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 Home page > Tribuna Libera > La Lega della disgrazia infinita

La Lega della disgrazia infinita

La responsabilità dei problemi storici del Bel Paese non può certo essere affibbiata a partiti come la Lega, anche se, in questi ultimi giorni, se tale compagine non si trovasse sulla strada di alcuni problemi e della loro risoluzione, sarebbe certamente la cosa migliore. Dalla crisi dei rifiuti napoletana, alla questione della linea Tav, lo zampino della Lega mostra come l’Italia, per puro interesse politico, rischia di rimanere prigioniera di problemi e di dispute senza fine. Senza contare che tutto quello che ne deriva è a netto detrimento della collettività e a vantaggio solo di lobbies e partiti.

Nella classica domenica italiana le edicole brulicano di giornali che non fanno che mettere in evidenza come proprio quelli che hanno sempre inneggiato al cambiamento e all’efficienza sono quelli che hanno maggior interesse affinché i perenni problemi del Paese non siano risolti da una certa parte della politica; perciò li prolungano, li rendono più penosi e più acuti.

Infatti, per un verso, l’eventuale risoluzione di alcuni di questi da parte delle opposizioni, come la crisi dei rifiuti, renderebbe ancora più acuto il pesante fallimento di questo governucolo, pregiudicando per il futuro il ritorno di partiti come quello della Lega al governo; per un altro, invece, la pesante bocciatura degl’interessi delle lobby nel nucleare e nella questione dei servizi pubblici toglie a questi partiti di politici-faccendieri il sostegno economico di queste combriccole interessate, le quali potrebbero volgersi così verso altri e più accreditati interlocutori.

Il primo problema indicativo della suddetta situazione è quello della crisi dei rifiuti. Proprio ora che c’è bisogno dell’aiuto diretto dello Stato, Bossi ha tuonato che lui il decreto imbroglio non lo vota, riferendosi al Cdm di giovedì prossimo per far uscire Napoli dall’empasse. Questo decreto, se approvato, permetterebbe di sgomberare la città mandando i rifiuti fuori da essa, trattandoli come rifiuti speciali, anche verso altre regioni, dando così respiro alla città e alla sua amministrazione la possibilità di organizzare la raccolta differenziata, i siti per il compostaggio e altre soluzioni. Ma è lapalissiano che, se De Magistris riuscisse in quest’impresa, getterebbe suo malgrado discredito sul governo medesimo, sul Pdl e sui suoi alleati - Lega compresa. In più, tutto ciò risulterebbe in maggiore impopolarità per l’attuale maggioranza, tanto da pregiudicarle le prossime elezioni, impedendo il ritorno della destra al potere e tanto più della Lega medesima, la quale, dal 2013, il governo rischia di rivederlo un’altra volta solo con il cannocchiale - in modo pressoché definitivo. È probabile che dopo il 2013 B. non sarà più in grado di mantenere unito il Pdl, e nessun partito di destra si alleerà con la Lega. Ecco perché il senatur ha paura di votare il decreto di giovedì. È chiaro! Ma tutto ciò nuoce ancora di più a questa crisi, rischiando di rimanere irrisolta, anche grazie all’opposizione della “lega dei populisti”.

Il secondo problema nel quale la Lega ha ancora il suo pesante zampino è quello relativo alla Tav. Anche qui sembra di sentire l’arroganza di un governo che non è ancora stanco di prendere sberle dalla volontà del popolo che è completamente antitetica alla sua. Questa volta chi tuona è lo “sbrana caviglie di poliziotti”, titolare del Ministero degl’Interni, che ha detto che “i lavori per la Tav devono ripartire e partiranno!” Il progetto della linea Torino-Lione, che nessuno vuole, perché inutile, dato che il traffico sull’attuale linea del Fréjus è destinata a calare, sembra un altro affare d’oro per la cricca delle grandi opere che nessuno vuole eccetto chi le costruisce, grazie alle sovvenzioni pubbliche – ossia i nostri soldi. Ma a Robertino nostro non gliene frega niente di quello che pensano i no-Tav e tutti gli abitanti della Val di Susa, lui va dritto come un treno; peccato che c’è un problemino che si chiama “volontà popolare” che in democrazia è consigliabile non bypassare - Referendum sul nucleare docet. Ma cosa importa alla Lega della realizzazione della linea Torino-Lione? Qualcuno potrebbe pensare che la Lega vuole ampliare i collegamenti con l’Europa per favorire i traffici commerciali, ma le linee ci sono già, il traffico è destinato a scendere e questa grande opera sarebbe inutile. Allora? Beh, la risposta – sempre secondo la mia modesta opinione - è la zampetta delle lobby, che non essendosi rassegnate alla perdita dell’affaruccio megamiliardario della costruzione delle centrali nucleari, puntano su quello delle grandi opere per l’appunto. Che le suddette appoggino e sovvenzionino la Lega proprio per evitare l’inizio della sua possibile fine? Mah! Ai posteri la non ardua sentenza!

La solita zampetta leghista è poi presente in un’altra chicca di politica fiscale che dovrebbe colpire le nostre RC auto - ergo le nostre tasche - a partire dal 2012, non nuove a sgraditi e continui aumenti. Il decreto 68 del 2011 sul federalismo fiscale prevede che dal 2012 l’aliquota fiscale delle polizze RC auto sarà di competenza delle provincie che potranno aumentarla dal 12,5% al 16%. Tutto ciò per rimpinzare le loro casse. Grazie Lega! Ma le provincie non dovevano essere abolite?

Dopo le elezioni amministrative e i referendum anche gli elettori della Lega sembra che si siano resi conto che il loro voto poteva essere usato meglio; e da come si stanno comportando i loro paladini, non sembra che abbiano sbagliato. Che molti si stiano rendendo conto che la politica del “facciamo da soli” sia solo una chimera e che la secessione solo una balla per gli stupidi? Una cosa è certa: con Roma ladrona, la Lega pappona, da quando è approdata sotto i suoi porticati, ci va a braccetto. Avete mai visto un deputato leghista che promuove la diminuzione dello stipendio dei parlamentari italiani fino al livello della media europea? E poi, relativamente ai molti privilegi dei parlamentari - tra i quali ci sono i leghisti stessi - avete mai visto qualche leghista chiederne l’abolizione? Un’altra cosa: ma uno come Renzo Bossi, che ci fa nell’entourage della Lega? Sta lì perché è un genio della politica o perché è il figlio di Bossi?

Cari elettori della Lega, aprite gli occhi, l’Italia è più unita di quanto pensiate, e la vostra Lega di nepotisti e papponi lo dimostra!

In un momento cruciale per il cambiamento del paese e per la risoluzione di grossi problemi, il punto, come al solito, lo hanno fatto dall’estero: il settimanale britannico The Economist qualche settimana fa ha pubblicato un’inchiesta sullo stato della nostra povera Repubblica invitando gl’italiani a smetterla di incolpare il passato per i loro attuali e perenni problemi e per impegnarsi in un nuovo e vero “Risorgimento”.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.96) 27 giugno 2011 20:07

    Vessillo padano >

    Bossi, contrario all’intervento in Libia, avvertiva che “ci porteranno via il petrolio ed il gas e verranno qua milioni di immigrati” ed il 28 aprile La Padania titolava con il credo Leghista “bombe uguale più clandestini”.
    La Russa garantiva che, d’accordo con gli Alleati, saremmo tornati a “neutralizzare” i radar libici e Frattini notava che “serve intensificare la pressione militare” per poter far partire l’iniziativa politica.

    I fatti. Da quel 28 aprile Lampedusa ha visto approdare circa 11mila migranti “spediti” da Gheddafi. Tanti, ma solo 1/5 di quei 50mila “profughi” che, secondo Maroni, avrebbero “invaso” il paese. Sempre meno delle migliaia di profughi entrati in Turchia per le rivolte della Siria. Una “goccia” rispetto a più di 1 mln di esuli (fonte Onu) già fuggiti dal Rais.

    Ora, finite le tornate elettorali, Maroni riscopre che “costa bombardare” e che i profughi costano.
    I nostri aerei hanno effettuato decine di missioni ogni settimana.
    Alla Francia la guerra è costata 1 milione al giorno? Per Bossi l’intervento in Libia ci è già costato 1 miliardo.
    Non basta che il Cnt di Bengasi voglia collaborare su immigrazione e rimpatri. Per Bossi è certo che “tutti i clandestini arrivano dalla Libia”.
    A quando il “picco” dei prossimi 40mila "profughi"?
    Forse Gheddafi è più occupato a prepararsi una via di fuga.

    Nel paese del Barbiere e il Lupo in nome della sicurezza si dicono e si fanno cose davvero singolari …

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