• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Economia > La disastrosa politica dei tagli sconsidertati ci allontana sempre più dalla (...)

La disastrosa politica dei tagli sconsidertati ci allontana sempre più dalla ripresa

La ricetta italiana alla crisi è stata tagliare il più possibile in settori cardine come la scuola e la sanità. Mai scelta fu più disastrosa e folle. 

Cina, USA e Paesi Scandinavi hanno incrementato la spesa per l’istruzione pubblica a tutti i livelli. Solo studenti eccellenti possono divenire ricercatori e professori eccellenti. E dove la ricerca eccelle arrivano inevitabilmente gli investimenti ed i ritorni economici dei brevetti. 

In Italia i nostri “illuminati” ministri sostengono invece che con la cultura non si mangi... poveri semianalfabeti. Con la cultura a tutti i livelli, da quella archeologica a quella ingegneristica, non solo si mangia ma si incrementa il P.I.L con percentuali a due cifre. 

Solo incentivando l’amore per la conoscenza e l’eccellenza scolastica si può dar vita a quella indispensabile élite della conoscenza, necessaria, al pari dell’ossigeno, alla vita di uno Stato. 

La scelta del Ministro Gelmini, dettata dal populismo berlusconiano, di mortificare il corpo docente in tutto e per tutto e di affamare i ricercatori, è una scelta criminale le cui conseguenze peseranno come un macigno sulla situazione economica Italiana.

Ora che non c’è più nulla da tagliare e che il P.I.L non aumenta, e non potrebbe essere diversamente dato che nulla è stato investito sull’innovazione, all’Italia non resta che regredire sempre più, fino magari a ritornare alla situazione di un’ Italietta pre unitaria frammentata e completamente incapace d’integrarsi e competere con il sistema Mondo.

Questo è lo scenario che ci attende a meno di una drastica inversione di rotta. Ciò che serve all’Italia è una classe politica nuova, fatta di persone perbene dedite allo Stato e prive di manie di protagonismo. Chi governa non dovrebbe perder tempo in costanti apparizioni pubbliche, come invece avviene in Italia, e soprattutto non dovrebbe avere come unico obiettivo il soddisfacimento del proprio ego.

Le azioni necessarie da fare per avviare un vero processo di ripresa culturale, sociale ed economica, non possono più attendere. Urge investire massicciamente su un piano energetico sensato che possa ridurre il costo dell’energia in Italia in modo da incentivare gli investimenti stranieri. Sempre a tal fine è necessario agevolare significativamente tutte quelle aziende, straniere e non, disposte ad attivare dei centri di ricerca e sviluppo in Italia. Magari in collaborazione con i laboratori universitari così da ripartire meglio i costi. 

Senza industria non si va da nessuna parte, questa è una certezza. Altrettanto certo è che molto si potrebbe ottenere da una corretta valorizzazione del territorio e dei beni culturali. L’Italia incentivando il turismo su vasta scala, e non soltanto su città come Roma, Venezia, Pompei e Firenze, potrebbe attrarre altri milioni di turisti interessati ai Borghi, all’entroterra, ed ai parchi naturali, luoghi oggi mortificati da tagli smisurati alla valorizzazione dei Beni Culturali. Ogni comune storico d’Italia è un piccolo gioiello, ma per essere scoperto deve essere valorizzato. 

Non bisogna dimenticare poi l’importanza dell’artigianato, dei mestieri e dell’agricoltura. Il modello berlusconiano, del calciatore e della velina, ha allontanato i giovani da mestieri non conformi alla società dell’immagine. L’artigianato e l’agricoltura sono invece settori importantissimi che potrebbero sottrarre alla disoccupazione molti giovani male orientati, che se solo fossero guidati potrebbero realizzarsi con lavori spesso più gratificanti di quelli impiegatizi, a cui oggi generalmente si aspira senza successo. 

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.227) 11 febbraio 2011 19:29

    Da ex-ripresa a semi-crescita >

    La produzione industriale nel 2010 è cresciuta del 5,5% sul 2009 (anno nero).
    La “frustata al cavallo dell’economia” appena varata avrà un impatto “piuttosto limitato”, dice la Marcegaglia.

    Conti alla mano. Dopo tanta “scossa” la produzione industriale potrà tornare ai livelli pre-crisi (2007) non prima del 2014.
    Con una avvertenza.
    Non lavorare il 17 marzo (festa 150°) potrebbe in un sol colpo “azzerare” il beneficio atteso per il 2011.

    Altro che Pil al 3-4%. La semi-crescita è poco più che Se fosse Stagnazione

  • Di Renzo Riva (---.---.---.53) 12 febbraio 2011 23:46
    Renzo Riva

    Risparmi o privazioni?

    Quando si origina una privazione non ha alcun senso parlare di risparmio.
    Questo potrebbe essere una chiusura di una mia lettera contro quei sindaci che pretendono di risparmiare soldi non garantendo un servizio e spegnendo l’illuminazione pubblica.
    Del pari si potrebbero ridurre le prestazioni sanitarie, pensionistiche, chiudere le strade, anche per diminuire i morti sulle strade stesse, secondo un programma preordinato per eliminare la circolazione degli autoveicoli, chiudere metà attività agricole e industriali per dimezzare i candidati all’obitorio per incidenti sul lavoro.
    Potrebbe essere questo un programma di governo per la sinistra italiana?
    Forse si visto la piega che stanno prendendo ultimamente certi sindaci di sinistra ed in primis il sindaco di Udine dr. prof. Furio Honsell delle cui gesta ne da conto la stampa locale.
    Che dire poi della loro insensatezza nel volere installare, però aiutati in ciò dai sindaci di cdx in stile bipartisan, i pannelli fot(t)ovoltaici che, come riportato quest’anno dall’AEEG ing. Alessandro Ortis, daranno una mazzata di 5,7 miliardi di Euri alle bollette elettriche?
    Mandi,
    Renzo Riva
    P.L.I. F-VG
    Energia e Ambiente

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares