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La democrazia secondo Berlusconi

Le parole e le affermazioni del premier Silvio Berlusconi rappresentano sempre una distorsione del concetto di democrazia. Dal Lodo Alfano alla legge sulle intercettazioni. Ma, visto che egli crede fermamente che la democrazia è giusto un’opinione, fornisce quotidianamente agli Italiani una teoria personale.

Ogni volta che Silvio Berlusconi annuncia di voler mettere mano alla Costituzione, stavolta per riformare la giustizia, gli Italiani tremano freddo. Il presidente del Consiglio, infatti, si è detto pronto a cambiare la nostra Carta Costituzionale, annunciando di voler dar sì la parola al popolo italiano, ma soltanto dopo aver effettuato le "doverose" modifiche. Mai populismo fu più falso ed ipocrita. Un po’ come ha fatto la Gelmini che, dopo aver ignorato settimane e settimane di protesta e mobilitazione di insegnanti e studenti delle scuole superiori e degli atenei di tutta la penisola contro l’omonimo decreto legge, una volta approvato definitivamente ha aperto un canale su Youtube cercando il dialogo con gli studenti. Verrebbe da dire: ma mi faccia il piacere! Così Berlusconi: prima cambio la Costituzione, poi, quasi a dire "se ne ho voglia", ascolto i pareri della gente. E come egli stesso afferma, questo è un vero esempio di de-mo-cra-zi-a.
Anche piazzare polizia ed esercito nei cantieri osteggiati dalle proteste delle comunità locali è, ipse dixit, de-mo-cra-zi-a. Mediare con esse invece non è affatto espressione democratica, vero presidente?

Perfino il veto da porre al Parlamento europeo contro la legge che obbliga i Paesi dell’Ue ad abbattere del 20% i fumi di scarico entro il 2020 è uno strumento di de-mo-cra-zi-a. Sarà, ma secondo il "Climate Change Performate Index" del German watch, ovvero un rapporto internazionale che stima la qualità degli interventi adottati dai Paesi industrializzati mirati a ridurre le emissioni di Co2 nell’atmosfera, piazza l’Italia al 44esimo posto su 57 membri, dunque fra i peggiori.



Ma c’è dell’altro. Sempre Silvio: "L’85% dell’apparato mediatico nazionale mi sbeffeggia quotidianamente in quanto esso è in mano alla sinistra". Più pluralismo dunque, e più de-mo-cra-zi-a. Curiosa affermazione quest’ultima, in quanto è noto a tutti il potere detenuto da Berlusconi sui mass media, che gli permette di controllare direttamente o indirettamente il 90% dell’informazione. Chissà, forse il premier non guarda abbastanza (solo per citarne alcuni) Studio Aperto o, peggio, il Tg4 condotto da Emilio Fede. A parte l’abuso eccessivo dell’epiteto "il Cavaliere", i servizi mandati in onda quotidianamente dai vari notiziari sono dei veri e propri spot per il premier e la sua maggioranza; senza dimenticare le prese di posizione alquanto amorevoli verso Berlusconi dei direttori delle testate giornalistiche, in primis il già citato Emilio Fede.

Queste affermazioni Berlusconi le ha rese non alla Camera, non al Senato, non in qualsiasi altro luogo deputato all’esercizio della vera democrazia, ma alla presentazione dell’ultimo libro di Bruno Vespa. Questo la dice lunga, più di mille parole.

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