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La giustizia ha la lingua biforcuta

La politica portata avanti dal Governo ha conseguito questo risultato, che la giustizia oggi ha la lingua biforcuta: con una lingua sentenzia secondo Parlamento, con l’altra sentenzia secondo Costituzione.

Ma dove origina questa contraddizione?

Il degrado civile, morale, culturale della società e della Nazione Italia è un dato inconfutabile, lo denuncia anche la Chiesa a nome dei rappresentanti dei Vescovi. Intanto, il Papa dichiara a Praga che i politici devono essere credenti e credibili, eppure non ha disdegnato l’incontro con Berlusconi: o ritiene oppure fa finta che Berlusconi sia una persona credente e credibile.

La verità è che la morale viene legata all’interesse politico. In Italia, Paparatzinger tace perché Berlusconi è attualmente al potere e gli può garantire leggi ad ecclesiam, contro pillola abortiva, eutanasia, coppie di fatto... A Praga può dire al popolo che i governanti devono essere credenti e credibili, perché, se non lo fossero, la gente ha il diritto ed il dovere di sostituirli con quelli che – credenti e credibili - siano favorevoli alla Chiesa ed ai suoi interessi piuttosto che a quelli dello Stato.

Uno potrebbe dire: “Ma che pensi di fare? Tirare fuori la morale? Che ci puoi fare con la morale, se poi ognuno la indossa a suo piacimento? Che il Presidente del Consiglio frequenti minorenni e puttane, per Tizio è una cosa riprovevole, per Caio è l’esaltazione della mascolinità italica. Che il Capo del governo nomini ministre donne che lo hanno "soddisfatto", per Sempronio è uno scandalo, per Gaio Mario è una delle possibilità che rientrano nell’esercizio del potere. I clandestini come delinquenti? Per gli uni, una vergogna per la civiltà, per gli altri una semplice misura di sicurezza sociale”. E si potrebbe proseguire all’infinito.

Ma dove non c’è più morale, perchè ognuno ne ha una, la propria e diversa, non c’è neppure legge e giustizia. Come mille morali individuali non sono e non fanno la morale, così mille leggi non sono e non fanno la legge, e senza legge la giustizia è cieca.

Tutto sta in questo principio: “Ciò che viene riconosciuto come valore dalla coscienza (dalla morale), comporta che sia garantito e difeso.” Infatti, un valore fondamentale, come quello della salute, valido per tutti, esige che tutti ne possano usufruire per diritto e che tutti ne siano responsabili per dovere. E come la salute, sono valori: il lavoro, la casa, la famiglia, l’istruzione, il riposo, l’informazione, la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà.... Con i rispettivi diritti e doveri.

Ma quando un valore, anche fondamentale, non viene più riconosciuto come valore, anzi un dis-valore di cui occorre sbarazzarsi? Se la furbizia vale più dell’onestà, se truffare è meglio di lavorare, se vale più un concorso di velina che lunghi anni di studio, se corrompere per sottrarsi al giudizio diventa pratica accettata e condivisa, cosa succede?

In Italia oggi, per quanto riguarda legge e giustizia, siamo all’assurdo. Da quando Berlusconi è Presidente del Consiglio, il Parlamento non fa che proporre e far approvare con la fiducia, leggi contenenti elementi anticostituzionali, ed il Presidente della Repubblica le firma, turandosi il naso, le orecchie, la bocca e gli occhi.

Ora, se avvocati, magistrati, giudici, pretori, pubblici ministeri. Devono applicare e far applicare leggi chiaramente anticostituzionali (basti ricordare il lodo Alfano, la legge sull’immigrazione ed ultima non ultima quella sullo scudo fiscale) si verifica una situazione paranoica o schizofrenica: si devono eseguire o far applicare leggi anche se queste sono illegali, sono leggi contro legge, sono leggi fuorilegge, perchè anticostituzionali.

Nella costituzione infatti sono indicati quali sono i valori fondamentali, perché in essi si rispecchiano la morale, la cultura, la storia, non solo del Paese, ma della stessa umanità. E’ la costituzione che ci fa cittadini italiani, europei e del mondo. Non si possono dunque d’un tratto cancellare i percorsi etici, culturali che, attraversando epoche e millenni, hanno portato fino a noi i valori fissati nella costituzione. Come non si giunge improvvisamente a riconoscere, da quasi tutti, che la pianta, l’animale, l’ambiente sono nuovi valori da tutelare, salvaguardare, proteggere, difendere.

La politica portata avanti dal Governo ha conseguito questo risultato, che la giustizia oggi ha la lingua biforcuta: con una lingua sentenzia secondo Parlamento, con l’altra sentenzia secondo Costituzione. Ma dove origina questa contraddizione?

Dal fatto che un bel numero di onorevoli deputati e senatori sono o condannati con sentenza definitiva, o in attesa di giudizio, o prosciolti dalle accuse per scadenza dei termini del processo, o per prescrizione (non perchè siano innocenti), o con indagini o processi in corso.

Non è possibile che persone che si sono macchiate di reati possano fare leggi contro sé stesse, contro gli interessi propri o degli amici. Faranno piuttosto leggi per proteggere sè stessi, i propri affari, le proprie imprese, per verniciare di onestà la loro immagine e il loro operato.

Ed ecco come la questione morale ritorna, alle persone, agli uomini. Non si possono dare politici che fanno leggi a loro immagine e somiglianza, sovvertendo valori costituzionali, offendendo la storia e la cultura dell’intero Paese

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