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La Siria non è il Paese del Male

Il blog SiriaLibano ha lanciato una campagna per raccogliere “altre voci” sulla Siria, voci che siano in grado di raccontare un Paese “reale”, che vada oltre gli stereotipi che si stanno consolidando nel discorso collettivo, in maniera particolare dopo il racconto – che ha fatto molto discutere – di Domenico Quirico. SiriaLibano è uno spazio curato dal giornalista Lorenzo Trombetta che ospita anche interventi di altri autori, soprattutto arabisti.

Nel settembre scorso l’inviato del quotidiano La Stampa è finalmente rientrato in Italia dopo 152 giorni di prigionia: partito per scrivere della Rivoluzione e della Guerra in Siria, Quirico è tornato in patria e ha raccontato un Paese terribile – comprensibilmente, per certi versi – che ha descritto con parole molto forti:

La Siria è il Paese del Male; dove il Male trionfa, lavora, inturgidisce come gli acini dell’uva sotto il sole d’Oriente. E dispiega tutti i suoi stati; l’avidità, l’odio, il fanatismo, l’assenza di ogni misericordia, dove persino i bambini e i vecchi gioiscono ad essere cattivi. I miei sequestratori pregavano il loro Dio stando accanto a me, il loro prigioniero dolente, soddisfatti, senza rimorsi e attenti al rito: cosa dicevano al loro Dio? 

SiriaLibano fa notare che «Con sempre maggior insistenza si sta diffondendo uno slogan, per alcuni molto fortunato: la Siria è “il Paese del Male”. Senza avere una conoscenza profonda delle ricchezze e delle complessità siriane, si costruisce una narrativa, magari penitenziaria, finalizzata a giustificare un’ideologia che vuole presentare l’attuale e storica transizione siriana in termini di regressione verso il “male”».

In questo modo, dicono gli autori, si rafforza il dominio della famiglia Assad, che si sono presentati come «“protettori delle minoranze”, “garanti della stabilità interna e regionale” e della presunta “laicità” dello Stato, alla quale si opporrebbe il presente Abisso, ovviamente islamico».

Per questo si invitano le persone che conoscono la Siria, o che hanno esperienza del Paese, a lasciare una testimonianza che racconti un’altra Siria.

Qui ne riportiamo alcune. La lista completa (in costruzione) si trova qui.

La Siria non è il paese del Male, perché nonostante due anni e mezzo di bombe, arresti e torture esiste ancora un movimento non-violento.

La Siria non è il paese del Male, perché una famiglia di siriani mi ha ospitato per diversi mesi senza prendere una lira, affinché rendessi nota all’Occidente di Quirico la loro quotidianità.

La Siria non è il paese del Male, perché alla fine di giugno 2013, un ufficiale dell’Esercito libero siriano ha rischiato la propria vita per avvicinarsi a Domenico Quirico e Pierre Piccinin, allora prigionieri nelle campagne a est di Qusayr. Questo siriano ha tentato per settimane di mediare per la liberazione dei due europei grazie ai suoi contatti nelle brigate coinvolte nel rapimento. La sua lettera del 24 luglio 2013, di cui conserviamo una copia (dettagli su questa vicenda possono essere resi noti su richiesta e nelle sedi opportune), si chiudeva così: “Non ho paura che facciano del male a me: sono un membro dell’Esl e ho amici armati, ma sono preoccupato per i due giornalisti. Spero siano ancora vivi. Proverò ad avere informazioni più accurate e recenti su di loro presto, Inshallah. Prometto di fare del mio meglio e auguro loro di ritrovare le loro famiglie”.

La Siria non è il paese del Male, perché è assurdo pensare che possa esistere un “Paese del Male”, a prescindere dai suoi culti, i suoi valori, i suoi atteggiamenti sociali.

La Siria non è il paese del Male, perché Tareq e i suoi colleghi insegnanti nella Ghuta orientale continuano – senza libri e senza elettricità – a far lezione negli appartamenti, perché le scuole sono obiettivi degli attacchi del regime.

 

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