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 Home page > Tribuna Libera > La Parata del 2 giugno e il grande spreco

La Parata del 2 giugno e il grande spreco

Niente parata, è uno spreco, hanno tuonato i soliti orridi populisti, di destra come di sinistra, che sembrano pascersi delle rovine dello spirito italiano. Niente parata, è inutile, hanno sentenziato i soliti mentecatti che, irridendo come sempre alla nostra storia, hanno pensato non fosse il caso di festeggiare la realizzazione di quello che, invece, è stato un sogno per intere generazioni di italiani.

Per loro, d'altra parte, la Repubblica è banale, scontata. Sono i vitelloni della nostra democrazia; cresciuti con tutti i diritti, non hanno mai dovuto lottare per un bel niente: hanno sempre potuto votare per chi credevano, sono sempre stati liberi di dire quel che più gli aggradava. Liberi anche di fischiare l’inno nazionale e di bruciare il tricolore. Tutto giustissimo; tutto democraticissimo. Nulla da eccepire a riguardo: ognuno, nella Repubblica e grazie alla Repubblica, può fare e dire proprio quel che vuole. Un momento solo di riflessione, di ringraziamento, per quegli italiani che sono morti, hanno affrontato la galera e hanno sudato sangue per costruire questo Stato di cui non abbiamo cura, però, sarebbe stato doveroso; onorare la loro memoria, dovrebbe essere un bisogno per tutti noi che dei loro sforzi abbiamo raccolto, e sprecato, i frutti.

Baggianate, pure e semplici, sono invece arrivate da parte dei politicanti.

E’ uno spreco, la parata del due giugno, ha detto anche Antonio di Pietro; l’incapace che ha portato in Parlamento il mitico Scilipoti. Non era uno spreco lo stipendio di cotanto Onorevole? Non offendeva i sentimenti dei cittadini, il fatto che un simile figuro fosse chiamato a rappresentare l’Italia dei Valori? Quali valori, esattamente? Quelli dei beni che aveva, già al momento della sua candidatura, sotto sequestro per mafia. Tonino, te lo dice un tuo ex elettore: va' a guidare il trattore a Montenero di Bisaccia, che è meglio.

E’ uno spreco, ha ripetuto Alemanno, il peggior sindaco nella storia della capitale peggio amministrata d’Europa, che ha ritenuto bene di non presenziare alla celebrazione. Non è uno spreco, invece, la folla di parenti e clienti che hanno infilato nelle municipalizzate? Non sono uno spreco gli enti assolutamente inutili di cui hanno gonfiato il personale? Ma torna a spalare la neve, Armaduk; è l’unica cosa buona che hai fatto in una vita da politico.

E ancora; quanto livore verso le forze armate, da parte di tanti e non solo a sinistra.

Le stesse forze armate che i nostri governi d’ogni colore mandano poi a difendere gli interessi nazionali (o quelli che si suppone tali siano) in ogni angolo del globo. Si arriva, in qualche angolo della rete, allo scherno nei confronti dei nostri militari; gli stessi che poi sono inviati a rischiarare la pelle, in nome e per conto nostro, in Afghanistan. Ma sono professionisti, ha scritto qualcuno, commentando la morte di uno di loro, qualche mese fa. Andateci voi, eroi di cartapesta, a farvi sparare addosso per uno stipendio. No, eh? Vuoi mettere la superiorità morale di chi ha passato tutta la vita a seriosamente occuparsi dei problemi dell’universo mondo, ovviamente restandosene comodo a casuccia; di non ha neppure fatto il militare, quando sarebbe stato obbligatorio, ma ha sviluppato una profondissima coscienza sociale. Tanto profonda da essere invisibile sotto gli strati di grasso accumulati in anni passati seduto dietro una scrivania, magari in un ente pubblico o, meglio ancora, nel consiglio di amministrazione di qualche partecipata.

Niente sfilata del 2 giugno? Bene. E niente albero di Natale e niente capretto a Pasqua. Nessuna concessione ad inutili simboli. E niente baci e niente poesia, immagino. Siamo in crisi, c'è stato il terremoto e si fa solo quel che serve. Lo stretto necessario. O no? O forse siamo maturi, maturissimi, e non abbiamo bisogno di alcuna rappresentazione dei nostri ideali o di mostrare quello in cui crediamo, quel che siamo e quel che vorremmo essere.

Un paese senza orgoglio non ha il minimo senso; questa è la più ovvia verità. Senza rappresentazioni gli ideali sbiadiscono e muoiono, e senza ideali, senza una ragione dello stare insieme superiore al mero interesse, non resta nulla. Resta solo il cinismo di una plebe sempre più stracciona, malgrado il SUV del signore e la pelliccetta della signora, che sembra godere delle disgrazie del paese. Che arrivano a dipingere l’Italia come un accidente, un lungo infortunio di cui la Repubblica è solo l’ultima parte, pur di non ammettere le proprie personali responsabilità.

Un’orribile Italia, diventata coacervo di pance e stomaci e nulla più, quella che ha messo in scena in questi giorni il peggio della nostra politica.

Questa sì uno spreco, di millenni di civiltà e secoli di storia, di cui dovremmo fare a meno.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.11) 3 giugno 2012 11:36

    I morti per la patria non si commemorano con parate e banchetti, ma col rispetto verso i valori per cui essi hanno dato la vita!!!!!!!!!!
    Se i ns eroi si svegliassero dalle loro tombe, rimarrebbero così addolorati
     nel vedere come è stata ridotta l’Italia , mangiatoia della cosiddetta casta mai appagata nei suoi apetiti, nelle sue furfanterie e nelle sue menzogne, che essi si sentirebbero uccisi ed accoltellati all’infinito...!

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