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La furbata sull’Imu: la batosta è rinviata per motivi elettorali

Una truffa. La nuova IMU e le relative modalità di pagamento sono una autentica porcata. Una furbata di questo governo di professori e tecnici che in poco tempo hanno imparato fin troppo bene come funziona la politica italiana.

Il pasticcio iniziale è del governo: ha creato una tassa statale, l’ha spacciata per comunale ma è chiaro a tutti che i Comuni, almeno in questo caso, sono soltanto esattori per conto dello Stato. Il governo non ha nemmeno stabilito l’entità di questa tassa: ha lasciato ai comuni la possibilità di decidere l’aliquota. Possono mantenere quella base, come sperano tutti i cittadini, oppure aumentarla e trattenere la differenza.

C’è un problema: a maggio ci sono le elezioni, e nessun sindaco, nessuna coalizione, nessun partito si è preso la responsabilità di presentarsi al voto avendo stabilito l’aliquota dell’Imu. Siamo in Italia, d’altronde.

E così si è creato il caos. Ieri un emendamento in Commissione Bilancio ha ulteriormente peggiorato le cose. Perché entro la prima scadenza, il 18 giugno, si pagherà un acconto, cioè il 50% dell’aliquota base. Una cosa minima, tanto per tenere buoni elettori, sindaci e partiti. Il grosso del pagamento è rinviato a dicembre. Con calma, c’è tempo. E quanto si pagherà? Non lo sa ancora nessuno.

L’Imu è la tassa del mistero: sai che devi pagarla ma non sai quanto.

Perché? E’ semplice: entro giugno i comuni dovranno fissare le aliquote, ma il governo potrebbe rivedere aliquote e detrazioni entro la fine di luglio. Il tutto “in base al gettito della prima rata”.

Insomma, a questo punto si potrebbe introdurre l’offerta libera. O a sorteggio. Intanto paghiamo, poi si vedrà. Come, quanto e quando non è importante. E poi fanno i blitz nei locali il sabato sera…

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