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La Corte dei Conti al Fisco: troppe imposte gravose

La Corte dei Conti spara a zero sul fisco. Il continuo gravare delle imposte, che ha superato quasi il 45% del Pil, rappresenta, secondo il Presidente della Corte Luigi Giampaolino, una vera e propria eccezione, con «pochi confronti nel mondo».

Durante un’audizione in commissione Bilancio alla Camera, il Presidente ha reso nota la sua prospettiva: «Ci sono delle distorsioni profonde, proprio a causa del modo in cui è strutturato il sistema fiscale. In particolare la tassazione, graverebbe in modo pesante sui «contribuenti fedeli» come lo stesso Giampaolino sostiene, inducendo una pressione fiscale che rappresenta un onere ed un «carico eccessivo», afferma. Una situazione che pesa dunque come un macigno sulle spalle dei contribuenti fedeli.

La manovra fiscale del 2011, con i suoi aggiustamenti ed i continui ritocchi, è stata effettuata, secondo lo stesso Giampaolino, soprattutto «sul lato dell'aumento della pressione fiscale piuttosto che, come sarebbe stato desiderabile, dal lato della riduzione della spesa». A risultarne fortemente penalizzati, sono oltre ai cittadini che hanno un reddito fisso imponibile e che pagano regolarmente le tasse, anche le imprese.

La distribuzione del prelievo infatti risulta piuttosto sbilanciata verso i fattori produttivi e i redditi, più che andare a colpire i consumi ed i patrimoni. Proprio questo ultimo aspetto introduce uno dei problemi da sempre ai vertici del sistema contributivo italiano, quello dell’evasione fiscale. Giampaolino indica una possibile via da percorrere, per cercare di ovviare ad un soffocamento delle risorse già povere dei contribuenti onesti. I recenti blitz anti-furbetti della Guardia di Finanza, messi a segno prima a Cortina d’Ampezzo, dove si sono registrate delle irregolarità, poi ancora in diversi locali ed in diversi esercizi commerciali di diverse città in tutto il Paese, sono necessari a smascherare gli evasori fiscali. Ne è quindi auspicabile il maggior rigore e la più assidua frequenza. Ma, secondo il Presidente della Corte dei Conti, non basta. «L'ampiezza delle dimensioni del fenomeno e la gravità delle distorsioni indotte dall'evasione rendono necessario ricercare ulteriori interventi necessari per un effettivo e duraturo miglioramento della tax compliance», afferma Giampaolino.

La contribuzione e l’eccessiva pressione fiscale sui contribuenti fedeli si lega quindi indissolubilmente al tema dell’evasione fiscale. In questo panorama molti ed eterogenei sembrano essere i fenomeni che vengono a galla nel panorama sociale italiano. Dagli evasori totali, che dichiarano redditi da fame o inesistenti, guadagnando invece somme ingenti, a chi, pur avendo un lavoro dipendente regolare, a volte precario, crea il proprio personale ammortizzatore sociale tramite un altro lavoro imprenditoriale in nero, in una logica di totale frammentazione. Il risultato di tali condotte è sotto gli occhi di tutti, Ai servizi scadenti, dovuti all’assenza di denaro pubblico per finanziarli, si aggiunge la totale mancanza di ammortizzatori sociali veri per ogni cittadino, che possano supplire alla penuria temporanea di lavoro.

La scelta di evadere le tasse dunque, non è solo deprecabile da un punto di vista morale, ma va proprio a detrimento dell’intero sistema sociale, danneggiando la cittadinanza ed i contribuenti onesti, sui quali gravano le distorsioni fiscali.

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