali della Provincia di Roma Claudio Cecchini.

Si illustreranno i procedimenti attuati in sinergia con gli operatori del G.O.I scuola sull'identificazione precoce del rischio, la segnalazione e la presa in carico di famiglia e minore.

Stabilito un protocollo d'intesa con le istituzioni, il prossimo auspicato traguardo sarà coinvolgere attivamente agenzie del territorio interessate quali i pediatri di libera scelta, i medici di medicina generale, le Forze dell'ordine e il Terzo settore.

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