La danza dei sette veli di Grillo con Berlusconi e Monti

Il giorno delle elezioni si avvicina e i fuochi d’artificio, appena smorzati dalle dimissioni del Papa e dalla lunga canzonata sanremese, riprendono a farsi sentire. Cosicché i leader delle varie forze politiche impiegano ogni residuo sforzo nel tentativo di presentarsi al meglio di fronte al proprio elettorato e, soprattutto, alla moltitudine d’indecisi ai quali sembrerebbe affidato il probabile ruolo di ago della bilancia.
Eccoci, dunque, alle danze ipnotiche dei personaggi in campo le cui coreografie, però, risultano a volte controproducenti, loro malgrado. Per quali ragioni? Analizziamole.
Grillo lascia sul pavimento, uno dopo l’altro, i veli della democraticità, dell’affidabilità, dell’efficacia del suo programma, diffonde liste di proscrizione nei confronti dei sindacati, della TV e della stampa, rifiuta interviste da lui stesso programmate, non si sa mai; sottomette i suoi alla feroce arringa, più che giustificata, nei confronti dell’attuale classe politica, ma guai se qualcuno si azzarda a contestare lui, da dove e come ricava il proprio reddito, da quali personaggi di dubbia affidabilità si circonda; sostiene di non utilizzare un solo euro pubblico per la campagna elettorale (forse a ragione), ma rifiuta, guarda caso, di dichiarare la provenienza dei quattrini che finanziano i suoi sproloqui e le sue scorribande lungo lo stivale, isole comprese. Non ci venga a raccontare la favola per idioti dei “gadget” .
Totò, tornasse in vita, lo schiaffeggerebbe con la classica sparata: “O Grillo! Accà nisciun’è fesso”! Verrebbe da completare: “a parte coloro che si fanno baggianare da lui”. Insomma, il “Sai Baba italiota” in salsa pesto-spaghetti-mandolino-pizza ha fatto cadere abbastanza veli da rendere il gioco scoperto; ai posteri, anzi, per dirla a suo modo, “ai posteriori” l’ardua sentenza.
Il suo Governo ne ha fatte, anzi, malefatte, di ogni specie, ben oltre la foglia di fico, ruolo per il quale gli è stata chiesta in principio l’interpretazione. Sappiamo tutti a chi si ispira. Continui pure a negare in pubblico le evidenze circa la sua appartenenza a consorterie fumose e inconfessabili, ma non tenti di approfittare oltre misura della credulità popolare.
Questa è la storia. In bocca al lupo a tutti noi.
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