• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > La danza dei sette veli di Grillo con Berlusconi e Monti

La danza dei sette veli di Grillo con Berlusconi e Monti

Il giorno delle elezioni si avvicina e i fuochi d’artificio, appena smorzati dalle dimissioni del Papa e dalla lunga canzonata sanremese, riprendono a farsi sentire. Cosicché i leader delle varie forze politiche impiegano ogni residuo sforzo nel tentativo di presentarsi al meglio di fronte al proprio elettorato e, soprattutto, alla moltitudine d’indecisi ai quali sembrerebbe affidato il probabile ruolo di ago della bilancia.

Eccoci, dunque, alle danze ipnotiche dei personaggi in campo le cui coreografie, però, risultano a volte controproducenti, loro malgrado. Per quali ragioni? Analizziamole.

Tre di loro, Grillo, Berlusconi e Monti, sia nel recente passato sia ora, in prossimità del traguardo, sbagliano tema e anche coreografia scegliendo di esibirsi nella danza di Salomè al cospetto di Erode. Errore madornale. I tre, tanto diversi nella forma quanto simili nella sostanza, iniziano a far cadere i “veli”, mettendosi a nudo di fronte all’elettorato. 

Grillo lascia sul pavimento, uno dopo l’altro, i veli della democraticità, dell’affidabilità, dell’efficacia del suo programma, diffonde liste di proscrizione nei confronti dei sindacati, della TV e della stampa, rifiuta interviste da lui stesso programmate, non si sa mai; sottomette i suoi alla feroce arringa, più che giustificata, nei confronti dell’attuale classe politica, ma guai se qualcuno si azzarda a contestare lui, da dove e come ricava il proprio reddito, da quali personaggi di dubbia affidabilità si circonda; sostiene di non utilizzare un solo euro pubblico per la campagna elettorale (forse a ragione), ma rifiuta, guarda caso, di dichiarare la provenienza dei quattrini che finanziano i suoi sproloqui e le sue scorribande lungo lo stivale, isole comprese. Non ci venga a raccontare la favola per idioti dei “gadget” .

Totò, tornasse in vita, lo schiaffeggerebbe con la classica sparata: “O Grillo! Accà nisciun’è fesso”! Verrebbe da completare: “a parte coloro che si fanno baggianare da lui”. Insomma, il “Sai Baba italiota” in salsa pesto-spaghetti-mandolino-pizza ha fatto cadere abbastanza veli da rendere il gioco scoperto; ai posteri, anzi, per dirla a suo modo, “ai posteriori” l’ardua sentenza.
 
In quanto a “faccia da posteriori”, la corona non può che planare sul capo del ben noto “Cavaliere d’Italia” (non se ne abbia a male, data l’omonimia, l’elegante volatile). Il Berlusca se ne vien fuori a cadute di “veli” quali: rimborseremo l’IMU, faremo condoni tombali, creeremo quattro milioni di posti di lavoro (dopo averne eliminati cinque milioni e più) e via dicendo. Altro che sette veli, ce ne vorrebbero settanta per questo individuo e, forse, neppure basterebbero. Se un referendum si dovesse proporre, sarebbe per decidere quale dei due, tra Berlusconi e Grillo, meriti la “palma” del comico più sfacciato.
 
Siccome sembra non esistere il due senza il tre, Mario Monti approfitta del teatrino e, d’imperio, esce dalle quinte ballando la danza dei sette veli sulle note della pubblicità del “bifidus actiregularis”. Verrebbe da chiedergli: senta, Dr. Monti, almeno lei potrebbe evitare di considerare gli italiani una manica di imbecilli?

Il suo Governo ne ha fatte, anzi, malefatte, di ogni specie, ben oltre la foglia di fico, ruolo per il quale gli è stata chiesta in principio l’interpretazione. Sappiamo tutti a chi si ispira. Continui pure a negare in pubblico le evidenze circa la sua appartenenza a consorterie fumose e inconfessabili, ma non tenti di approfittare oltre misura della credulità popolare.
 
Qualcuno domanderà: e di Bersani che si dice? Ebbene, il buon Bersani, da estimatore di agnolotti, sembra finalmente dar retta a qualcuno, all’interno del PD, il quale, dopo la provvidenziale uscita dal partito del “giuslavorista” Ichino, approdato alle più consone sponde montiane, gli ricorda che i temi da affrontare sono: il lavoro, i diritti della persona, l’equità sociale, la giustizia uguale per tutti, il diritto all’istruzione, la cultura, le pari opportunità e simili quisquiglie. Chissà, dopo certi consigli, non diverrà il meglio, ma forse il meno peggio.
 
In conclusione, Salomè proseguirà a danzare fino al settimo velo (Berlusconi, Grillo e Monti anche oltre); Erode continuerà a sbavare ad ogni velo caduto (anche senza l’assunzione delle pastigliette viola del Cavaliere), mentre Iokanaan urlerà dalla fossa l’arrivo del Messia. Non ci si illuda. La testa mozzata di Iokanaan apparirà sul palco adagiata su un vassoio argentato e Salomè, trafitta, senza più veli, esalerà l’ultimo respiro, alla faccia degli annunci mediatici.

Questa è la storia. In bocca al lupo a tutti noi.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares