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La band "Punkreas" aggredita in albergo dai carabinieri con gas lacrimogeno

Il gruppo punk rock milanese ha diffuso nella giornata di ieri un comunicato in cui si denunciano l'aggressione e le violenze subite dalla band nell'albergo di Nichelino (TO), in cui soggiornavano in seguito di un concerto in zona. Il racconto della band descrive un fatto surreale di inaudita gravità: presso l'hotel "Euro", erano alloggiati anche un centinaio di carabinieri, probabilmente in servizio per le manifestazioni NoTav in Val di Susa, che avrebbero deliberatamente pompato il pericoloso gas CS all'interno delle camere dei componenti del gruppo.

Sarebbe l'ennesimo episodio di abusi perpetrati dalle forze dell'Ordine nei confronti di cittadini inermi, quello descritto dalla band in un loro comunicato. Stando al racconto dei Punkreas, l'altroieri notte, intorno alle 2, il gruppo era rientrato in albergo dopo aver partecipato al Free Music Festival di Nichelino (località alle porte di Torino), trovando numerosi carabinieri in divisa all'interno e all'esterno della struttura, che subito li avrebbero accolti con modi non certo amichevoli.

Verso le 3:30, dopo che in una delle camere riservate alla band si erano soffermati a chiacchierare tre componenti del gruppo, ovvero "Paletta", "Gagno" e il fonico Gianluca Amen, i tre sentono bussare violentemente alla porta e in poco tempo la stanza si satura di gas lacrimogeno: iniziano ad avvertire evidenti difficoltà respiratorie e forti bruciori alle vie aeree e agli occhi. Si rendono conto che stanno pompando il gas da sotto la porta che si affaccia all'esterno della camera. Nel frattempo sentono un gran trambusto in corridoio, e grida di scherno e minacce. Per paura di aggressioni fisiche non escono, aprono la finestra e si chiudono in bagno, cercando di arginare il gas con delle asciugamani bagnate.
 
Un altro membro del gruppo, resosi conto di quello che stava succedendo, esce dalla sua camera, ma viene picchiato e minacciato da alcuni carabinieri in borghese armati di manganello, che gli intimano di ritornare in camera e di "farsi i cazzi suoi". Intanto anche il manager del gruppo si accorge della situazione e chiama il 118, nonché gli stessi carabinieri di Nichelino.
 
A questo punto, i militari si accorgono di avere a che fare con persone che possono dare un notevole risalto mediatico all'accaduto e la situazione cambia. Appaiono carabinieri in uniforme che si prodigano per trovare una nuova sistemazione al gruppo. Il gruppo però non accetta l'offerta e in mattinata lascia l'albergo per tornare a Milano.
 
Ecco alcune parti della testimonianza del gruppo affidata al comunicato: "Per una lunghissima mezz'ora noi, e in particolare i 3 chiusi in camera ci siamo sentiti come devono essersi sentiti Uva, Cucchi, Aldrovrandi, e tanti, tantissimi, troppi altri finiti senza possibilità di difendersi nella mani di chi abusa del suo potere per scopi che nulla hanno a che vedere con l'ordine pubblico". "Abbiamo deciso di rendere noto l'accaduto non solo perché di per sé vergognoso e meritevole di suscitare indignazione, ma anche perché abbiamo avuto la netta sensazione che le cose sarebbero precipitate ulteriormente se non avessimo dato velocemente l'impressione di avere immediati e sufficientemente influenti contatti esterni (agenzia, ufficio stampa, avvocato)".

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