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LOST: Una serie che macina successi e gradimento raccontata dagli autori!

Li abbiamo avvicinati alla conferenza stampa di presentazione della quinta serie di Lost al Roma Fiction Fest, loro sono gli autori della fiction americana più seguita del 2009, Damon Lindelof e Carlton Cuse. Alla conferenza erano presenti anche il regista Jack Bender e e il protagonista Matthew Fox (Jack).

Lost è un mix ben riuscito di mistero, fantascienza, triller e azione. Vi aspettavate questa ondata di successo?

(autori): Ci ha sorpresi tutti, confessiamo che all’inizio pensavamo che non avrebbe mai funzionato. La puntata pilota sembrava un flop, tant’è che è stato licenziato l’allora produttore esecutivo e ci siamo così ritrovati da soli e un po’ spaesati. Abbiamo quindi deciso di realizzare solo dodici episodi ed avendo l’idea che la mannaia della produzione sarebbe presto caduta sulla serie ci siamo industriati per rendere quei pochi episodi i più creativi e divertenti che la televisione avesse mai visto. Abbiamo perciò reso il copione piuttosto complesso e ambiguo, con tanti personaggi, e questo ha fatto sì che Lost diventasse qualcosa di molto speciale.

A cosa è dovuto secondo voi tutto ciò?

(autori) Il successo di Lost è dato naturalmente da questa trama crescente e articolatissima, ma anche dall’assoluto riserbo che abbiamo mantenuto nel tempo. Abbiamo deciso fin dall’inizio con gli altri autori di non spiegare troppe cose, di rendere la serie il più possibile ambigua, senza fornire tutte le risposte alle varie questioni tirate in ballo. Volevamo che fossero gli spettatori a parlare con gli amici e su internet dell’isola e dei suoi personaggi. Solo in questo modo la serie sarebbe risultata più divertente, dimostrando la sua creatività. Non rispondendo alle continue e pressanti domande su cosa accadrà e mantenendo un’aura di mistero la serie continua ancora a destare curiosità!

E’ una storia davvero particolare. Difficile da portare avanti.

(autori) In ambito televisivo non s’era mai assistito ad un prodotto del genere. Di solito le storie tv sono semplici, hanno un inizio, una parte centrale in crescendo ed una fine. Lost sconvolge le regole proponendo un numero eccessivo di personaggi, omicidi, salti nel tempo, mostri…tutta roba che il pubblico non è abituato a vedere in tv, ma al cinema. Ogni puntata diventa così un evento che tiene lo spettatore incollato allo schermo.

Raccontateci la giornata tipo che vive un autore per creare una puntata di lost.

(autori) la giornata comincia con l’alcool..tequila, un po di vino…eh eh a parte gli scherzi, ci vediamo tutte le mattine nell’ufficio di Carlton Cuse e parliamo per un periodo di tempo che va da mezz’ora a due ore di tante cose, dalla famiglia alla politica, dalla religione alla produzione creativa. Tutte queste conversazioni rappresentano i semi degli argomenti poi sviluppati nella serie. Dopodiché per un’ora ci riuniamo nella sala di scrittura insieme ad altri sei sceneggiatori e buttiamo giù le nostre idee che scriviamo poi su lavagne bianche sparse per la sala. Lì nascono la maggior parte delle idee a livello di concezione della storia, di scrittura, preproduzione, montaggio, suono e musica.

Lavorando così tanto tempo assieme non vi capita mai di litigare?

(autori) Su una cosa non siamo stati d’accordo: quando i personaggi cadevano. Per esempio, alla fine della quinta stagione Locke cade dall’alto, alcuni autori volevano filmare la scena con una caduta riprendesse l’intera caduta altri no. Un’altra cosa su cui non siamo stati d’accordo risale all’inizio della seconda o terza stagione. Eravamo in partenza per le Hawaii e gli autori sul posto ci hanno spiegato che una scena prevedeva l’uscita dal mare di un robot che diceva "Io sono Robbie". Quando ho visto che avevano fatto un disegnino di questo robot su un tovagliolo di carta di un pub in cui si erano chiusi a bere la sera prima ho capito che si trattava di uno scherzo. E’ stata l’unica volta in cui ho dubitato del loro gusto. Per il resto, siamo sempre d’accordo sulla maggior parte delle cose.

Come riuscite a tenere traccia della storia che è articolatissima?

(autori) Beh, l’alcool ci aiuta molto anche in questo caso! In verità Lost è una nostra produzione, ci lavoriamo da cinque anni, l’abbiamo vissuto e ormai è all’interno dei nostri geni. C’è comunque un nostro collaboratore, Gregg Nations, che cataloga tutti gli eventi avvenuti nella serie in maniera cronologica, anche se non sa niente di quello che succederà in futuro. Possiamo considerarlo il bibliotecario della nostra serie e talvolta ci affidiamo a lui.

Come lavorate con gli attori?

(autori) Il più possibile a distanza: noi autori siamo a Los Angeles e gli attori girano alle Hawaii. Non siamo interessati ad interagire con gli attori che tra l’altro sono tenuti all’oscuro della vicenda per intero e vengono istruiti volta per volta.

Chi è il personaggio leader di Lost?

(autori) Beh nella storia di Lost per essere un buon leader devi saper mentire. Per questo Jack, il protagonista, non potrà mai essere considerato un grande leader, perché è un puro di cuore, perciò diremmo Ben.

Matthew Fox, il protagonista della serie interpreta Jack, qual è il suo rapporto con Lost?

(Matthew Fox) La prima volta che ho letto la puntata pilota ero seduto in un ufficio della Disney e avevo incontrato un paio di giorni prima J.J. Abrams e Damon Lindelof che facevano un sacco di pressioni per farmela leggere. Appena sono riuscito a leggerla ho subito pensato che fosse la migliore sceneggiatura di un prodotto televisivo che avessi mai letto. Era qualcosa di unico, di mai visto prima.

Si dice che lei sia l’unico tra gli attori a conoscere il finale di Lost. E’ vero?

(Matthew Fox) Ho un’idea di quella che sarà l’immagine finale della serie, ma non sono a conoscenza di come procederà la storia. Per quanto ne so io ad oggi posso dire che cercherò di sconfiggere Locke in una versione “Uomo Nero”. Poi la redenzione del mio personaggio in questa ultima stagione è meravigliosa.

(autori) In realtà, Matthew sa che l’isola si alzerà in volo e verrà spostata da qualche parte, ma non sa dove!

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