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La fiducia al ministro Saverio Romano e l’inciucio con la Lega

Anche ieri in Parlamento si è vissuta una intensa giornata politica culminata con la votazione per la sfiducia al ministro Francesco Saverio Romano, portata avanti da IDV & Company. La richiesta di sfiducia verso il ministro Romano appartenente al ‘gruppo dei responsabili’ è sopraggiunta dopo che lo stesso è risultato essere indagato per concorso esterno in associazione mafiosa dal GIP di Palermo.

Ieri, sin dalle prime ore del giorno, tutte le testate giornalistiche anticipavano commenti, pareri e possibili sviluppi di un'eventuale battuta d’arresto di questo governo per l’ennesimo test di tenuta della maggioranza di fronte al voto di sfiducia nei confronti del ministro dell’Agricoltura.

Si è arrivati dunque alle 16.00 ed il ministro Saverio Romano ha affrontato la prova!

Romano è salvo, una maggioranza compatta ha superato la prova d’esame con 315 voti contrari alla sfiducia, contrapposti ai 294 voti favorevolidell'opposizione.

Un risultato ‘pregievole’ per la maggioranza ed il capo del governo grazie ad una compattezza granitica della maggioranza che contro tutte le previsioni ha parato questo ennesimo colpo alimentato dall’intolleranza dell’opposizione!

Ma dietro a questa ‘risibile’ vittoria, sostenuta da un ondivago schieramento leghista troppo spesso infedele ai propri fondamenti costitutivi, veniamo a scoprire torbidi accordi, mirati ad ottenere personali benefici in cambio del sostegno necessario alla sopravvivenza politica dello schieramento di maggioranza.

Nella sua campagna difensiva, l’on. Romano, da reggente del ministero delle Politiche agricole, è riuscito con un furbesco stratagemma a ottenere la fiducia della Lega per affrontare questa lunga giornata parlamentare. Una vicenda che ha determinato una profonda spaccatura dell’opinione pubblica del paese.

Tutto è nato quando il ministro Romano ha agito nei confronti dell'allora presidente Agea, Dario Fruscio, ex-senatore della Lega, promuovendo e formalizzando la sua estromissione dal ruolo assegnatogli dall‘ex ministro Zaia.

Il dottor Fruscio, come testimoniano le sue parole a Barisoni di Radio 24, da presidente dell’agenzia che controlla l’erogazione dei fondi europei per l’agricoltura, era fermamente convinto e motivato a far pagare la multa di 3 miliardi di euro ai circa 600 allevatori che avevano sforato le quote latte imposte ai produttori italiani dalla Comunità europea, piuttosto che far ricadere questo onere sulle spalle di tutti gli altri cittadini italiani.

Questo caparbio intervento dell'ex senatore Fruscio era mirato a contrastare la volontà di Bossi e compagni di dilapidare il denaro pubblico, pur di garantirsi i voti dei 600 allevatori indisciplinati.

Purtroppo, l’intervento di Fruscio ha innervosito i dirigenti leghisti che per non scontentare gli amici allevatori hanno stretto un accordo bilaterale che sembra piuttosto un inciucio verso gli elettori.

In sostanza, così come sottolineato da più di un quotidiano, l’accordo avrebbe previsto uno scambio di favori tra la Lega e il ministro Romano: l’estromissione del responsabile dell’Agea con conseguente blocco della richiesta di riscossione delle multe agli allevatori in cambio del voto compatto della Lega contro la sfiducia in Parlamento.

Il gioco è riuscito, il ministro Romano ha salvato la sua poltrona ed i 600 allevatori per il momento eviteranno l’esborso delle multe.

E così tutto sembra che abbia funzionato, svelando però un gioco della politica poco etico e sleale nei confronti degli elettori leghisti e del paese intero.

Questa è la politica e per ora nulla cambia, i giochi di potere continuano a calpestare la dignità dei cittadini.

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