• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Brasile: lo Stato di Rio contro Chevron colpevole di inquinamento (...)

Brasile: lo Stato di Rio contro Chevron colpevole di inquinamento ambientale

La procura dello Stato di Rio ha depositato una denuncia contro l’azienda petrolifera statunitense Chevron e 17 dei suoi funzionari e dirigenti per danni ambientali. L’atto è stato avanzato a seguito di una fuoriuscita di greggio, avvenuta alla fine del 2011 da una delle piattaforme che si trovano a largo di Rio de Janeiro. La perdita di petrolio, risalente allo scorso novembre nella zona “Campo de Frade”, a 370 chilometri a nord-est di Rio, è stata stimata in circa 2400 barili di greggio. La notizia del ricorso è trapelata da una nota del ministero pubblico federale dello stato, che ha precisato che la fuoriuscita del materiale ha danneggiato in modo irreparabile l’ecosistema dell’area, provocando un danno che potrebbe condurre all’estinzione di alcune specie ittiche, con un conseguente deterioramento dell’intero sistema marino e delle ripercussioni sull’economia locale.

Nella nota del ministero si è fatta esplicita richiesta, avanzata dal procuratore verso la giustizia, di congelare tutti i beni degli 11 dirigenti della Chevron e dei 5 funzionari di Transocean, un’altra società implicata nella vicenda, oltre a quelli di un esperto di tematiche ambientali. Transocean avrebbe le sue numerose responsabilità, dato che è proprio a tale società che sono stati concessi in appalto i lavori di trivellazione e perforazione dei pozzi. Il 4 marzo scorso una nuova fuoriuscita di materiale, a circa 3 km dalla prima, aveva costretto l’azienda a sospendere ogni tipo di attività, per evitare l’aggravio della situazione ambientale. Il 16 marzo la giustizia brasiliana ha indotto un’ordinanza in cui si invitava chiaramente la dirigenza delle due società a non lasciare il Paese. Tra i funzionari, naturalmente, il presidente di Chevron Brasile, George Buck. Per lui le accuse sono pesanti.

Oltre ad aver deliberatamente inquinato l’intero ecosistema marino infatti, avrebbe anche omesso alcuni documenti necessari ad accertare le cause dell’incidente, presentando prove false e cercando in questo modo di ostacolare il corretto esito delle indagini. Per questo motivo l’accusa ha avanzato nei suoi confronti una richiesta di una pena di 31 anni e 10 mesi di carcere.

Per cercare di contrastare la situazione che si è venuta delineando nel tempo nel panorama nazionale brasiliano, con diverse aziende che approfittano delle risorse naturali senza, nel caso avvengano degli incidenti, prendersi le responsabilità di farsi carico delle conseguenze, il ministro dell’Ambiente dello Stato di Rio ha deciso di dire basta. Carlos Minc ha infatti dichiarato che non ci sarà, questa volta, nessuna impunità per le aziende petrolifere che operano all’interno del territorio carioca. «Se le aziende hanno le migliori tecnologie, prendono tutte le precauzioni, allora saranno le benvenute. Altrimenti no. Vogliamo dare a tutti un esempio con la Chevron», ha dichiarato, facendo presente in modo chiaro e preciso in suoi intenti “bellicosi”. D’altronde la proposta sembra essere delineata in modo corretto e trasparente della sue parole. Se le aziende dispongono delle tecnologie necessarie a svolgere il lavoro in totale sicurezza per gli operai e per l’ambiente sono ben accette, altrimenti e meglio che rinuncino. Nessuno può essere contrario ad affermazioni del genere.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares