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 Home page > Tribuna Libera > La dittatura moderna, si chiama ’Democrazia’

La dittatura moderna, si chiama ’Democrazia’

Una volta sì, era un’altro vivere... C’erano ancora limiti da valicare. Barriere da abbattere. Sensi unici da percorrere controcorrente. Idee radicate da sradicare. E se avevi la voglia, e le palle, potevi sentirti "unico"... Non "Solo". Bensì "Unico", cioè diverso dalla massa omologata.

Bastava poco per uscire dal mucchio. Per elevarsi. Per distaccarsi. E provare quel piacere fisico e mentale: esistere.

A volte, bastava solo farsi una canna. E poi guardare il mondo dall’alto del proprio coraggio di andare contro le regole. Oggi sembra così banale, un tempo era la Ribellione. Tangibile. Evidente. Chi all’epoca, si è lasciato inebriare dal fascino del diritto alla liberazione rivoluzionaria dell’individuo, si trova oggi a dover fare i conti con una reatà così mostruosamente diversa da apparire perversa.

Guardiamoci: abbiamo tutto. Ma è tutto così poco utile, nella realtà quotidiana. Abbìamo mille possibilità in tutti i campi. Ma non abbiamo la possibilità di afferrarle.

L’ultima trovata tecnologica sfugge al nostro interesse ormai saturo di innovazioni. Ogni moda è già stata concepita. Non c’è droga che possa far sballare tanto da crearne scalpore. Nessuna follia potrà mai più innalzare l'essere umano a un millesino di attenzione: l'umanità è ormai sedata. Troppo abituata a tutto, non riconosce più nulla come fonte di interesse.

Possiamo essere ciò che vogliamo: nessuno si opporrà. Possiamo fare ciò che vogliamo: nessuno si stupirà. Ogni idea è già stata pensata. Ogni regola infranta. Ogni follia vissuta. Si può solo aggiungere qualche piccola modifica al "già fatto". Al "già pensato". Siamo più liberi adesso? Si è liberi quando ci si può opporre a una regola perversa. A una vessazione. A un’ingiustizia. A un Sistema autoritario.

Ma chi abbiamo come modello? Le istituzioni, che si consentono tutto, per dare l’idea di consentirci tutto.

Da cosa vogliamo sentirci liberi oggi, se tutto ci è consentito? E questo “tutto”, siamo certi essere ciò che è necessario per vivere?

Ci hanno convinti di essere liberi, al grido di “Democrazia”, ma nel frattempo hanno creato la dittatura più feroce: quella senza sbarre, carceri e carcerieri. Siamo schiavi, inattaccabili dalla coerenza del vero criterio di Libertà.
Una perversa dittatura intangibile, e quindi, terribilmente violenta e inabbattibile.

Abbiamo perso la possibilità di emergere dalla massa. E anche, la capacità di opporsi al sistema. Ci è stata tolta la possibilità di poter avere e sperare di avere una possibilità diversa, un’opzione.

Il "Sistema", il caro vecchio Sistema, è stato più veloce e scaltro. Sono riusciti a non farci fuggire. A non farci alzare la testa. Ci hanno permesso tutto. Tanto da non darci alcuna regola da infrangere. Possiamo uccidere, rubare, stuprare, malmenare: la pena che ci attende, non è più il carcere, ma la schiavitù perenne.

Dovremmo tornare ad amare noi stessi, per comprendere ciò che ci siamo fatti capitare. Ne saremo capaci?

Questo articolo è stato pubblicato qui

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