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La casta dei radicalchic: la dittatura dell’Incultura

La casta dei radicalchic è l’ultima pubblicazione di Massimiliano Parente, uno scrittore contronatura, incontrollabile e controcorrente.

La casta dei radicalchic: la dittatura dell'Incultura

Nel libro si parla dei vari personaggi di cartapesta del mondo della cultura, e cioè della casta italiana più trascurata e più sopravvalutata. Si passa quindi dal Premio Strega a Sanremo, dalla Biennale di Venezia fino all’Isola dei Famosi, in un viaggio esilarante nei retroscena delle vite di plastica dei paraculi e dei paraculati. E siccome è molto difficile fare una recensione a un’opera originale e aggressiva come questa, preferisco riportare alcuni passaggi per provare ad esemplificare lo stile risvegliante, graffiante e tagliente del giovane scrittore.

A mio modesto parere si tratta di un libro promettente che ha tutte le potenzialità per diventare il classico tormentone estivo, nonostante le censure dirette e indirette dei giornalisti e dei critici italiani sempre più partigiani, prezzolati e "mafiosi". Infatti tutti i libri sulle caste attirano molta attenzione e molte mosche... A proposito di estate: “Chissà perché, poi, un uomo in mutande con la trippa di fuori è un uomo in mutande e un uomo in costume non è lo stesso uomo in mutande con la trippa di fuori” (Parente).

Sugli scandali italiani: “Quindi, a un certo punto, si scoprono le escort, e non si parla d’altro, escort di qua, escort di là (e i giornali mai che mettessero un cazzo di numero di telefono per chi volesse trovarne una e non riuscisse a essere invitato ad Arcore, a Villa Certosa, o a Palazzo Grazioli). Prima si andava solo a puttane, poi a escort, e un giorno, all’improvviso hanno scoperto il trans, il nuovo marziano a Roma, per via dell’ex governatore della regione Lazio, Piero Marrazzo, trovato con le mani nel pacco… Resta da capire cosa cazzo farà mai una escort da duemila euro”.

Su Pasolini: “viene tolto dalla naftalina una volta all’anno non appena qualcuno pronuncia la parola “impegno” per poi riporcelo come la stella dell’albero di Natale, pronto per il dibattito dell’anno dopo”.

Sulla scienza: “A proposito: perché esiste il vilipendio della religione e non della scienza e però tutti in fila se serve un antibiotico o un Viagra o una chemio o una radioterapia?”.

Sulla moda e la dittatura del politicamente corretto: “La correttezza delle parole è un abitino morale firmato, un maquillage irrinunciabile sulla lingua, oltre che una totale mancanza di senso dell’ironia e di leggerezza, con un’indignazione tutta di facciata, da signorine perbene e moralistiche”.

Nell’insieme delle divagazioni, più o meno selvagge, si può anche trovare un’idea molto interessante come quella di istituire un Premio Nazionale alle Migliori Recensioni. Si potrebbe intitolare "Lingue ripulite". Con un’iniziativa del genere si scatenerebbe una lotta furiosa, fino all’ultima leccata perversa e mielosa, tra le chiappe degli instancabili critici italiani. Infatti, “Il punto è la totale ignoranza di critici, giurati, scrittori, editori in lizza, la mediocrità istituzionalizzata, il sessantottismo inglobato dal capitalismo italiano, champagnini da mandare giù e filosofia d’acqua di rose che risciacqua nel cervello”. Del resto tutto può avvenire in Italia, “un paese di conformisti alfabetizzati dove si legge meno della Turchia” e dove troppi scrittori scrivono romanzi a scopo di lucro o per trasformarli in film, invece di provare a cambiare la storia della letteratura o di migliorare le persone.

Parente è "uno stronzo di prima categoria", ed è quindi bravissimo nell’individuare l’incoerenza comportamentale di molti scrittori: “Papi Mondadori Editore. Editore dei libri degli antiberlusconiani professionisti che pubblicano per Berlusconi: Roberto Saviano, Concita De Gregorio, Eugenio Scalfari, Dario Fo, Niccolò Ammaniti, Andrea Camilleri, Sabina Guzzanti, e molti altri firmatari dell’appello per la libertà di stampa contro il “regime” di Silvio Berlusconi, proprietario della Mondadori. Non chiedete: “Se c’è il fascismo perché pubblichi con Berlusconi?”. La verità è che Rizzoli, Feltrinelli, Laterza, Giunti, Longanesi, Guanda, Mauri Spagnol, Newton Compton, Baldini & Castoldi e tutta la restante fetta del mercato editoriale non li vuole o non li paga quanto papi” (p. 256).

Comunque, dati gli interessi naturalistici di Parente, un libro come questo ha bisogno di una comparazione più scientifica. A questo scopo riporto l’opinione di Konrad Lorenz, uno dei fondatori dell’etologia umana: “l’uomo è l’unica specie animale specializzata nella non specializzazione”. Con queste parole intendeva dire che gli uomini sono capaci di fare qualsiasi cosa. Nel bene e nel male. Ma la devoluzione e l’involuzione culturale, televisiva e dei media ha portato al risultato che quasi nessuno sa fare bene quasi niente. L’italiano medio non riesce a fare il lavoro trovato da raccomandato e nemmeno il lavoro per il quale un professionista viene pagato.

Come si è arrivati a tutto ciò? C’è un cabarettista che ha affermato che “molti dei nostri uomini politici sono degli incapaci. Il restante è capace di tutto” (Boris Makaresko). Quindi non c’è da meravigliarsi troppo se la stessa cosa è avvenuta anche per la flora e la fauna che prospera nel nostro mondo televisivo e in altri zoo professionali. A nessun politico farebbe piacere un faccia a faccia con un interlocutore o un avversario preparato. E non è vero che sono sempre gli uomini a dominare la tv. Oramai anche le donne dettano legge nella televisione italiana. Dopotutto ci sono un sacco di storie dove le italiane si trovano un uomo più bello e più ricco di loro e poi lo chiamano amore. E magari il partner è anche poco sveglio o molto smidollato così lo possono gestire meglio… Mica sceme! Però anche la scelta femminile e modaiola di riprodursi con i bellocci, i riposizionati e i raccomandati ha fatto sprofondare il quoziente intellettivo e culturale nazionale.

In conclusione posso affermare che le numerose frasi assassine di Parente dimostrano che nonostante tutto anche l’uomo più o meno civilizzato deve sfogare o sublimare l’aggressività attraverso il linguaggio. Alla figura di Parente calza a pennello una delle più belle affermazioni di Shakespeare: “Io la pugnalerò con le parole, ma non con la mano” (Amleto, atto 3, scena 2).

Ps: sono sempre più portato a pensare che oggigiorno gli italiani non riescano ad andare al di là di una banale e frettolosa penetrazione (il sesso alla cattolica). Persone in grado di fare del buon sesso, intenso e creativo, non perderebbero il loro tempo con tutte queste videate e vagonate di stronzate. Televisive e non…

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