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La democrazia del “lallarallà”

Per esprimere compiutamente la nostra democrazia possiamo servirci di un proverbio siciliano, che recita così: "Mamma Ciccu mi tocca; Tòcchimi Ciccu ca a mamma non c’è". Ora, questo modo di dire si usa per descrivere quelle persone che, solo apparentemente, non vogliono dare confidenza, ma in realtà sono interessati ad essere sempre al centro dell’attenzione.

Per cui “mamma Ciccu mi tocca”; ma quando la mamma non c’è, per richiamare l’attenzione su di sé, si passa al “tocchimi Ciccu ca a mamma non c’è”. Bene, se la Mamma è il Popolo italiano, quello sovrano per capirci, “Ciccu” è quell’americano di Matteo Renzi, l’altro, non può essere che Bebbe Grillo dei 5 Stelle, allora la traduzione è pressappoco questa: Renzi: “Grillo vieni che discutiamo, facciamo la legge elettorale”. 

Grillo: “Caro popolo sovrano, con Matteo non parlo; con certa "ggente" è tempo perso; ma non appena Matteo pone la questione di fiducia su un decreto qualsiasi, e quindi non li fa parlare, con "tagliole" e "ghigliottine" varie, accade che il Grillo diventa la vittima e con la "sdriatina", da par suo sostiene: "Popolo Italiano, sovrano, questi non ci fanno parlare, decidono tutto da soli". 

Ecco, stabilire chi ha ragione dei due, non solo è, oggettivamente, complicato, ma soprattutto non dovrebbe essere in cima ai nostri pensieri, piuttosto il nostro interesse dovrebbe focalizzarsi sulla soluzione dei problemi. Purtroppo non è così. Qui è tutto un continuo discutere, tutto un lallarallà, su chi si posiziona dalla parte delle ragione. Posizionarsi lì "porta voti". Di confrontarsi sugli argomenti "manco se ne parla". Mi spiace deludere chi ci crede, ma la ragione non esiste. Che poi, questa democrazia del “lallarallà”, volendoci ragionare sopra, ci piace. Infatti, se ci mettiamo a discutere dei problemi e magari qualcuno lo risolviamo, dopo che facciamo tutto il giorno? giochiamo al “lallarallà”… 

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