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La crisi economica del Vaticano. Lo Ior non è sufficiente?

La crisi economica mondiale non ha risparmiato neanche “il sistema economico vaticano nel suo complesso”. È quanto si legge in un comunicato diffuso dalla sala stampa della Santa Sede in merito alla riunione del consiglio dei cardinali per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede presieduto dal Segretario di Stato Tarcisio Bertone.

L'organismo, del quale fanno parte arcivescovi e cardinali di diversi Paesi del mondo, ha visto la partecipazione e gli interventi anche dei capi dicastero e degli ecclesiastici responsabili delle strutture che hanno a che fare con la gestione delle finanze vaticane. All'ordine del giorno la presentazione del bilancio preventivo consolidato della Santa Sede e quello del Governatorato.

I cardinali, si legge nel testo, “pur esprimendo compiacimento per i risultati prospettati, non hanno mancato di manifestare preoccupazione per la situazione di crisi generale, la quale non risparmia neppure il sistema economico vaticano nel suo complesso”. “Ciò appare evidente - prosegue il testo - soprattutto per la Santa Sede, la cui insostituibile fonte di sovvenzionamento è costituita dalle libere offerte dei fedeli”. “I membri del Consiglio - si spiega ancora - hanno espresso profonda gratitudine per il sostegno che questi ultimi danno, spesso in forma anonima, al ministero universale del Santo Padre, esortandoli a perseverare in tale opera di bene. Del pari, è stato riconosciuto l'impegno per il continuo miglioramento dell'amministrazione dei beni e delle risorse della Santa Sede”.

Che la crisi economica riguardi anche il Vaticano non stupisce certo. Stupirebbe il contrario. Forse anche il Vaticano avrebbe bisogno di un “tecnico” alla guida quanto meno dei suoi organismi economici, per migliorare lo stato delle proprie finanze. Comunque una parte del comunicato mi sembra poco credibile, laddove si rileva che l’insostituibile fonte di sovvenzionamento della Santa Sede è costituita dalle libere offerte dei fedeli. Sarà anche insostituibile quella fonte di funzionamento ma non è certo l’unica né la principale, se si considerano anche le operazioni finanziarie di organismi quali lo Ior, la cui attività continua ad essere poco trasparente, anche se devono essere riconosciuti alcuni miglioramenti intervenuti negli ultimi anni.

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