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La comunicazione politica al tempo di Bruno Vespa

Il 14 ottobre scorso è morta Maria Angiolillo. La “regina dei salotti romani” si è spenta a ottanta anni, buona parte dei quali passati nel salotto della sua bellissima casa a preparare cene e feste le cui cronache si perdono tra i retroscena dei quotidiani e le esagerazioni del mito, imbastite in egual misura con i fili della leggenda e le analisi della scienza politica, in un andirivieni di nobili, giornalisti, funzionari di partito, grand commis, principi del foro, maghi dell’alta finanza, e soprattutto politici. Non è un mistero che negli ambienti della politica romana, dunque nazionale, si scrutassero i divani di casa Angiolillo come un aruspice farebbe con le interiora di un pollo sventrato, alla ricerca di accordi, simpatie, rotture, intrighi. E non è un caso che uno degli ospiti fissi di salotto Angiolillo fosse Bruno Vespa, il conduttore di “Porta a porta”, che molti commentatori politici considerano il terzo ramo del Parlamento. Vespa è autore di punta di casa Mondadori. La case editrice di Segrate gli ha da tempo dedicato una collana a parte, dal tautologico nome di “I libri di Bruno Vespa”: un onore riservato solo a prolifici scrittori, vere e proprie galline dalle uova d’oro, come Ken Follett, John Grisham o Wilbur Smith.

Da qualche giorno a questa parte, sembra che il fantasma della Angiolillo sia sceso a impregnare le pagine della nuova fatica letteraria dell’autore aquilano, in uscita il prossimo 6 novembre. È come se, tirate per sempre le pesanti tende di broccato, sparecchiata la tavola, coperti i divani con i teli di plastica, imballata la posateria, lo spirito che animava il salotto dell’Angiolillo si fosse inscindibilmente mescolato all’inchiostro che occupa le pagine del libro di Vespa. Il testimone è passato definitivamente di mano. Il delfino Vespa è libero di nuotare, per sempre libero, adesso, nel mare pescoso della politica italiana. Di esserne l’unico, il solo portavoce. Dal reale al virtuale, dal salotto al libro. Già da tempo i politici non si parlavano più se non attraverso i lanci d’agenzia. Adesso siamo ancora un passetto più avanti. Niente più sezioni di partito, quella è roba ammuffita che va bene giusto per ridacchiare un po’ guardandosi Don Camillo e Peppone nelle repliche alla tv. Ma nemmeno niente più interviste ai giornali, dove si presume ci sia un cronista politico che fa domande e obiezioni. Quel tempo è finito. Adesso si parla solo con Vespa; e non tanto a “Porta a porta”, quanto nei suoi libri. L’analisi politica si stempera sotto la copertina rigida col faccione percorso dai nei del giornalista. Il dibattito si annacqua in un chiacchiericcio indistinto, del quale Bruno Vespa diventa il megafono ufficiale. Sì, perché è veramente incredibile la messe di anticipazioni snocciolate in questi giorni dai mezzi di comunicazione a proposito dell’ultimo libro del giornalista Rai. La tempistica degli estratti è ai limiti della dietrologia, ma Dio ci strafulmini se corriamo col pensiero a complotti o a Grandi Vecchi. Basta smanettare qualche minuto a digitare nella mascherina delle ricerche di Google News e il gioco è fatto.
 
Il 21 settembre, anticipazione dell’intervista a Roberto Maroni sui rapporti con la Libia, i Cpt e i Rom; anticipazione dell’intervista alla Gelmini sui tagli alla scuola pubblica; anticipazione dell’intervista a Brunetta sull’una tantum ai dipendenti pubblici. Il 25 settembre, anticipazione dell’intervista ad Angelino Alfano. Il 27 settembre, anticipazione dell’intervista a Berlusconi. Il 29 settembre, anticipazione dell’intervista a D’Alema. A metà ottobre, anticipazione dell’intervista a Bersani.

 
Il 27 ottobre, poi, la clamorosa anticipazione dell’uscita di Rutelli dal Pd e l’alleanza prossima ventura con Casini. È, infine, cronaca di queste ore la notizia del caso Marrazzo, con Berlusconi che – sempre dalle pagine del libro – rivela di aver avvisato il Presidente della Regione Lazio del video su di lui. A quanto pare dai boatos della stampa, poi, Berlusconi risponderà alle dieci domande dei Repubblica in un capitolo a parte del volume.
 
Sono del tutto saltati i meccanismi della comunicazione politica. Prima, succedeva un fatto x e y; arrivava un cronista col taccuino o il microfono; il politico ragionava su quel fatto; il giorno dopo il suo ragionamento usciva sui giornali (o la sera stessa se si trattava di tv e radio); e sulla base di quelle dichiarazioni e quei ragionamenti si innescavano altri fatti e altre dichiarazioni. Adesso no. Non più. Adesso Vespa firma un contratto per il suo prossimo libro; sente i principali uomini politici, che fanno dichiarazioni e ragionamenti; quelle dichiarazioni e quei ragionamenti restano nel file del libro per qualche tempo; quando si avvicina l’uscita del volume, l’ufficio stampa sente le agenzie stampa e lascia filtrare pezzi di quelle interviste; le agenzie rilanciano i comunicati dell’ufficio stampa; i giornali riprendono le agenzie; poi, succedono i fatti x e y.
 
Il nuovo libro di Bruno Vespa si intitola “Donne di cuori”, ed è in uscita il 6 novembre. Molto probabilmente, la dedica sarà alla memoria della signora Angiolillo Maria.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.1) 29 ottobre 2009 20:00

    Dopo il flop del suo ultimo show a Porta-Porta il Cavaliere ( ha l’audience nel sangue) ha pensato bene di spostarsi su Anno Zero e Ballarò. Meglio l’arena del salotto? O semplicemente è l’antica formula del "tutto è vero e niente è vero" che fa consenso senza prendersi alcun impegno? Quando domina la politica dei gossip e degli spot tutti i mezzi fanno comunicazione. Ma per comunicare cosa? (c’è di più => http://forum.wineuropa.it

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